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1020 risultati trovati con una ricerca vuota

  • ACS rilancia la programmazione per un piano di rinnovo delle scuole

    Presentato nella sede milanese di Cassa Depositi e Prestiti il Rapporto di ricerca Rilanciare la programmazione. Un piano di rinnovo delle strutture scolastiche, perché e come avviarlo  dell’Associazione Costruire Scuole - ACS. L’importanza dello strumento del Partenariato Pubblico Privato tra gli elementi decisivi per rinnovare e riqualificare un patrimonio ormai obsoleto, disomogeneo e talvolta inadatto alla didattica. La Ricerca 2024 di ACS ripercorre le fasi normative e le doti finanziarie in vigore in Italia per l’amministrazione e gestione delle strutture scolastiche e formula proposte affinché le norme e le disposizioni divengano attuative, investendo al meglio le risorse a disposizione .   Lanfranco Senn, presidente del Comitato scientifico di ACS, ha introdotto i lavori partendo dal titolo del Rapporto di ricerca. “Lo scopo di quanto fatto è ben detto nel titolo: rilanciare la programmazione. La maturazione della consapevolezza che occorre un rilancio della programmazione delle infrastrutture scolastiche, per guardare al problema nella sua interezza e complessità”.   Il problema è davanti agli occhi di tutti: mettere mano agli edifici scolastici. Come farlo? In modo nuovo, con uno sguardo che tenga conto della totalità dei fattori in gioco. “Non possiamo più fare una programmazione dell’edilizia scolastica come l’abbiamo sempre fatta. Troppe cose sono cambiate”.   La demografia del Paese è cambiata , e non solo in termini dimensionali; la popolazione di una grande città è diversa da quella di una piccola, di un piccolo comune, delle aree rurali e marginali. Pensare di programmare un rinnovo delle infrastrutture scolastiche in modo uniforme su tutto il territorio nazionale significa fare un grande errore e sprecare risorse.   La domanda di istruzione è cambiata. Cambiano le modalità didattiche, cambia il ruolo dell’insegnante: il modello formativo oggi esige non solo la trasmissione di conoscenze ma di competenze relazionali. Cambia l’oggetto e la modalità con cui educare. Anche il valore patrimoniale degli edifici è cambiato e rischia di essere sottoutilizzato. Serve orientare la programmazione degli interventi tenendo conto di questi cambiamenti .   “Ripensiamo la modalità di gestione in un’ottica di sussidiarietà - ha concluso Lanfranco Senn. Più Stato, più privati che lavorano insieme con lo stesso scopo, strutturando nuove forme di dialogo e di partecipazione”.   Mettendo insieme le competenze si può fare qualcosa di nuovo in modo efficace. Anche l’Europa - per esempio, nella Direttiva Efficienza Energetica (EED III), (UE) 2023/1791 - ribadisce la necessità di efficientare e riqualificare il patrimonio edilizio pubblico , per concorrere alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra, ma anche per migliorare la qualità dell’ambiente interno, la vita delle persone, la comodità degli edifici e, non ultimo, per favorire la riduzione delle spese pubbliche, liberando risorse da destinare ad altri fini.   Ciascuno Stato membro deve garantire che almeno il 3 per cento della superficie coperta utile totale degli edifici di proprietà degli enti pubblici sia ristrutturato ogni anno per trasformarli in edifici a emissioni zero o, quanto meno, in edifici a energia quasi zero.   “L’emergenza in cui versa lo stato dell’edilizia scolastica italiana impone una decisa capacità di rinnovamento e pianificazione - ha dichiarato Silvio Bosetti, presidente di ACS. Improrogabile intervenire nei prossimi 10 anni con il rinnovo di almeno 2.000 scuole”.   La situazione non può essere risolta con interventi di emergenza o disorganici; occorre accelerare nella convergenza di un robusto piano complessivo e condiviso tra le Istituzioni dello Stato con gli Enti Locali e le Autonomie Scolastiche, coinvolgendo l’imprenditoria pubblica e privata. L’iniziativa porterà a edifici più idonei alla didattica, sicuri, con forte attenzione alla sostenibilità e alla digitalizzazione .   And now, what? Il passo successivo per ACS è questo: cominciare a fare . Mettere in moto percorsi concreti, sperimentare il modello che l’associazione propone, fare progetti pilota. Le candidature sono aperte!

  • Rinnovabili, ERG rafforza la strategia Value over Volume per il 2025-2026

    Il Cda di ERG ha approvato il bilancio consolidato, la relazione sul governo societario e gli assetti proprietari al 31 dicembre 2024. Via libera anche all’aggiornamento del piano industriale e del piano ESG per il 2025-2026. Confermata la strategia Value over Volume  basata su una crescita selettiva e flessibile. La reazione dei mercati. Paolo Merli, amministratore delegato di ERG Un aumento di 579 MW di nuova capacità installata eolica e solare , attraverso un mix bilanciato di crescita organica - sia repowering sia greenfield - e M&A. Un portafoglio asset che ha raggiunto a fine 2024 oltre 3,8 GW. Cinque Power Purchase Agreement (PPA) firmati, per un totale di circa 500 GWh/anno. E un ammontare complessivo di circa 3,3 TWh/anno di energia rinnovabile prodotta dal Gruppo e venduta tramite contratti a lungo termine, che si confermano strumenti fondamentali per affrontare la persistente volatilità del mercato. Questi alcuni dei risultati 2024 presentati da ERG insieme all’aggiornamento della strategia e degli obiettivi per il periodo 2025-2026. “I risultati del 2024, e in particolare dell’ultimo trimestre, hanno risentito di una ventosità ampiamente inferiore allo scorso anno e alle medie storiche del periodo” - ha commentato Paolo Merli, amministratore delegato di ERG.   Il fenomeno, a livello di margine operativo, è stato interamente compensato dal contributo della nuova capacità installata, cresciuta di circa 580 MW , di cui oltre 300 MW negli Stati Uniti (nello specifico, un impianto eolico e un impianto solare, entrambi in esercizio, per complessivi 317 MW di capacità installata e una produzione stimata di circa 1 TWh).   Il repowering , strumento fondamentale per la transizione energetica, rimane centrale nella strategia di crescita di ERG . Il Gruppo può contare su 269 MW già entrati in esercizio, 29 MW in costruzione in Francia e Germania e su una pipeline di progetti di circa 800 MW di cui 380 MW già autorizzati.   Con l’aggiornamento della strategia di business, ERG conferma e rafforza l’approccio Value over Volume  basato su una crescita selettiva e flessibile . Il Gruppo rinnova così l’impegno verso lo sviluppo delle rinnovabili e delle tecnologie di accumulo, puntando a una capacità installata di 4,2 GW entro il 2026 (il target di crescita del portafoglio asset era stato fissato in precedenza a 4,5 GW).   “Nell’aggiornare il Piano 2024-2026 - conclude Merli - abbiamo rafforzato l’approccio selettivo Value over Volume, volto a massimizzare il ritorno degli investimenti concentrandoci su asset attualmente in costruzione, sviluppo organico e repowering ”. Anche in considerazione di tempistiche più lunghe rispetto a quelle attese per l’approvazione del Decreto FERX, nonché di un approccio più cauto negli USA in attesa di comprendere meglio gli orientamenti della nuova Amministrazione, il Gruppo prevede una diminuzione del 20% degli investimenti totali (pari a 1 miliardo di euro). Maggiore impulso ai progetti di battery storage (BESS) e ibridizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici, per aumentare la flessibilità del portafoglio asset , integrando la generazione di energia da sole e vento con sistemi capaci di bilanciarne la produzione e aumentarne l’efficacia.   La previsione di una crescita più contenuta - certamente dovuta a un contesto di mercato più complesso e caratterizzato da una maggiore volatilità - ha avuto un impatto negativo sui mercati: il titolo ha toccato i livelli più bassi degli ultimi mesi. Una reazione forse eccessiva, sulla quale pesano però anche le prospettive del settore delle rinnovabili , in un quadro normativo in evoluzione. La sostenibilità resta comunque al centro della strategia del Gruppo. Il Cda ha approvato l’aggiornamento del Piano ESG per il periodo 2025-2026; confermati l’impegno verso l’obiettivo Net Zero al 2040 e la promozione di politiche di D&I. In linea con quanto richiesto dalla nuova CSRD, ERG ha redatto la prima edizione del Bilancio Consolidato integrato , un reporting che integra l’informativa non finanziaria all’interno della Relazione sulla gestione, secondo i nuovi standard di rendicontazione ESRS.

  • Batterie al litio, in Australia nuovo progetto per produrre materiale catodico

    L’Australian Renewable Energy Agency (ARENA) ha annunciato una sovvenzione da 30 milioni di dollari australiani (17,9 milioni di euro) per un innovativo progetto per la produzione di polvere di litio ferro fosfato (LFP) e di litio manganese ferro fosfato (LMFP), essenziali per le celle delle batterie agli ioni di litio. Foto ImagoEconomica con la collaborazione dell'IA Il Piano prevede la costruzione di un impianto dimostrativo nei pressi di Brisbane, capitale del Queensland, capace di produrre 250 tonnellate l’anno di LFP e LMFP . Il nuovo impianto, che sarà realizzato nell’arco di 21 mesi, combinerà i vantaggi dei metodi di sintesi in fase solida e in soluzione, per produrre materiale catodico ad alte prestazioni, con un maggiore controllo delle caratteristiche e della qualità del prodotto.  Nei due anni di funzionamento e di test, l’impianto fornirà campioni di polvere catodica a potenziali clienti e investitori e dimostrerà la sua capacità di produrre LFP e LMFP ad alte prestazioni su larga scala e in modo continuo, con una riduzione di scarti e costi . Il finanziamento di ARENA, che coprirà il 50 per cento del costo totale previsto (60 milioni di dollari australiani) per la realizzazione e la successiva gestione per 24 mesi dell’impianto dimostrativo, è stato erogato al termine di un processo di due diligence  che ha valutato la tecnologia, il mercato potenziale e le capacità di produzione. Dopo i due anni di test con i clienti, l’impianto sarà utilizzato anche per produrre nuovi prodotti e materiali per batterie .

  • Eolico offshore, in Germania al via il progetto MeteOR

    Con l’Offshore Wind Energy Act la Germania si è posta l’obiettivo di avere una capacità da eolico offshore di 45 GW entro il 2035 e di 70 GW entro il 2045. Per raggiungerlo sarà però necessario costruire wind farm  in aree distanti 300 chilometri dalle coste, in prossimità del bordo esterno della zona economica esclusiva tedesca del Mare del Nord. Foto ImagoEconomica con la collaborazione dell'IA Per le aree remote, tuttavia, mancano dati precisi sulle condizioni prevalenti del vento e del mare . Per questo il Bundesamt für Seeschifffahrt und Hydrographie (BSH), l’Agenzia federale marittima e idrografica, ha lanciato il programma Meteorological and Oceanographic Reference Measurements (MeteOR) , in collaborazione con il Deutscher Wetterdienst, il servizio meteorologico tedesco, e con una società leader nella rilevazione e studio di geodati. Obiettivo di MeteOR è quello di raccogliere misurazioni delle condizioni del mare e del vento e fornire informazioni fondamentali per l’espansione dei parchi eolici nella zona. Nell’area target sono state installate due boe di misurazione e due sistemi di rilevazione oceanografica ancorati al fondale marino. Le boe sono dotate di un sistema LiDAR (Light Detection And Ranging) che, grazie all’utilizzo di raggi laser, consente di misurare la velocità del vento fino a 250 metri di quota , altezza tipica delle moderne pale eoliche offshore. Per almeno tre anni saranno monitorati e registrati dati relativi al moto ondoso , alle correnti oceaniche, le temperature, la salinità, la pressione e il contenuto di ossigeno delle acque. Le prime misurazioni hanno già evidenziato quanto siano dinamiche le condizioni reali nelle aree in esame: durante alcune tempeste che hanno attraversato il Mare del Nord sono state rilevate velocità del vento di oltre 90 chilometri orari a un’altezza di 160 metri, con onde alte fino a 11 metri. Nel 2024, la capacità generata da eolico offshore in Germania , tra Mare del Nord e Mar Baltico, ha raggiunto i 9,2 GW, con una produzione di 25,7 TWh.

  • Rinnovabili e storage, i must have per la nuova stagione della transizione

    Non solo wind farm  o pachi fotovoltaici. Gli impianti integrati con sistemi di storage sono la via da seguire per ottimizzare la produzione da fonti rinnovabili. Le nuove soluzioni e le ultime tecnologie saranno al centro dell’edizione 2025 di Intersolar Europe , la principale manifestazione mondiale per l’industria solare. Foto ImagoEconomica con la collaborazione dell'IA Secondo il World Energy Outlook 2024 della IEA, tra il 2010 e il 2023 nel mondo la capacità fotovoltaica installata è aumentata di 40 volte , quella eolica di sei. Al 2030, secondo lo Stated Policies Scenario (l’acronimo è STEPS - STated Energy Policies Scenario), la generazione rinnovabile passerà dagli attuali 4,25 TW a 9,25 TW; più della metà grazie al solo fotovoltaico.   Sempre la IEA sottolinea come il ruolo sempre più importante svolto da solare ed eolico richiede interventi per modernizzare le reti e ampliare la flessibilità del sistema elettrico , anche attraverso lo sviluppo di sistemi di storage, che consentono di rendere disponibile l’energia prodotta quando più serve, garantendo così la sicurezza e la stabilità del sistema. Che la combinazione tra impianti di generazione e di storage sarà la norma nel prossimo (vicino) futuro lo rilevano i dati che arrivano dalla Germania, dove il settore continua a crescere. Secondo la Bundesverband Solarwirtschaft (BSW-Solar), l’Associazione tedesca dell'industria solare, sono stati 580.000 i nuovi sistemi di storage residenziale installati nel 2024, per una capacità di 4,9 GWh ; è stata così raggiunta la considerevole cifra di 1,8 milioni di “batterie domestiche” per una capacità complessiva di 15,4 GWh. La crescita non riguarda però solamente gli impianti residenziali. Sempre secondo i dati di BSW-Solar, i sistemi di accumulo commerciali hanno segnato un aumento del 60 per cento rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 38.000 e una capacità complessiva di quasi 1,4 GWh. 100 sono stati invece i nuovi impianti di accumulo su larga scala, per una capacità di circa 0,8 GWh, che hanno portato la capacità totale installata a 2,2 GWh. Numeri che, se sommati, portano la capacità di accumulo in Germania a quasi 19 GWh e che accompagnano il costante sviluppo del fotovoltaico, che ha raggiunto una potenza installata di quasi 100 GW. Di questi, 38 GW riguardano impianti fotovoltaici realizzati sui tetti residenziali, 29 GW quelli commerciali, 0,7 GW i sistemi fotovoltaici plug-in da balcone e 32 GW gli impianti a terra. E l’Italia? Secondo i dati di Terna, a fronte di una potenza installata di 35,8 GW per il fotovoltaico e di 12,9 GW per l’eolico, al 31 ottobre 2024 erano circa 707.000 i sistemi di accumulo , per una capacità complessiva di 11,8 GWh e una potenza nominale di 5,2 GW, di cui 864 MW utility scale . Sempre più frequenti sono le centrali ibride , dove fotovoltaico e accumulo vengono affiancati anche dalla produzione eolica. In Portogallo, ad esempio, un progetto in fase di realizzazione sarà composto da un impianto fotovoltaico da 365 MW, da un parco eolico da 264 MW, da un sistema di accumulo a batteria da 168 MW e da un elettrolizzatore da 500 kW per la produzione di idrogeno verde. In Bulgaria, un altro progetto prevede 238 MW di fotovoltaico, 250 MW di energia eolica e 250 MW di accumulo a batteria.   Un settore quindi in grande fermento che scoprirà i nuovi prodotti e le ultime tecnologie a Monaco di Baviera, dove dal 7 al 9 maggio 2025 sarà in scena la nuova edizione di Intersolar Europe , la manifestazione leader mondiale per l'industria solare. Organizzata da Solar Promotion, Intersolar Europe fa parte di The Smarter E Europe , la più grande piattaforma europea per il settore dell’energia, che comprende anche le fiere settoriali EM-Power , dedicata alla gestione dell’energia e alle soluzioni energetiche interconnesse, Power2Drive , dedicata alle infrastrutture di ricarica e alla mobilità elettrica ed ees Europe , dedicata alle batterie e i sistemi di stoccaggio dell’energia.

  • Edison Energia, Piano di sviluppo al 2030 con tocco d’artista

    Edison Energia presenta i risultati 2024 e il Piano di sviluppo per i prossimi cinque anni. Soddisfazione per i traguardi raggiunti nella vendita di energia e dei servizi a valore aggiunto al mercato retail : +40 per cento la crescita lo scorso anno, raggiunti i tre milioni di contratti. E all’interno di Palazzo Edison, in mostra le tavole di Mimmo Paladino a corredo del Libro d’artista Lezioni americane di Calvino. Nella Sala Ottagonale di Palazzo Edison la mostra che espone tredici tavole e un’acquaforte di Mimmo Paladino Tre milioni di contratti ( +40 per cento la crescita nel 2024 ) e anticipo di due anni sul raggiungimento degli obiettivi del Piano di sviluppo. E non finisce qui. Alla luce dei risultati raggiunti, ai due milioni di euro già donati per le Comunità Energetiche Rinnovabili Solidali (CERS) Edison Energia aggiunge un altro milione di euro , per creare opportunità di formazione per i giovani che vogliono acquisire una qualifica professionale nel settore energetico.   “Non sono passati neanche due anni da quando ci siamo incontrati per celebrare i due milioni di contratti - ha esordito Massimo Quaglini, amministratore delegato di Edison Energia. Oggi siamo orgogliosi di aver raggiunto in anticipo il traguardo dei tre milioni, un risultato che testimonia la fiducia che i consumatori ripongono in Edison Energia”.   Le leve di sviluppo restano prossimità territoriale e ascolto del consumatore. Il cliente al centro  non è solo una dichiarazione d’intenti: una rete capillare di 1.000 negozi attivi in tutta Italia (saranno 1.500 nel 2030) e la collaborazione con migliaia di installatori su tutto il territorio nazionale ne sono concreta rappresentazione. Il cliente può fare affidamento su professionisti da incontrare in un luogo fisico, che con competenza, chiarezza e professionalità aiutano il consumatore a compiere le scelte energetiche più efficienti.   I clienti di Edison Energia possono inoltre fare affidamento su oltre 2.200 tecnici e manutentori 24 ore su 24, 7 giorni su 7 utilizzando Risolve , la piattaforma attraverso cui Edison affianca la tradizionale fornitura di energia elettrica e gas integrandola con la gestione delle utenze e la risoluzione degli inconvenienti di casa : dall’assistenza contro gli imprevisti domestici all’installazione di pannelli fotovoltaici e pompe di calore, dai sistemi di riscaldamento e climatizzazione alla mobilità elettrica, dall’assicurazione degli impianti al monitoraggio dei consumi.   Questo è il presente di Edison Energia, ma la società di Foro Bonaparte non si ferma qui. Ambiziosi gli obiettivi per il futuro: quattro milioni di contratti al 2028 , 25 per cento di quota mercato di autoconsumo collettivo al 2030, +17 per cento di installazioni CAGR di prodotti di efficienza energetica (fotovoltaico e pompe di calore), +7 per cento di quota mercato in questo segmento, 1.500 negozi e 3.000 installatori .   “Il nostro impegno quotidiano - ha commentato Nicola Monti, amministratore delegato di Edison - si traduce nella capacità di produrre energia in modo sempre più sostenibile e accompagnare i clienti nel processo di decarbonizzazione”.   In tutto questo, dove sta il tocco d’artista? Nella mostra allestita nella Sala Ottagonale di Palazzo Edison, dove sono esposte tredici tavole e un’acquaforte di Mimmo Paladino a corredo del Libro d’artista Lezioni americane  di Italo Calvino . Nel volume di gran pregio - l’edizione è curata da Henry Beyle - le opere grafiche di Paladino incontrano l’ultimo scritto di uno dei più grandi autori del Novecento. Un progetto sostenuto da Edison Energia, che ha voluto affiancare ai valori centrali per l’azienda, come l’ impegno per la sostenibilità (raccontato in un altrettanto pregevole fascicolo intitolato Appunti di sostenibilità ), quelli della bellezza dell’arte e della letteratura.

  • Energia Libera: Salvatore Pinto confermato alla Presidenza per un altro biennio

    La Giunta di Energia Libera ha confermato all’unanimità Salvatore Pinto come Presidente dell’Associazione per il prossimo biennio. Fondata nel 2012, Energia Libera rappresenta grandi aziende attive nel mercato della produzione e vendita di energia elettrica e gas e ha lo scopo di promuovere la libera concorrenza e l’innovazione nel settore energetico. Salvatore Pinto, presidente di Energia Libera “Continuare il percorso intrapreso cinque anni fa come presidente di Energia Libera rappresenta per me motivo di grande orgoglio e anche una grande responsabilità”. Queste le parole di Salvatore Pinto, a commento della decisione della Giunta di Energia Libera di confermare all’unanimità l’incarico di presidente dell’Associazione per il biennio 2025-2027. La scelta riflette l’apprezzamento per la leadership dimostrata nel corso degli anni e per i risultati ottenuti nel promuovere la liberalizzazione e la competitività del settore energetico. “In un momento cruciale per la transizione energetica, è fondamentale sostenere mercati aperti e competitivi che possano garantire benefici tangibili ai consumatori e favorire investimenti sostenibili”. Secondo il presidente Pinto, è anche necessario che “le misure di calmierazione dei prezzi dei prodotti energetici all’ingrosso, di cui si sta discutendo, non vadano a ridurre gli spazi di mercato e che si esca da logiche mirate a interventi di corto respiro, legati ad esigenze emergenziali per l’uno o l’altro settore”. Va cioè affrontato con decisione il nodo della politica energetica nazionale, attuando azioni lungimiranti e di carattere strutturale. In quest’ottica, Energia Libera continuerà a svolgere il suo ruolo di punto di riferimento per gli operatori energetici, favorendo il dialogo con le istituzioni e tutti gli stakeholder .

  • Energia e competitività, in Assolombarda le imprese al centro del confronto

    Caro energia e competitività delle imprese? La risposta a questa domanda complessa sembra essere chiara: le soluzioni ci sono, vanno attuate. Nella sede di Assolombarda - l’associazione delle imprese che operano nella Città Metropolitana di Milano e nelle province di Lodi, Monza e Brianza, Pavia - istituzioni, enti gestori dei servizi energetici, autorità di regolazione e imprese a confronto sul tema della transizione. Stefano Besseghini, presidente di ARERA Il titolo è già di per sé un manifesto: Le imprese al centro della transizione energetica. Strumenti, sfide, prospettive . L’evento organizzato da Assolombarda - associazione che per dimensioni e rappresentatività è la più importante di tutto il Sistema Confindustria ed esprime gli interessi di 7.066 imprese di ogni dimensione (conta circa 433.762 addetti) in tutti i settori merceologici - è servito per fare il punto sul percorso di decarbonizzazione in atto, oltre che sugli strumenti messi a disposizione delle imprese e sul contesto regolatorio. In un momento cruciale come quello attuale, serve orientare le imprese verso nuovi strumenti che le aiutino a stabilizzare o ridurre il prezzo dell’energia .   Il mondo dell’energia è sempre più complesso e le imprese che compongono il tessuto industriale italiano - per la maggior parte PMI - vanno aiutate nel processo di decarbonizzazione e di efficientamento energetico. Occorre rendere i meccanismi più semplici e le regole più chiare. “Il contesto dentro cui ci muoviamo - ha esordito il presidente di ARERA, Stefano Besseghini - è profondamente cambiato: nel percorso verso il net zero abbiamo perso il combustibile di transizione, il gas” .   E sebbene modificare i fondamentali nei periodi di emergenza non è mai cosa furba, il rialzo dei prezzi del gas ci sta riportando al fatto che i cambi di assetto si pagano e diventano un segnale stabile.    “Occorre tenere sotto controllo le situazione per consolidare le scelte fatte con la determinazione necessaria per portarle a termine - ha proseguito Besseghini - con una regia che sia il più possibile orientata al lungo periodo”.   Anche la regolazione sta cercando di confrontarsi con il mondo che cambia. Ci sono alcune novità regolatorie che stanno entrando in campo e che cambiano l’impostazione e l’assetto con cui gli possono usare la regolazione. "Non c’è niente di peggio di una regolazione ancorata a un modello preesistente e che non si confronta con la realtà”, ma questi nuovi strumenti vanno conosciuti.   La conoscenza dei meccanismi regolatori da parte delle imprese è un processo che ha una sua inerzia naturale (“Entrare nei meccanismi regolatori è come giocare a Monopoli: ti possono spiegare le regole 10 volte, ma finché non ci giochi non capsici”). Strumenti regolatori che offrono delle opportunità alle aziende e che hanno lo scopo di andare oltre uno mero schema incentivante, ancorché utile. Perché, conclude Besseghini, “fare gli incentivi è certo più facile; ma gli incentivi passano, gli assetti strutturali dovrebbero restare”.

  • Scozia, 70 milioni di euro per l’impianto idroelettrico di Lochay

    L’idroelettrico riveste un ruolo fondamentale nel percorso di decarbonizzazione intrapreso dal Regno Unito. In questo contesto, in Scozia è stato annunciato un investimento di 70 milioni di sterline (pari a 83,7 milioni di euro) per rinnovare la centrale idroelettrica di Lochay, sita a Killin, nel Perthshire. L’impianto idroelettrico, entrato in servizio nel 1958, ha una capacità di 45 MW. I lavori di riqualificazione, che dureranno tre anni, prevedono la sostituzione delle vecchie turbine con altre più efficienti e di tutti i principali componenti di generazione con altri dotati di tecnologia moderna. Questo si tradurrà in una maggiore produzione di energia idroelettrica senza la necessità di aumentare i volumi d’acqua . Saranno invece mantenuti gli edifici e le infrastrutture civili originarie. I lavori inizieranno a metà aprile 2025 e si dovrebbero concludere nel 2028, in concomitanza con il 70° anniversario di entrata in esercizio della centrale . La riqualificazione, oltre a incrementare la produzione di energia, estenderà la vita operativa dell’impianto di almeno 40 anni e creerà posti di lavoro locali per tutta la durata dei lavori. L’impianto idroelettrico di Lochay, che produce ogni anno 170 GWh di energia elettrica, fa parte del Breadalbane Hydro Scheme. Realizzato nella regione montuosa di Breadalbane, nel Perthshire, comprende sette centrali per una capacità complessiva di 100,3 MW . Oltre a quella di Lochay, ne fanno parte le centrali di   Lubreoch, con una capacità di 4 MW, di Cashlie (11 MW), di Finlarig (16,5 MW), di Lednock (3 MW), di St Fillans (16,8 MW) e di Dalchonzie (4 MW); tutte realizzate tra il 1955 e il 1961.

  • Ricordando Davide, innamorato della vita - 14 febbraio 2020

    Cinque giorni che ti ho perso, mille lacrime cadute  cantava Michele Zarrillo nel 1994. Nel nostro caso non sono giorni, ma anni. Cinque anni. Il 14 febbraio 2020 Davide Canevari tornava alla casa del Padre. Amato sposo e socio appassionato in questa visionaria avventura editoriale che è Nuova Energia . Manifestazione pubblica di un ricordo privato. Palide (con Davide) Scrivo - a titolo personale e professionale - di un rapporto che nella sua intensa unicità ha unito due persone che hanno condiviso ogni aspetto della propria esistenza, senza tenere fuori nulla, fino alla fine. Paola-e-Davide , insieme sempre : eravamo incarnazione di una congiunzione, quella “e” che ci univa nella diversità, nella condivisione senza fusione e confusione (Palide porta nel nome il segno di questa fortunata mescolanza).   La mia vita senza te non è così diversa, faccio tutto un po’ più piano ed ho tempo per me  (Tre allegri ragazzi morti, 2012). Anche per Nuova Energia  - come per me - esiste un prima, con Davide, e un dopo senza. In mezzo, quella data che divide il tempo e impasta le giornate di dolore. Un dolore grande, crudele e innaturale, che tuttavia non è riuscito (ancora) ad annientare il piccolo frutto della nostra tenace passione.   Io - e coloro che in questi cinque anni sono stati alimento e sostegno per Nuova Energia  - restiamo esseri desideranti . De-sidera : vediamo nel cielo, come una stella cometa, la scia di vita che Davide ha regalato : le aspirazioni, gli slanci, la bellezza della quale era innamorato, il modo solo suo di essere impegnato con la vita intera, di benedirla, di essere felice di vivere.   Qualcuno mi ha detto (a mo’ di consolazione) che forse Davide aveva terminato il suo compito su questa terra, ma non credo sia vero. Aveva ancora da mietere in tutti i campi che aveva seminato. Mi piace allora pensare che Davide stia ancora lavorando , portando a termine quel che aveva in cuore: i progetti, le speranze, i desideri. Ma non da lassù, non lontano e distante. Qui, vicino. E io lo devo aiutare, come sempre.   Mi piace pensare che posso essere lo strumento utile per realizzare i suoi sogni più belli , quelli più alti. Nuova Energia  era uno di questi: nel vasto mondo dell’energia (mai come oggi così di moda) contribuire a una informazione corretta e rispettosa, curiosa e aperta, rigorosa e - oso dire - giusta.   E Davide mi aiuterà a realizzare i miei, di sogni. Come sempre.   Paola PS Amare una persona vuol dire ricordarla innanzitutto: ri-cordare , averla nel cuore, averla dentro. Il ricordo diventa poi il principio di tutte le azioni: pensi, senti e agisci secondo l’altro che ami. Uno diventa ciò che ama. Ricordate Davide oggi, voi tutti che lo avete amato.

  • Transizione energetica, nel 2024 spesi nel mondo 2 trilioni di dollari

    La strada per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione si conferma molto costosa, oltre che non semplice da percorrere. Il rapporto Energy Transition Investment Trends 2025 di BloombergNEF, società di ricerca e analisi, rileva infatti che nel 2024 gli investimenti nelle tecnologie per la transizione energetica sono stati pari a 2,1 trilioni di dollari a livello globale. Una cifra mai raggiunta prima e che rappresenta un aumento dell’11 per cento rispetto all’anno precedente. La crescita è guidata dagli investimenti nell’elettrificazione dei trasporti , sia privati sia pubblici, e nelle infrastrutture di ricarica che hanno visto impiegati 757 miliardi di dollari. Seguono le spese sostenute per la generazione da fonti rinnovabili (eolico, solare, biomassa, geotermia, piccolo idroelettrico), con 728 miliardi di dollari, e quelle per le linee di trasmissione e distribuzione, le sottostazioni e la digitalizzazione delle reti, che hanno visto impiegati 390 miliardi di dollari. I maggiori investimenti si sono registrati in Cina , che con 818 miliardi di dollari ha segnato un aumento del 20 per cento rispetto al 2023. Negli Stati Uniti la capitalizzazione è stata pari a 338 miliardi di dollari, confermando di fatto il dato dell’anno precedente, mentre una crescita altrettanto importante anche se inferiore a quella cinese si è registrata in India e in Canada, rispettivamente con un aumento del 13 e del 19 per cento rispetto al 2023. In calo, invece, la spesa nella UE e nel Regno Unito, che si sono fermati, nell’ordine, a 381 miliardi e a 65,3 miliardi di dollari. Tuttavia, secondo gli analisti, per raggiungere l’obiettivo del Net Zero entro il 2050 gli investimenti globali per la transizione energetica dovrebbero essere in media di 5,6 trilioni di dollari l’anno dal 2025 al 2030.

  • Eolico onshore, anno record per la Germania (grazie al repowering)

    Anche se l’attenzione di operatori e investitori è sempre più orientata verso gli impianti offshore, nel 2024 l’eolico onshore in Germania ha registrato ottimi risultati. Nelle gare d’appalto del Bundesnetzagentur, l’Agenzia federale delle reti, sono stati infatti aggiudicati quasi 11 GW di capacità a terra (1.890 turbine per 10.996 MW), pari al 90 per cento del volume d’asta del 2024; un dato senza precedenti per il Paese. Tra le regioni, guida la classifica della nuova capacità assegnata la Renania Settentrionale-Vestfalia, con poco più di 4 GW, seguita dalla Bassa Sassonia con 2 GW.  Nel corso del 2024 sono state inoltre messe in funzione 635 nuove turbine , per una capacità totale di 3,25 GW . Più di un terzo del nuovo installato è stato realizzato nell’ambito di iniziative di repowering . Sul gradino più alto del podio troviamo sempre la Renania Settentrionale-Vestfalia, con 748 MW. Al secondo e terzo posto la Bassa Sassonia (673 MW) e lo Schleswig-Holstein (574 MW). Nel 2024 l’energia da eolico onshore , che con le nuove installazioni ha raggiunto una capacità totale di 63,4 GW, è stata la fonte più importante per la generazione di elettricità in Germania. Lo sviluppo dell’eolico terrestre dovrebbe continuare anche nel 2025: le associazioni di categoria prevedono infatti un incremento compreso tra 4,8 e 5,3 GW.

  • Energia e clima: le parole di Trump hanno un impatto ambientale?

    Nell’era di Donald Trump, rieletto Presidente degli Stati Uniti d’America, le preoccupazioni per il clima e l’energia non sono mai state così accese. Noto per il suo scetticismo verso le iniziative green , già in campagna elettorale Trump aveva promesso di fermare gli incentivi previsti dall’Inflation Reduction Act (IRA). E appena eletto, ne ha subito sospeso l’applicazione. Ma quanto sarà pragmatico, considerando suoi principali alleati l’economia USA e il lavoro? Lo stop agli incentivi per le fonti energetiche rinnovabili (FER) previsti dall’Inflation Reduction Act rappresenta però per il Presidente una sfida a più livelli. La misura dovrà infatti affrontare il necessario iter legale e amministrativo. Prima di tutto, bisognerà determinare quali incentivi possono essere effettivamente fermati e quali è sensato fermare.   Stop a progetti in gran parte già finanziati? O a quelli che hanno preso FID (Final Investment Decision, la fase più critica e cruciale nei grandi progetti energetici perché apre i finanziamenti per il progetto e ne inizia l’esecuzione) assegnando contratti e impegnando fornitori domestici? Per tacere delle cause legali che ne seguiranno… Tutto ciò richiederà un’analisi dettagliata dello status quo . E questo potrebbe notevolmente rallentare l’attuazione delle misure di Trump .   Ma il vero campo di battaglia sarà politico . Riuscirà Trump a mantenere il consenso degli elettori, soprattutto in un’epoca in cui le fonti rinnovabili - ovvero energia e clima - non sono più solo una questione ambientale, ma anche economica e sociale?   Nonostante l’avversione dichiarata per alcune attività, Trump potrebbe adottare un approccio più pragmatico . Se le iniziative sono economicamente sostenibili e generano posti di lavoro, fermarle completamente potrebbe rivelarsi controproducente. Insomma, pragmatismo  green : un impasto equilibrato di sostenibilità e creazione di posti di lavoro.   Alcune aree chiave meritano infatti una considerazione particolare. Batterie e accumuli , per esempio, cruciali per la stabilità della rete elettrica e per l’integrazione delle rinnovabili. Queste tecnologie potrebbero vedere un’applicazione selettiva degli stop, evitandone un blocco totale. O l e FER a grid parity : con il solare ormai competitivo con le fonti fossili, giustificare uno stop agli incentivi diventa difficile. Anche nel comparto automobilistico, con un mercato in crescita che rappresenta innovazione e posti di lavoro, fermare completamente gli incentivi alla mobilità elettrica potrebbe non essere pragmatico. L’economia parla chiaro.   C’è inoltre un paradosso nelle politiche dell’ America First . Molte delle istanze dell’Amministrazione conservatrice, interessata a proteggere gli interessi nazionali, si rivelano coerenti con alcune delle iniziative promosse dall’IRA. L’incremento della produzione domestica di terre rare , la tutela dell’industria automobilistica (elettrica) e siderurgica ( green ), il mantenimento della leadership tecnologica per la produzione di combustibili di nuova generazione per lo spazio e per l’industria militare, sono tutte finalità perfettamente in linea con lo slogan trumpiano America First .   Dunque, non ci sarebbe da sorprendersi se, in questo contesto, molte delle iniziative dell’IRA potrebbero continuare a essere incentivate, non tanto per le loro finalità ambientali ma per il loro contributo allo sviluppo industriale e alla sicurezza nazionale. Il pragmatismo economico e la creazione di posti di lavoro potrebbero finire per sconsigliare un blocco tout court  di queste misure, garantendo che gli obiettivi di Trump siano comunque raggiunti.   Conclusione: tempesta in un bicchier d’acqua? Le dichiarazioni di Trump hanno senz’altro generato preoccupazioni, ma l’effettiva implementazione delle sue politiche sarà arginata dagli ostacoli legali, amministrativi e politici. Il pragmatismo economico potrebbe portare a un’applicazione selettiva degli stop agli incentivi, mitigando gli effetti negativi sulle attività green . La tanto temuta traversata nel deserto  potrebbe rivelarsi meno drammatica del previsto, con molte iniziative verdi che continueranno a prosperare.   Federico Frassi

  • Gatti (Energy Advisor): “Reti e accumuli, i pilastri della transizione”

    In tutta Europa sono in programma grandi progetti per il rafforzamento delle reti elettriche, spesso non adeguate per trasportare l’energia prodotta dagli impianti rinnovabili, il più delle volte ubicati lontani dalle zone di maggior fabbisogno. Così come è sempre più stringente la necessità di accumuli, sempre per sfruttare al meglio la generazione green . Reti e accumuli rappresentano quindi veri e propri pilastri della transizione. Bene lo spiega, con la solita accuratezza, Giuseppe Gatti, editorialista di Nuova Energia . “La crescente penetrazione nei nostri sistemi elettrici delle rinnovabili intermittenti e non programmabili, impone due voci assolutamente prioritarie nell’agenda della politica energetica: reti (di trasmissione e di distribuzione) e accumuli. Storage e non batterie, quindi gli accumuli in assetto stazionario e non quelli orientati alla mobilità elettrica”. L’importanza di questa tematica è emersa in termini di eccezionale rilevanza in Germania, con l’esplosione dei prezzi registrata sul mercato elettrico tedesco nelle ultime settimane di dicembre 2024. “Un impazzimento - prosegue Giuseppe Gatti - dovuto a un fuori esercizio di alcune centrali nella Germania centro-meridionale, con difficoltà a instradare verso le aree in difficoltà l’energia ampiamente disponibile nei Länder del Nord. Situazione resa ancora più paradossale dal verificarsi negli stessi giorni di ripetuti casi di overcapacity  delle rinnovabili, con una produzione eolica sovrabbondante e non recepibile dalla rete”. Adeguare le reti e implementare i sistemi di storage deve quindi essere una priorità per ogni Paese, per non dissipare l’energia prodotta dagli impianti rinnovabili e vanificare il già difficile percorso della transizione.

  • Stati Uniti, 30 milioni di dollari per la geotermia ad alta temperatura

    Con la domanda elettrica in costante aumento e la necessità di accrescere la sicurezza degli approvvigionamenti, diventa fondamentale esplorare e sviluppare ogni fonte energetica. Negli Stati Uniti, il Dipartimento dell’Energia (DOE) ha annunciato lo stanziamento di 30 milioni di dollari (28,5 milioni di euro) per sviluppare la geotermia. Il contributo del DOE servirà a sostenere il programma Stimulate Utilization of Plentiful Energy in Rocks through High-temperature Original Technologies ( SUPERHOT ) che punta a sfruttare la geotermia ad alta temperatura. Obiettivo di SUPERHOT è sviluppare la costruzione di pozzi geotermici con materiali e sistemi completamente nuovi, in grado di accedere a risorse con temperature superiori a 375 °C e pressioni maggiori di 22 megapascal, con una vita operativa di 15 anni. Attualmente, per la mancanza di apparecchiature pronte all’uso in grado di gestire calore molto elevato, non si può accedere a temperature superiori a 220 °C. Secondo il DOE, poter attingere a serbatoi geotermici ad altissima temperatura consentirebbe di avere una capacità baseload di 10-20 GW entro il 2040 , contro i 4 GW attuali. Le progettazioni e i materiali saranno sottoposti a test di affidabilità approfonditi in strutture di prova ad hoc, per essere convalidati per condizioni di super-caldo prima di una loro implementazione. Le rocce sotterranee ad alta temperatura esistono ovunque, ma variano notevolmente in profondità; nelle regioni vulcaniche con un elevato gradiente geotermico come parti delle Hawaii, dell’Alaska e della costa occidentale degli Stati Uniti, temperature di 375 °C possono essere trovate a profondità di appena 5 km .

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