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  • Mobilità sostenibile: IIT Hydrogen si aggiudica la gara per un impianto a Bolzano

    L’altoatesina IIT Hydrogen, si è aggiudicata a fine febbraio 2025 una gara pubblica per la progettazione, la costruzione (in ATI con Strabag)  e la gestione di un nuovo impianto a idrogeno. Una capacità produttiva di 2.500 kg di H2 verde al giorno per alimentare la flotta di autobus della città di Bolzano. La gara è stata indetta da SASA , concessionaria per il trasporto pubblico su strada (autobus) nelle linee urbane, extraurbane e suburbane della città di Bolzano, nell’ambito dell’iniziativa Hydrogen Adige Valley, progetto finanziato dal PNRR per incentivare la produzione di idrogeno rinnovabile in zone industriali dismesse. Il nuovo impianto sorgerà nell’area in passato occupata dall’ex termovalorizzatore di Bolzano Sud e avrà una capacità produttiva di circa 2.500 kg di idrogeno verde al giorno , in buona parte destinati ad alimentare la flotta di autobus a idrogeno di SASA, contribuendo così a una mobilità più sostenibile. Se la tecnologia necessaria per la produzione e la distribuzione dell’idrogeno è complessa, altrettanto articolato è stato l’iter di aggiudicazione della gara , durato oltre un anno. In questo contesto, IIT Hydrogen - che gestisce già un impianto di produzione e distribuzione di idrogeno a Bolzano - è stata affiancata dagli avvocati Francesca Bisaro e Luciano Caligaris di  PQM Legal , studio legale di grande esperienza nel settore che ha garantito all’azienda di Bolzano un’assistenza strategica e operativa durante tutto il percorso.

  • ACS rilancia la programmazione per un piano di rinnovo delle scuole

    Presentato nella sede milanese di Cassa Depositi e Prestiti il Rapporto di ricerca Rilanciare la programmazione. Un piano di rinnovo delle strutture scolastiche, perché e come avviarlo  dell’Associazione Costruire Scuole - ACS. L’importanza dello strumento del Partenariato Pubblico Privato tra gli elementi decisivi per rinnovare e riqualificare un patrimonio ormai obsoleto, disomogeneo e talvolta inadatto alla didattica. La Ricerca 2024 di ACS ripercorre le fasi normative e le doti finanziarie in vigore in Italia per l’amministrazione e gestione delle strutture scolastiche e formula proposte affinché le norme e le disposizioni divengano attuative, investendo al meglio le risorse a disposizione .   Lanfranco Senn, presidente del Comitato scientifico di ACS, ha introdotto i lavori partendo dal titolo del Rapporto di ricerca. “Lo scopo di quanto fatto è ben detto nel titolo: rilanciare la programmazione. La maturazione della consapevolezza che occorre un rilancio della programmazione delle infrastrutture scolastiche, per guardare al problema nella sua interezza e complessità”.   Il problema è davanti agli occhi di tutti: mettere mano agli edifici scolastici. Come farlo? In modo nuovo, con uno sguardo che tenga conto della totalità dei fattori in gioco. “Non possiamo più fare una programmazione dell’edilizia scolastica come l’abbiamo sempre fatta. Troppe cose sono cambiate”.   La demografia del Paese è cambiata , e non solo in termini dimensionali; la popolazione di una grande città è diversa da quella di una piccola, di un piccolo comune, delle aree rurali e marginali. Pensare di programmare un rinnovo delle infrastrutture scolastiche in modo uniforme su tutto il territorio nazionale significa fare un grande errore e sprecare risorse.   La domanda di istruzione è cambiata. Cambiano le modalità didattiche, cambia il ruolo dell’insegnante: il modello formativo oggi esige non solo la trasmissione di conoscenze ma di competenze relazionali. Cambia l’oggetto e la modalità con cui educare. Anche il valore patrimoniale degli edifici è cambiato e rischia di essere sottoutilizzato. Serve orientare la programmazione degli interventi tenendo conto di questi cambiamenti .   “Ripensiamo la modalità di gestione in un’ottica di sussidiarietà - ha concluso Lanfranco Senn. Più Stato, più privati che lavorano insieme con lo stesso scopo, strutturando nuove forme di dialogo e di partecipazione”.   Mettendo insieme le competenze si può fare qualcosa di nuovo in modo efficace. Anche l’Europa - per esempio, nella Direttiva Efficienza Energetica (EED III), (UE) 2023/1791 - ribadisce la necessità di efficientare e riqualificare il patrimonio edilizio pubblico , per concorrere alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra, ma anche per migliorare la qualità dell’ambiente interno, la vita delle persone, la comodità degli edifici e, non ultimo, per favorire la riduzione delle spese pubbliche, liberando risorse da destinare ad altri fini.   Ciascuno Stato membro deve garantire che almeno il 3 per cento della superficie coperta utile totale degli edifici di proprietà degli enti pubblici sia ristrutturato ogni anno per trasformarli in edifici a emissioni zero o, quanto meno, in edifici a energia quasi zero.   “L’emergenza in cui versa lo stato dell’edilizia scolastica italiana impone una decisa capacità di rinnovamento e pianificazione - ha dichiarato Silvio Bosetti, presidente di ACS. Improrogabile intervenire nei prossimi 10 anni con il rinnovo di almeno 2.000 scuole”.   La situazione non può essere risolta con interventi di emergenza o disorganici; occorre accelerare nella convergenza di un robusto piano complessivo e condiviso tra le Istituzioni dello Stato con gli Enti Locali e le Autonomie Scolastiche, coinvolgendo l’imprenditoria pubblica e privata. L’iniziativa porterà a edifici più idonei alla didattica, sicuri, con forte attenzione alla sostenibilità e alla digitalizzazione .   And now, what? Il passo successivo per ACS è questo: cominciare a fare . Mettere in moto percorsi concreti, sperimentare il modello che l’associazione propone, fare progetti pilota. Le candidature sono aperte!

  • Rinnovabili, ERG rafforza la strategia Value over Volume per il 2025-2026

    Il Cda di ERG ha approvato il bilancio consolidato, la relazione sul governo societario e gli assetti proprietari al 31 dicembre 2024. Via libera anche all’aggiornamento del piano industriale e del piano ESG per il 2025-2026. Confermata la strategia Value over Volume  basata su una crescita selettiva e flessibile. La reazione dei mercati. Paolo Merli, amministratore delegato di ERG Un aumento di 579 MW di nuova capacità installata eolica e solare , attraverso un mix bilanciato di crescita organica - sia repowering sia greenfield - e M&A. Un portafoglio asset che ha raggiunto a fine 2024 oltre 3,8 GW. Cinque Power Purchase Agreement (PPA) firmati, per un totale di circa 500 GWh/anno. E un ammontare complessivo di circa 3,3 TWh/anno di energia rinnovabile prodotta dal Gruppo e venduta tramite contratti a lungo termine, che si confermano strumenti fondamentali per affrontare la persistente volatilità del mercato. Questi alcuni dei risultati 2024 presentati da ERG insieme all’aggiornamento della strategia e degli obiettivi per il periodo 2025-2026. “I risultati del 2024, e in particolare dell’ultimo trimestre, hanno risentito di una ventosità ampiamente inferiore allo scorso anno e alle medie storiche del periodo” - ha commentato Paolo Merli, amministratore delegato di ERG.   Il fenomeno, a livello di margine operativo, è stato interamente compensato dal contributo della nuova capacità installata, cresciuta di circa 580 MW , di cui oltre 300 MW negli Stati Uniti (nello specifico, un impianto eolico e un impianto solare, entrambi in esercizio, per complessivi 317 MW di capacità installata e una produzione stimata di circa 1 TWh).   Il repowering , strumento fondamentale per la transizione energetica, rimane centrale nella strategia di crescita di ERG . Il Gruppo può contare su 269 MW già entrati in esercizio, 29 MW in costruzione in Francia e Germania e su una pipeline di progetti di circa 800 MW di cui 380 MW già autorizzati.   Con l’aggiornamento della strategia di business, ERG conferma e rafforza l’approccio Value over Volume  basato su una crescita selettiva e flessibile . Il Gruppo rinnova così l’impegno verso lo sviluppo delle rinnovabili e delle tecnologie di accumulo, puntando a una capacità installata di 4,2 GW entro il 2026 (il target di crescita del portafoglio asset era stato fissato in precedenza a 4,5 GW).   “Nell’aggiornare il Piano 2024-2026 - conclude Merli - abbiamo rafforzato l’approccio selettivo Value over Volume, volto a massimizzare il ritorno degli investimenti concentrandoci su asset attualmente in costruzione, sviluppo organico e repowering ”. Anche in considerazione di tempistiche più lunghe rispetto a quelle attese per l’approvazione del Decreto FERX, nonché di un approccio più cauto negli USA in attesa di comprendere meglio gli orientamenti della nuova Amministrazione, il Gruppo prevede una diminuzione del 20% degli investimenti totali (pari a 1 miliardo di euro). Maggiore impulso ai progetti di battery storage (BESS) e ibridizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici, per aumentare la flessibilità del portafoglio asset , integrando la generazione di energia da sole e vento con sistemi capaci di bilanciarne la produzione e aumentarne l’efficacia.   La previsione di una crescita più contenuta - certamente dovuta a un contesto di mercato più complesso e caratterizzato da una maggiore volatilità - ha avuto un impatto negativo sui mercati: il titolo ha toccato i livelli più bassi degli ultimi mesi. Una reazione forse eccessiva, sulla quale pesano però anche le prospettive del settore delle rinnovabili , in un quadro normativo in evoluzione. La sostenibilità resta comunque al centro della strategia del Gruppo. Il Cda ha approvato l’aggiornamento del Piano ESG per il periodo 2025-2026; confermati l’impegno verso l’obiettivo Net Zero al 2040 e la promozione di politiche di D&I. In linea con quanto richiesto dalla nuova CSRD, ERG ha redatto la prima edizione del Bilancio Consolidato integrato , un reporting che integra l’informativa non finanziaria all’interno della Relazione sulla gestione, secondo i nuovi standard di rendicontazione ESRS.

  • Edison Energia, Piano di sviluppo al 2030 con tocco d’artista

    Edison Energia presenta i risultati 2024 e il Piano di sviluppo per i prossimi cinque anni. Soddisfazione per i traguardi raggiunti nella vendita di energia e dei servizi a valore aggiunto al mercato retail : +40 per cento la crescita lo scorso anno, raggiunti i tre milioni di contratti. E all’interno di Palazzo Edison, in mostra le tavole di Mimmo Paladino a corredo del Libro d’artista Lezioni americane di Calvino. Nella Sala Ottagonale di Palazzo Edison la mostra che espone tredici tavole e un’acquaforte di Mimmo Paladino Tre milioni di contratti ( +40 per cento la crescita nel 2024 ) e anticipo di due anni sul raggiungimento degli obiettivi del Piano di sviluppo. E non finisce qui. Alla luce dei risultati raggiunti, ai due milioni di euro già donati per le Comunità Energetiche Rinnovabili Solidali (CERS) Edison Energia aggiunge un altro milione di euro , per creare opportunità di formazione per i giovani che vogliono acquisire una qualifica professionale nel settore energetico.   “Non sono passati neanche due anni da quando ci siamo incontrati per celebrare i due milioni di contratti - ha esordito Massimo Quaglini, amministratore delegato di Edison Energia. Oggi siamo orgogliosi di aver raggiunto in anticipo il traguardo dei tre milioni, un risultato che testimonia la fiducia che i consumatori ripongono in Edison Energia”.   Le leve di sviluppo restano prossimità territoriale e ascolto del consumatore. Il cliente al centro  non è solo una dichiarazione d’intenti: una rete capillare di 1.000 negozi attivi in tutta Italia (saranno 1.500 nel 2030) e la collaborazione con migliaia di installatori su tutto il territorio nazionale ne sono concreta rappresentazione. Il cliente può fare affidamento su professionisti da incontrare in un luogo fisico, che con competenza, chiarezza e professionalità aiutano il consumatore a compiere le scelte energetiche più efficienti.   I clienti di Edison Energia possono inoltre fare affidamento su oltre 2.200 tecnici e manutentori 24 ore su 24, 7 giorni su 7 utilizzando Risolve , la piattaforma attraverso cui Edison affianca la tradizionale fornitura di energia elettrica e gas integrandola con la gestione delle utenze e la risoluzione degli inconvenienti di casa : dall’assistenza contro gli imprevisti domestici all’installazione di pannelli fotovoltaici e pompe di calore, dai sistemi di riscaldamento e climatizzazione alla mobilità elettrica, dall’assicurazione degli impianti al monitoraggio dei consumi.   Questo è il presente di Edison Energia, ma la società di Foro Bonaparte non si ferma qui. Ambiziosi gli obiettivi per il futuro: quattro milioni di contratti al 2028 , 25 per cento di quota mercato di autoconsumo collettivo al 2030, +17 per cento di installazioni CAGR di prodotti di efficienza energetica (fotovoltaico e pompe di calore), +7 per cento di quota mercato in questo segmento, 1.500 negozi e 3.000 installatori .   “Il nostro impegno quotidiano - ha commentato Nicola Monti, amministratore delegato di Edison - si traduce nella capacità di produrre energia in modo sempre più sostenibile e accompagnare i clienti nel processo di decarbonizzazione”.   In tutto questo, dove sta il tocco d’artista? Nella mostra allestita nella Sala Ottagonale di Palazzo Edison, dove sono esposte tredici tavole e un’acquaforte di Mimmo Paladino a corredo del Libro d’artista Lezioni americane  di Italo Calvino . Nel volume di gran pregio - l’edizione è curata da Henry Beyle - le opere grafiche di Paladino incontrano l’ultimo scritto di uno dei più grandi autori del Novecento. Un progetto sostenuto da Edison Energia, che ha voluto affiancare ai valori centrali per l’azienda, come l’ impegno per la sostenibilità (raccontato in un altrettanto pregevole fascicolo intitolato Appunti di sostenibilità ), quelli della bellezza dell’arte e della letteratura.

  • Energia Libera: Salvatore Pinto confermato alla Presidenza per un altro biennio

    La Giunta di Energia Libera ha confermato all’unanimità Salvatore Pinto come Presidente dell’Associazione per il prossimo biennio. Fondata nel 2012, Energia Libera rappresenta grandi aziende attive nel mercato della produzione e vendita di energia elettrica e gas e ha lo scopo di promuovere la libera concorrenza e l’innovazione nel settore energetico. Salvatore Pinto, presidente di Energia Libera “Continuare il percorso intrapreso cinque anni fa come presidente di Energia Libera rappresenta per me motivo di grande orgoglio e anche una grande responsabilità”. Queste le parole di Salvatore Pinto, a commento della decisione della Giunta di Energia Libera di confermare all’unanimità l’incarico di presidente dell’Associazione per il biennio 2025-2027. La scelta riflette l’apprezzamento per la leadership dimostrata nel corso degli anni e per i risultati ottenuti nel promuovere la liberalizzazione e la competitività del settore energetico. “In un momento cruciale per la transizione energetica, è fondamentale sostenere mercati aperti e competitivi che possano garantire benefici tangibili ai consumatori e favorire investimenti sostenibili”. Secondo il presidente Pinto, è anche necessario che “le misure di calmierazione dei prezzi dei prodotti energetici all’ingrosso, di cui si sta discutendo, non vadano a ridurre gli spazi di mercato e che si esca da logiche mirate a interventi di corto respiro, legati ad esigenze emergenziali per l’uno o l’altro settore”. Va cioè affrontato con decisione il nodo della politica energetica nazionale, attuando azioni lungimiranti e di carattere strutturale. In quest’ottica, Energia Libera continuerà a svolgere il suo ruolo di punto di riferimento per gli operatori energetici, favorendo il dialogo con le istituzioni e tutti gli stakeholder .

  • Energia e competitività, in Assolombarda le imprese al centro del confronto

    Caro energia e competitività delle imprese? La risposta a questa domanda complessa sembra essere chiara: le soluzioni ci sono, vanno attuate. Nella sede di Assolombarda - l’associazione delle imprese che operano nella Città Metropolitana di Milano e nelle province di Lodi, Monza e Brianza, Pavia - istituzioni, enti gestori dei servizi energetici, autorità di regolazione e imprese a confronto sul tema della transizione. Stefano Besseghini, presidente di ARERA Il titolo è già di per sé un manifesto: Le imprese al centro della transizione energetica. Strumenti, sfide, prospettive . L’evento organizzato da Assolombarda - associazione che per dimensioni e rappresentatività è la più importante di tutto il Sistema Confindustria ed esprime gli interessi di 7.066 imprese di ogni dimensione (conta circa 433.762 addetti) in tutti i settori merceologici - è servito per fare il punto sul percorso di decarbonizzazione in atto, oltre che sugli strumenti messi a disposizione delle imprese e sul contesto regolatorio. In un momento cruciale come quello attuale, serve orientare le imprese verso nuovi strumenti che le aiutino a stabilizzare o ridurre il prezzo dell’energia .   Il mondo dell’energia è sempre più complesso e le imprese che compongono il tessuto industriale italiano - per la maggior parte PMI - vanno aiutate nel processo di decarbonizzazione e di efficientamento energetico. Occorre rendere i meccanismi più semplici e le regole più chiare. “Il contesto dentro cui ci muoviamo - ha esordito il presidente di ARERA, Stefano Besseghini - è profondamente cambiato: nel percorso verso il net zero abbiamo perso il combustibile di transizione, il gas” .   E sebbene modificare i fondamentali nei periodi di emergenza non è mai cosa furba, il rialzo dei prezzi del gas ci sta riportando al fatto che i cambi di assetto si pagano e diventano un segnale stabile.    “Occorre tenere sotto controllo le situazione per consolidare le scelte fatte con la determinazione necessaria per portarle a termine - ha proseguito Besseghini - con una regia che sia il più possibile orientata al lungo periodo”.   Anche la regolazione sta cercando di confrontarsi con il mondo che cambia. Ci sono alcune novità regolatorie che stanno entrando in campo e che cambiano l’impostazione e l’assetto con cui gli possono usare la regolazione. "Non c’è niente di peggio di una regolazione ancorata a un modello preesistente e che non si confronta con la realtà”, ma questi nuovi strumenti vanno conosciuti.   La conoscenza dei meccanismi regolatori da parte delle imprese è un processo che ha una sua inerzia naturale (“Entrare nei meccanismi regolatori è come giocare a Monopoli: ti possono spiegare le regole 10 volte, ma finché non ci giochi non capsici”). Strumenti regolatori che offrono delle opportunità alle aziende e che hanno lo scopo di andare oltre uno mero schema incentivante, ancorché utile. Perché, conclude Besseghini, “fare gli incentivi è certo più facile; ma gli incentivi passano, gli assetti strutturali dovrebbero restare”.

  • Ricordando Davide, innamorato della vita - 14 febbraio 2020

    Cinque giorni che ti ho perso, mille lacrime cadute  cantava Michele Zarrillo nel 1994. Nel nostro caso non sono giorni, ma anni. Cinque anni. Il 14 febbraio 2020 Davide Canevari tornava alla casa del Padre. Amato sposo e socio appassionato in questa visionaria avventura editoriale che è Nuova Energia . Manifestazione pubblica di un ricordo privato. Palide (con Davide) Scrivo - a titolo personale e professionale - di un rapporto che nella sua intensa unicità ha unito due persone che hanno condiviso ogni aspetto della propria esistenza, senza tenere fuori nulla, fino alla fine. Paola-e-Davide , insieme sempre : eravamo incarnazione di una congiunzione, quella “e” che ci univa nella diversità, nella condivisione senza fusione e confusione (Palide porta nel nome il segno di questa fortunata mescolanza).   La mia vita senza te non è così diversa, faccio tutto un po’ più piano ed ho tempo per me  (Tre allegri ragazzi morti, 2012). Anche per Nuova Energia  - come per me - esiste un prima, con Davide, e un dopo senza. In mezzo, quella data che divide il tempo e impasta le giornate di dolore. Un dolore grande, crudele e innaturale, che tuttavia non è riuscito (ancora) ad annientare il piccolo frutto della nostra tenace passione.   Io - e coloro che in questi cinque anni sono stati alimento e sostegno per Nuova Energia  - restiamo esseri desideranti . De-sidera : vediamo nel cielo, come una stella cometa, la scia di vita che Davide ha regalato : le aspirazioni, gli slanci, la bellezza della quale era innamorato, il modo solo suo di essere impegnato con la vita intera, di benedirla, di essere felice di vivere.   Qualcuno mi ha detto (a mo’ di consolazione) che forse Davide aveva terminato il suo compito su questa terra, ma non credo sia vero. Aveva ancora da mietere in tutti i campi che aveva seminato. Mi piace allora pensare che Davide stia ancora lavorando , portando a termine quel che aveva in cuore: i progetti, le speranze, i desideri. Ma non da lassù, non lontano e distante. Qui, vicino. E io lo devo aiutare, come sempre.   Mi piace pensare che posso essere lo strumento utile per realizzare i suoi sogni più belli , quelli più alti. Nuova Energia  era uno di questi: nel vasto mondo dell’energia (mai come oggi così di moda) contribuire a una informazione corretta e rispettosa, curiosa e aperta, rigorosa e - oso dire - giusta.   E Davide mi aiuterà a realizzare i miei, di sogni. Come sempre.   Paola PS Amare una persona vuol dire ricordarla innanzitutto: ri-cordare , averla nel cuore, averla dentro. Il ricordo diventa poi il principio di tutte le azioni: pensi, senti e agisci secondo l’altro che ami. Uno diventa ciò che ama. Ricordate Davide oggi, voi tutti che lo avete amato.

  • Eolico onshore, anno record per la Germania (grazie al repowering)

    Anche se l’attenzione di operatori e investitori è sempre più orientata verso gli impianti offshore, nel 2024 l’eolico onshore in Germania ha registrato ottimi risultati. Nelle gare d’appalto del Bundesnetzagentur, l’Agenzia federale delle reti, sono stati infatti aggiudicati quasi 11 GW di capacità a terra (1.890 turbine per 10.996 MW), pari al 90 per cento del volume d’asta del 2024; un dato senza precedenti per il Paese. Tra le regioni, guida la classifica della nuova capacità assegnata la Renania Settentrionale-Vestfalia, con poco più di 4 GW, seguita dalla Bassa Sassonia con 2 GW.  Nel corso del 2024 sono state inoltre messe in funzione 635 nuove turbine , per una capacità totale di 3,25 GW . Più di un terzo del nuovo installato è stato realizzato nell’ambito di iniziative di repowering . Sul gradino più alto del podio troviamo sempre la Renania Settentrionale-Vestfalia, con 748 MW. Al secondo e terzo posto la Bassa Sassonia (673 MW) e lo Schleswig-Holstein (574 MW). Nel 2024 l’energia da eolico onshore , che con le nuove installazioni ha raggiunto una capacità totale di 63,4 GW, è stata la fonte più importante per la generazione di elettricità in Germania. Lo sviluppo dell’eolico terrestre dovrebbe continuare anche nel 2025: le associazioni di categoria prevedono infatti un incremento compreso tra 4,8 e 5,3 GW.

  • Energia e clima: le parole di Trump hanno un impatto ambientale?

    Nell’era di Donald Trump, rieletto Presidente degli Stati Uniti d’America, le preoccupazioni per il clima e l’energia non sono mai state così accese. Noto per il suo scetticismo verso le iniziative green , già in campagna elettorale Trump aveva promesso di fermare gli incentivi previsti dall’Inflation Reduction Act (IRA). E appena eletto, ne ha subito sospeso l’applicazione. Ma quanto sarà pragmatico, considerando suoi principali alleati l’economia USA e il lavoro? Lo stop agli incentivi per le fonti energetiche rinnovabili (FER) previsti dall’Inflation Reduction Act rappresenta però per il Presidente una sfida a più livelli. La misura dovrà infatti affrontare il necessario iter legale e amministrativo. Prima di tutto, bisognerà determinare quali incentivi possono essere effettivamente fermati e quali è sensato fermare.   Stop a progetti in gran parte già finanziati? O a quelli che hanno preso FID (Final Investment Decision, la fase più critica e cruciale nei grandi progetti energetici perché apre i finanziamenti per il progetto e ne inizia l’esecuzione) assegnando contratti e impegnando fornitori domestici? Per tacere delle cause legali che ne seguiranno… Tutto ciò richiederà un’analisi dettagliata dello status quo . E questo potrebbe notevolmente rallentare l’attuazione delle misure di Trump .   Ma il vero campo di battaglia sarà politico . Riuscirà Trump a mantenere il consenso degli elettori, soprattutto in un’epoca in cui le fonti rinnovabili - ovvero energia e clima - non sono più solo una questione ambientale, ma anche economica e sociale?   Nonostante l’avversione dichiarata per alcune attività, Trump potrebbe adottare un approccio più pragmatico . Se le iniziative sono economicamente sostenibili e generano posti di lavoro, fermarle completamente potrebbe rivelarsi controproducente. Insomma, pragmatismo  green : un impasto equilibrato di sostenibilità e creazione di posti di lavoro.   Alcune aree chiave meritano infatti una considerazione particolare. Batterie e accumuli , per esempio, cruciali per la stabilità della rete elettrica e per l’integrazione delle rinnovabili. Queste tecnologie potrebbero vedere un’applicazione selettiva degli stop, evitandone un blocco totale. O l e FER a grid parity : con il solare ormai competitivo con le fonti fossili, giustificare uno stop agli incentivi diventa difficile. Anche nel comparto automobilistico, con un mercato in crescita che rappresenta innovazione e posti di lavoro, fermare completamente gli incentivi alla mobilità elettrica potrebbe non essere pragmatico. L’economia parla chiaro.   C’è inoltre un paradosso nelle politiche dell’ America First . Molte delle istanze dell’Amministrazione conservatrice, interessata a proteggere gli interessi nazionali, si rivelano coerenti con alcune delle iniziative promosse dall’IRA. L’incremento della produzione domestica di terre rare , la tutela dell’industria automobilistica (elettrica) e siderurgica ( green ), il mantenimento della leadership tecnologica per la produzione di combustibili di nuova generazione per lo spazio e per l’industria militare, sono tutte finalità perfettamente in linea con lo slogan trumpiano America First .   Dunque, non ci sarebbe da sorprendersi se, in questo contesto, molte delle iniziative dell’IRA potrebbero continuare a essere incentivate, non tanto per le loro finalità ambientali ma per il loro contributo allo sviluppo industriale e alla sicurezza nazionale. Il pragmatismo economico e la creazione di posti di lavoro potrebbero finire per sconsigliare un blocco tout court  di queste misure, garantendo che gli obiettivi di Trump siano comunque raggiunti.   Conclusione: tempesta in un bicchier d’acqua? Le dichiarazioni di Trump hanno senz’altro generato preoccupazioni, ma l’effettiva implementazione delle sue politiche sarà arginata dagli ostacoli legali, amministrativi e politici. Il pragmatismo economico potrebbe portare a un’applicazione selettiva degli stop agli incentivi, mitigando gli effetti negativi sulle attività green . La tanto temuta traversata nel deserto  potrebbe rivelarsi meno drammatica del previsto, con molte iniziative verdi che continueranno a prosperare.   Federico Frassi

  • Rinnovabili, il Messico presenta il Piano al 2030

    Dopo l’elezione di Claudia Sheinbaum, prima Presidente donna nella storia del Paese, il Messico sta ultimando il proprio Piano energetico. Il governo messicano punta ad aumentare la quota di energia da fonte rinnovabile nel proprio mix, passando dall’attuale 22,5 per cento al 37,8 per cento al 2030. Claudia Sheinbaum, prima presidente donna nella storia degli Stati Uniti Messicani (più noti come Messico) In particolare, il fotovoltaico dovrà salire dal 5,2 all’8,3 per cento, l’energia da fonte eolica dal 5,8 al 12,9 per cento, l’ idroelettrico dal 5,9 al 7,5 per cento e la geotermia dall’1 al 1,1 per cento. Fotovoltaico, eolico e idroelettrico insieme porteranno la produzione rinnovabile annua dagli attuali 80 TWh a 155,6 TWh. Biomasse, nucleare e cogenerazione contribuiranno per il 4,3 per cento. Nel Piano continuerà comunque ad avere un ruolo fondamentale il gas naturale , che rappresenterà da qui al 2030 il 58,9 per cento della produzione di energia elettrica del Messico e permetterà di aumentare la capacità di generazione totale del Paese: da 356 TWh a 413 TWh. Non dovrebbe invece rimanere spazio per il carbone: la sua quota nella produzione di energia elettrica - 3,6 per cento - dovrà azzerarsi entro il 2030. Per sfruttare al meglio la prevista maggiore produzione rinnovabile sono già stati pianificati per i prossimi sei anni 145 progetti per adeguare ed espandere l’infrastruttura di rete della Repubblica federale presidenziale centroamericana.

  • Petrolio: trivellazioni targate Trump? Accoglienza fredda… come l’Alaska

    Nessun interesse per i diritti di trivellazione petrolifere relativi alla riserva naturale tra le più selvagge e incontaminate al mondo. Il balletto trivelle sì, trivelle no che va avanti dal 1977 è una coreografia complessa di funamboli in equilibrio che si barcamenano tra fattori ambientali, legislativi ed economici. Accoglienza gelida - quasi quanto i territori oggetto del contendere - quella riservata all’asta per la concessione dei diritti di trivellazione petrolifera all’interno dell’Arctic National Wildlife Refuge, in Alaska, uno degli ultimi santuari naturali veramente incontaminati rimasti.   È stato proprio il Dipartimento dell’Interno (DOI) , cui spetta la gestione e la tutela del demanio federale statunitense e cui appartengono i territori della riserva naturale, ad annunciare che la gara indetta dal Congresso per l’assegnazione di nuove licenze di perforazione è stata accolta con freddezza artica: nessuna azienda ha presentato la propria candidatur a. Da procedura, le manifestazioni preliminari di interesse per i 400.000 acri di parco in concessione dovevano essere inviate al più tardi entro il 6 gennaio 2025. La casella di posta del DOI è rimasta vuota.   Con il plauso degli ambientalisti, nel 2023 il presidente Biden aveva rimesso sotto tutela gli 8 milioni di ettari del più grande rifugio faunistico nazionale del Paese, ripristinando il bando alle trivellazioni risalente al 1980 e annullando le licenze già in essere assegnate da Donald Trump durante il suo primo mandato, dopo oltre 30 anni di silenzio delle trivelle.   Nel 2017, appena salito in carica, il leader biondo platino aveva infatti sancito l’apertura del santuario naturalistico alle attività petrolifere, con l’approvazione di una bozza di decreto fiscale frettolosamente convertito in legge. Un’ impresa che, per sua stessa affermazione, né Ronald Regan né altri erano riusciti a compiere: era dal 1977 che i Repubblicani cercavano di mettere le mani sul petrolio della zona , senza successo.   In base al provvedimento, le concessioni avrebbero dovuto essere assegnate in due tornate entro il 2024. Nelle previsioni repubblicane, le  royalties  avrebbero generato 2 miliardi di dollari in 10 anni , metà destinate al governo dello Stato dell’ultima frontiera, metà a foraggiare i tagli alle tasse dell’amministrazione federale.   La prima asta si tenne nel 2021 , due settimane prima che Trump uscisse di scena, e a onor del vero anche allora l’accoglienza fu a dir poco tiepida. Oltre a due piccole aziende cui furono assegnati due degli undici territori all’asta, l’unico offerente per le restanti nove aree fu l’Ente statale per lo sviluppo economico dell’Alaska. L’asta totalizzò offerte per un valore bassissimo: 14,4 milioni di dollari .   Al cambio di guardia, Joe Biden sospende le licenze assegnate. Le due realtà più piccole, incapaci di reggere l’incertezza, rinunciano. L’agenzia per lo sviluppo economico dell’Alaska, titolare delle licenze rimanenti, se le vede annullare legalmente: prima di indire la gara, il DOI non avrebbe adeguatamente valutato l’impatto delle trivellazioni sull’ecosistema protetto.   Quello di questi giorni non è dunque il primo flop . Secondo il Governo uscente questa seconda asta-fiasco in quattro anni sarebbe segno inequivocabile che «ci sono luoghi troppo speciali e troppo sacri per poter essere sfruttati», come dichiarato al New York Times  da Laura Daniel Davis, vicesegretario ad interim del DOI.   La lettura dei fatti sembra meno romantica.  Il report del 2023 voluto da Biden ha limitato l’estensione dei territori cedibili alle aziende petrolifere, ridotti a 400.000 ettari, il minimo utile a non violare il decreto del 2017. La pezzatura risicata ha reso però poco appetibile investire su un territorio così difficile e impervio. Più che ambientale, la questione sarebbe dunque principalmente economica. Riluttanti anche le banche: per finanziare imprese in una terra priva di infrastrutture (e a volte persino di strade), la posta in gioco deve essere più alta.   Il balletto pluriennale del fronte del sì e del no ha una coreografia complessa.  Dopo le lodi degli ambientalisti per il ripristino del divieto alle concessioni petrolifere, Biden incassa però anche una citazione in giudizio da parte del Governo dell’Alaska, secondo cui la sforbiciata all’estensione di territorio cedibile appare da subito come garanzia di fallimento. Tra le fila degli scontenti pare ovvio ci sia il governatore dell’Alaska, Mike Dunleavy , repubblicano e a capo di uno Stato le cui casse sono riempite per il 90 per cento dai proventi dei progetti petroliferi. Tra coloro che accusano Biden di aver sabotato l’asta sorprende invece trovare anche l’ONG di popoli nativi Voice of the Inupiat (VAI), dichiaratamente a favore dello sviluppo economico a base di petrolio. Il loro appoggio ha sollevato più di un dubbio . A dicembre scorso, il Guardian  aveva scoperchiato la pentola dei finanziamenti statali alle comunità indigene, rivelando che il VAI aveva ricevuto 1 milione di dollari «in cambio di una mano a neutralizzare l’opposizione alle trivelle di altri gruppi indigeni». Nagruk Harcharek, presidente del VAI dal 2022, sostiene che i fondi sarebbero serviti anche a iniziative di informazione sulla sfidante situazione dello Stato artico , e sull’importanza di irrobustirne l’economia; pertanto, ogni considerazione in merito all’argomento trivelle sarebbe da leggere in quest’ottica.   Intanto la seconda asta , che Biden aveva comunque deciso di indire rispettando il decreto del 2017, è andata deserta , chiudendo in qualche modo un cerchio in cui le parti devono nei fatti far quadrare economia locale, ambiente, dinamiche di mercato e appetibilità dei progetti.   Tra gli ambientalisti che esultano, affermando che «le compagnie petrolifere sembrano aver capito che trivellare in terre così remote è non solo troppo rischioso e complesso, ma anche semplicemente  sbagliato » e Mike Dunleavy che accusa Biden di aver gettato per quattro anni l’Alaska in un «incubo anti-sviluppo energetico destinato finalmente al termine con il ritorno di Trump», l’esasperante saga delle trivelle sembra destinata a protrarsi.   Per fortuna le parti che hanno più da perdere nella contesa - le oltre 300 specie che compongono la preziosa fauna locale - non leggono i giornali. Carolina Gambino

  • Alessandra Astolfi (IEG): “La transizione energetica non si ferma”

    Il futuro dell’energia e la transizione energetica saranno i protagonisti di KEY25, in programma dal 5 al 7 marzo alla Fiera di Rimini. Tutte le novità della prossima edizione nell’intervista ad Alessandra Astolfi, Global Exhibition Director della divisione Green & Technology di IEG. Alessandra Astolfi, Global Exhibition Director della divisione Green & Technology di IEG - Italian Exhibition Group In un 2024 destinato a essere ricordato come l’anno più caldo mai registrato fino ad oggi, la transizione energetica sembra vivere un rallentamento dovuto ai cambiamenti nello scenario geopolitico internazionale. Tuttavia, gli effetti del surriscaldamento sul clima e l’aumento dei costi dell’energia rendono evidente che la strada verso gli obiettivi di neutralità carbonica non può essere abbandonata.   KEY - The Energy Transition Expo , la manifestazione di Italian Exhibition Group (IEG) fra le più importanti in Europa dedicata alla transizione e all’efficienza energetica, offrirà u n’occasione unica di confronto e discussione su questi temi, riservando uno spazio senza pari al futuro dell’energia, con una visione trasversale su tutte le aree e tecnologie coinvolte.   Nuova Energia ne ha parlato con Alessandra Astolfi, Global Exhibition Director della divisione Green & Technology di IEG, che ha raccontato obiettivi e novità della prossima edizione (che nelle previsioni degli organizzatori sarà la più grande di sempre ).   “KEY è, come tutte le fiere, lo specchio del mercato; nel nostro caso, di un mercato in grande fermento e sempre più vivace. La manifestazione fornisce una visione trasversale e a 360° sulla transizione e l’efficienza energetica, dando spazio a tutti i settori coinvolti e sui quali è necessario continuare ad investire risorse e impegno”.   Questa trasversalità, oltre a caratterizzare il l’evento in maniera unica nel panorama fieristico europeo, lo rende anche particolarmente attrattivo.   “Realizzare un evento trasversale significa dare spazio, a livello espositivo e di contenuti, a tutti i settori coinvolti nella transizione. A KEY25 abbiamo confermato le sette aree classiche - fotovoltaico, eolico, efficienza energetica, stoccaggio, mobilità elettrica e città sostenibili - potenziando lo spazio per l’idrogeno in un nuovo salone ancora più ampio e verticale, organizzato in collaborazione con Hannover Fairs International, filiale italiana di Deutsche Messe”.   Sono previsti anche nuovi focus. Uno tra tutti: Su.port – Sustainable Ports for Energy Transition , dedicato all’ elettrificazione delle banchine portuali per promuovere la sostenibilità nei porti e accelerare lo sviluppo dell’ eolico offshore , in particolare floating. Ma qual è il ruolo effettivo che un evento come KEY può ricoprire per supportare la transizione energetica? “Il fermento che si respira nel mercato è sicuramente positivo, ma richiede una razionalizzazione. Un evento come KEY può ricoprire un ruolo fondamentale per guidare la transizione, grazie alla capacità di riunire gli stakeholder coinvolti con l’obiettivo di fare sistema”.   Per individuare soluzioni condivise che consentano di continuare sulla strada intrapresa, attraverso investimenti concreti nelle tecnologie più all’avanguardia che potranno abilitare questo cambiamento, è necessaria infatti la collaborazione di tutti. “La transizione energetica è un percorso, e come tale potrà incontrare resistenze e ostacoli che non sempre le consentiranno di procedere in maniera lineare. Ma è anche una sfida da cogliere con coraggio: è una strada tortuosa, che va percorsa insieme, con decisione e consapevolezza, per realizzare un futuro migliore e più sostenibile per tutti”. Un messaggio che KEY - The Energy Transition Expo, ha voluto sintetizzare anche nel suo primo video manifesto. KEY25 IN NUMERI Date: 5-7 marzo 2025 Luogo: Fiera di Rimini di Italian Exhibition Group Superficie espositiva: 90.000 metri quadri lordi, 20 padiglioni 7 settori merceologici : fotovoltaico, eolico, idrogeno, energy storage, efficienza energetica, e-mobility, Sustainable City Espositori attes i: +20 per cento vs 2024

  • Melchiotti (CESI): “Interconnessioni fondamentali per un sistema elettrico resiliente”

    In uno scenario teso alla decarbonizzazione e all’elettrificazione spinta dei consumi, è impossibile scegliere una singola fonte o una singola parola chiave per descrivere il settore energetico. Per un sistema elettrico resiliente diventa necessario parlare di mix, di flessibilità della domanda e delle reti. Questo uno dei temi al centro dell’intervista di copertina a Nicola Melchiotti, CEO di CESI, che apre il numero di Nuova Energia . Nicola Melchiotti, CEO di CESI “In un mondo in cui il costo di generazione tramite fonti rinnovabili è diventato molto competitivo - esordisce Melchiotti - la flessibilità assume più valore, permettendo di equilibrare la generazione e la domanda di energia, caratteristica necessaria per il buon funzionamento del sistema elettrico”. Flessibilità che può essere garantita con diverse tecnologie, come le interconnessioni elettriche, stoccaggi, pompaggi, demand-response , integrazione settoriale. Proprio le interconnessioni possono rappresentare una delle soluzioni per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti . L’ottimizzazione di un sistema integrato è infatti più efficace ed efficiente dell’ottimizzazione di sistemi isolati. Per questo, le interconnessioni sono un elemento fondamentale per ottimizzare i costi dell’energia e garantire un sistema energetico stabile e resiliente, con la flessibilità necessaria per poter diversificare le fonti di generazione. “In CESI siamo leader globali nello studio e nella progettazione di corridoi energetici. Per oltre 60 anni abbiamo partecipato ai principali progetti di interconnessione a livello globale, acquisendo competenze uniche nel disegno, nella simulazione e nell’innovazione tecnologica”. Attualmente CESI sta partecipando alla progettazione e realizzazione del Green Energy Corridor , tra Mar Caspio ed Europa dell’Est, del corridoio Elmed, tra Italia e Tunisia, dell’Harmony Link, tra Polonia e Lituania, della futura linea HVDC tra Lettonia e Svezia, e a progetti di interconnessione tra Etiopia e Kenya e tra Mozambico e Zambia .   Al settore energetico sono proposte nuove sfide anche dal cambiamento climatico. Ondate di calore, inondazioni, sbalzi di temperatura, picchi di consumo elettrico, generano stress elevati e continui, che richiedono un nuovo livello di affidabilità per le reti elettriche . Quali strumenti possono essere introdotti per aumentare la resilienza delle reti? “Affidabilità e resilienza richiedono un lavoro congiunto e coordinato su tutta la catena del valore: singoli componenti, rete di trasmissione e di distribuzione, interconnessioni, generazione, connessioni con i clienti finali. Nei laboratori CESI testiamo l’affidabilità dei singoli componenti elettrici, sottoponendoli a sbalzi termici, sovratensioni e simulazioni di condizioni meteorologiche estreme, che mettono in luce scostamenti tra il mondo teorico delle specifiche tecniche e le performance in condizioni reali”. CESI fornisce inoltre studi di fattibilità per nuove infrastrutture, analisi costi-benefici basate su modelli e simulazioni di prezzi di mercato, servizi di ingegneria specialistica, valutazione di nuove tecnologie, certificazione e monitoraggio delle performance con algoritmi di ultima generazione, utilizzati nelle sale controllo di TSO e DSO.

  • Eolico offshore, in Belgio prodotti 7 TWh nel 2024

    Secondo i dati rilasciati dalla Belgian Offshore Platform (BPO), associazione degli investitori e proprietari di parchi eolici nel Mare del Nord, nel 2024 l’eolico offshore del Belgio ha prodotto complessivamente 7,07 TWh, pari all’8,7 per cento del consumo di elettricità del Paese. Un dato in calo rispetto a quello del 2023 , che aveva registrato una produzione di 8 TWh, a causa della minore intensità e frequenza del vento in estate e in autunno, inferiori alla media del periodo. Attualmente nella parte belga del Mare del Nord sono in funzione otto impianti, dotati complessivamente di 399 turbine per una capacità totale di 2,26 GW : C-Power (325 MW), Belwind (171 MW), Northwind (216 MW), Nobelwind (165 MW), Rentel (309 MW), Norther (370 MW), Northwester II (219 MW) e SeaMade (487 MW). La Belgian Offshore Platform ha anche annunciato la prossima realizzazione di tre nuovi parchi eolici offshore nella zona di sviluppo Princess Elisabeth , che porteranno la capacità offshore del Paese a 5,8 GW, avvicinando l’obiettivo del Belgio di avere una capacità eolica offshore di 6 GW entro il 2030 e di 8 GW entro il 2040. Con gli attuali 2,26 GW da eolico offshore il Belgio si colloca al quinto posto in Europa, dietro al Regno Unito (14,8 GW), alla Germania (8,85 GW), ai Paesi Bassi (4,7 GW) e alla Danimarca (2,7 GW). La BPO ha comunque sottolineato come la lentezza del progetto di rafforzamento della rete Boucle du Hainaut e il ritardo nell’autorizzazione del collegamento ad alta tensione Ventilus non permettono di prevedere quando i nuovi parchi eolici in via di realizzazione saranno in grado di immettere elettricità nella rete.

  • Bulgaria, 166 milioni per adeguare l’infrastruttura di rete

    Per sfruttare al meglio il potenziale della crescente generazione rinnovabile, il Ministero dell’Energia della Bulgaria ha annunciato un finanziamento di 166 milioni di euro per sostenere gli interventi previsti dai gestori della rete di trasmissione elettrica del Paese. Di questi 166 milioni di euro, 65 milioni saranno destinati all’Electricity System Operator, il TSO bulgaro, a sostegno della prima fase del progetto Greenabler, che mira a migliorare e potenziare la rete di trasmissione elettrica della Bulgaria. Il progetto, del valore complessivo di 857 milioni di euro e sostenuto anche dal Fondo per la modernizzazione dell’Unione Europea, dovrebbe facilitare l’integrazione di 4,5 GW di nuova capacità rinnovabile . La prima fase prevede la ricostruzione di 720 chilometri di linee elettriche esistenti per aumentarne la tensione nominale da 220 kV a 400 kV e il potenziamento delle sottostazioni adiacenti, che passeranno da 220/110 kV a 400/110 kV. Le fasi successive vedranno, tra l’altro, il potenziamento della linea elettrica Hemus-Stara Planina, da 220 kV a 400 kV, l’ammodernamento di quasi 890 chilometri di linee da 110 kV e il raddoppio di oltre 92 chilometri di elettrodotti da 110 kV. I rimanenti 101 milioni di euro saranno invece destinati dal Ministero dell’Energia a tre società di distribuzione per la modernizzazione delle reti di distribuzione, l’installazione di contatori intelligenti, per migliorare i sistemi informativi e per integrare i trasformatori di rete per la regolazione automatica della tensione.

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