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Accumulo a batteria: BESS, sorpresa col botto (episodio 1)

  • ACCUMULI
  • 24 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 5 mag

Il devastante incendio di inizio anno a Moss Landing, sito di stoccaggio energetico a batterie in California, è l’ultimo di una serie di incidenti che hanno cambiato la percezione della sicurezza  e minato l’accettabilità dei BESS, i sistemi di accumulo energetico a batteria.

accumulo a batteria

A gennaio 2025 uno dei due impianti di stoccaggio gemelli posti a supporto della centrale a gas di Moss Landing, sulla Baia di Monterey, California, prende fuoco. 1.200 residenti della zona vengono evacuati e, come da protocollo di gestione degli incendi «a base di litio», si attende che il fuoco si estingua da solo.


Dopo 24 ore, le fiamme sono diminuite a tal punto da permettere ai cittadini il rientro a casa, riporta la CNN, ma l’80 per cento delle batterie è andato. A febbraio, quasi un mese dopo, l’incendio riparte ma rimane sotto controllo. Il danno è irreparabile: la maggior parte delle batterie viene scollegata, si stima ci vorrà un anno per bonificare l’area dell’impianto.

 

L’incidente a sistemi di accumulo a batteria non è l’unico né l’ultimo di dimensioni ragguardevoli e gravità significativa. I media US ne riportano una serie, tra cui quello dell’impianto di proprietà di LS Power a San Diego, definito il più grande sito di BESS al mondo - 16.000 piedi quadrati, circa 1.400 metri quadri. Un incendio durato cinque giorni. con un balletto di ordini di evacuazione annullati e ripristinati, per due successive riaccensioni.

 

Tra gli addetti ai lavori c’è chi sostiene che il numero di incendi possa crescere notevolmente man mano che i giant array - i giganteschi agglomerati di batterie che compongono gli impianti di storage - si moltiplicano e si avvicinano alle aree urbanizzate dove il bisogno di energia è maggiore. Ma soprattutto, si punta il dito contro quelle aziende che, nella corsa a soddisfare una domanda crescente, privilegiano il fattore riduzione del costo dimenticando di lavorare adeguatamente sulla sicurezza dei propri prodotti.

 

Il report 2024 dei consulenti di Clean Energy Associates, frutto di sei anni di indagini sul 64 per cento dei produttori di maggior spicco nell’industria dei BESS sembra dare ragione: oltre un quarto delle unità analizzate presenta difetti di produzione che rendono inefficaci i dispositivi di individuazione e soppressione dei principi di incendio. Un altro 18 per cento mostra difetti alla componentistica che gestisce la temperatura. I difetti di sistema ammontano alla metà dei difetti identificati nello studio.

 

L’analisi è stata condotta in fabbrica, non sui siti reali. I dati confermerebbero dunque che la corsa alla produzione di BESS innescata dalle previsioni sulla domanda in crescita (+30 per cento l’anno fino al 2030, secondo McKinsey) ha impattato inesorabilmente i processi produttivi del settore. [Continua]

Carolina Gambino

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