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  • Auto elettriche al servizio della rete: l’Europa è pronta al V2G?

    Con l’aumento della quota di energia rinnovabile immessa in rete, cresce la necessità di sistemi flessibili. Le auto elettriche, grazie alla ricarica bidirezionale, possono svolgere un ruolo importante per garantire la stabilità del sistema elettrico. Progetti in tutta Europa, Italia inclusa, dimostrano che la tecnologia Veichle to Grid  può diventare presto realtà. La crescente penetrazione di energia solare ed eolica - per loro natura intermittenti e non programmabili - comporta la necessità di aumentare la flessibilità del sistema elettrico . Infatti, secondo uno studio condotto da Eurelectric in collaborazione con EY, entro il 2030 la domanda di flessibilità in Europa raddoppierà rispetto al 2021, con aumenti anche del 140 per cento in alcune fasi della giornata. Dati che mettono in luce la necessità di adeguare le infrastrutture per mantenere la stabilità e la sicurezza della rete. Una risposta concreta può arrivare dalla mobilità elettrica. I veicoli elettrici (EV) non sono solo mezzi di trasporto sostenibili: le loro batterie, che in media restano inutilizzate per 23 ore al giorno, possono trasformarsi in vere e proprie riserve energetiche mobili . Con una capacità potenziale di 114 TWh entro i prossimi cinque anni, gli EV possono quindi rappresentare una risorsa strategica per lo stoccaggio distribuito . La chiave per attivare  questo potenziale è la cosiddetta ricarica bidirezionale (Vehicle-to-X o V2X): una tecnologia che consente alle auto elettriche non solo di assorbire energia, ma anche di restituirla alla rete (Vehicle-to-Grid), a un’abitazione (Vehicle-to-Home) o a un edificio (Vehicle-to-Building). Rappresenta quindi un passo decisivo verso un sistema energetico intelligente, in cui l’auto diventa un attore attivo . Tanti i progetti che hanno dimostrato il potenziale di questa tecnologia. In Danimarca, il progetto Parker  ha sperimentato l’uso del V2G su flotte di veicoli tra il 2016 e il 2018, dimostrando la possibilità di contribuire alla stabilizzazione della rete attraverso il peak shaving . Nel Regno Unito, Electric Nation Vehicle to Grid ha coinvolto dal 2020 al 2022 100 automobilisti dotati di EV, testando la remunerazione degli utenti per l’energia restituita alla rete. In Belgio, il progetto Elia V2G  ha applicato la ricarica bidirezionale in contesti residenziali e aziendali, fornendo servizi di regolazione della frequenza alla rete elettrica nazionale. L’UE ha cofinanziato con circa 10 milioni di euro il progetto SCALE  (Smart Charging Alignment for Europe) che sta sviluppando infrastrutture intelligenti e interoperabili per la ricarica e lo scambio bidirezionale di energia in 13 siti pilota distribuiti tra Paesi Bassi, Germania, Francia, Svezia, Norvegia e Ungheria, con l’obiettivo di facilitare l’integrazione dei veicoli elettrici nel sistema energetico europeo.  Anche l’Italia si sta muovendo. Tra i vari progetti, quello nel polo industriale di Mirafiori, a Torino, dove è stata realizzata quella che attualmente è la più grande infrastruttura Vehicle-to-Grid al mondo, con l’installazione di colonnine V2G che possono connettere fino a 700 veicoli elettrici. Sempre in Italia, il progetto DrossOne V2G  prevede la creazione entro il 2027 di un parcheggio V2G da 25 MW , in grado di offrire servizi di accumulo ultraveloci ai gestori di rete. Una tecnologia fondamentale per la transizione energetica a cui T he smarter E Europe 2025  dedicherà un’intera area espositiva nell’ambito di Power2Drive , la manifestazione dedicata alle infrastrutture di ricarica e alla mobilità elettrica . Nel padiglione C6 accanto al Power2Drive Forum, i visitatori potranno scoprire dimostrazioni live, progetti pilota e casi d’uso europei e internazionali, che mostrano come città e aziende stiano già integrando la ricarica bidirezionale per ottimizzare i consumi e ridurre i costi.   Organizzata da Solar Promotion, The Smarter E Europe , la più grande piattaforma europea per il settore dell’energia , comprende anche le fiere settoriali Intersolar Europe , la manifestazione leader mondiale per l’industria solare, EM-Powe r , dedicata alla gestione dell’energia e alle soluzioni energetiche interconnesse, ed ees Europe , dedicata alle batterie e i sistemi di stoccaggio dell’energia. The Smarter E Europe 7-9 maggio 2025 Messe München

  • Accumulo a batteria: BESS, sorpresa col botto (episodio 1)

    Il devastante incendio di inizio anno a Moss Landing, sito di stoccaggio energetico a batterie in California, è l’ultimo di una serie di incidenti che hanno cambiato la percezione della sicurezza  e minato l’accettabilità dei BESS, i sistemi di accumulo energetico a batteria. A gennaio 2025 uno dei due impianti di stoccaggio gemelli posti a supporto della centrale a gas di Moss Landing, sulla Baia di Monterey, California, prende fuoco. 1.200 residenti della zona vengono evacuati e, come da protocollo di gestione degli incendi «a base di litio», si attende che il fuoco si estingua da solo . Dopo 24 ore, le fiamme sono diminuite a tal punto da permettere ai cittadini il rientro a casa, riporta la CNN, ma l’80 per cento delle batterie è andato . A febbraio, quasi un mese dopo, l’incendio riparte ma rimane sotto controllo. Il danno è irreparabile: la maggior parte delle batterie viene scollegata, si stima ci vorrà un anno per bonificare l’area dell’impianto.   L’incidente a sistemi di accumulo a batteria non è l’unico né l’ultimo di dimensioni ragguardevoli e gravità significativa. I media US ne riportano una serie, tra cui quello dell’impianto di proprietà di LS Power a San Diego, definito il più grande sito di BESS al mondo - 16.000 piedi quadrati, circa 1.400 metri quadri. Un incendio durato cinque giorni . con un balletto di ordini di evacuazione annullati e ripristinati, per due successive riaccensioni.   Tra gli addetti ai lavori c’è chi sostiene che il numero di incendi possa crescere notevolmente man mano che i giant array  - i giganteschi agglomerati di batterie che compongono gli impianti di storage - si moltiplicano e si avvicinano alle aree urbanizzate dove il bisogno di energia è maggiore. Ma soprattutto, si punta il dito contro quelle aziende che, nella corsa a soddisfare una domanda crescente , privilegiano il fattore riduzione del costo dimenticando di lavorare adeguatamente sulla sicurezza dei propri prodotti.   Il report 2024 dei consulenti di Clean Energy Associates, frutto di sei anni di indagini sul 64 per cento dei produttori di maggior spicco nell’industria dei BESS sembra dare ragione: oltre un quarto delle unità analizzate presenta difetti di produzione che rendono inefficaci i dispositivi di individuazione e soppressione dei principi di incendio. Un altro 18 per cento mostra difetti alla componentistica che gestisce la temperatura . I difetti di sistema ammontano alla metà dei difetti identificati nello studio.   L’analisi è stata condotta in fabbrica, non sui siti reali. I dati confermerebbero dunque che la corsa alla produzione di BESS innescata dalle previsioni sulla domanda in crescita (+30 per cento l’anno fino al 2030, secondo McKinsey) ha impattato inesorabilmente i processi produttivi del settore. Carolina Gambino

  • Energia e Intelligenza Artificiale, un’opportunità da cogliere

    In un settore sempre più complesso come quello dell'energia è fondamentale la corretta gestione della generazione rinnovabile per mantenere la stabilità e sicurezza del sistema elettrico. Un aiuto e un’opportunità arriva da digitalizzazione e dall'Intelligenza Artificiale. Comunità energetiche, distretti industriali, sistemi di storage, aggregatori virtuali, prosumer… Il mondo dell’energia sta attraversando una vera e propria rivoluzione che, come tutte le trasformazioni radicali, porta con sé problematiche ma anche opportunità. Se da un lato, infatti, la sempre maggiore produzione di energia rinnovabile può mettere in crisi la stabilità del sistema elettrico, dall’altra apre la strada allo sviluppo e applicazione di nuove tecnologie.   Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale (AI) nel settore dell'energia è stato al centro dell’incontro AI ed Energia: mix esplosivo o connubio perfetto? , organizzato da MCE - Mostra Convegno Expocomfort in collaborazione con il team Energy & Strategy del Politecnico di Milano all’interno del percorso di avvicinamento a MCE 2026.   Nella cornice mai così appropriata del MADE Competence Center del PoliMi, vera e propria fucina di innovazione made in Italy , sono stati presentati i dati della ricerca sull’ Italian AI Energy Industry Assessment, che vuole identificare le sinergie tra AI e mondo dell’energia.   “Abbiamo bisogno di algoritmi specifici per il mondo energetico - ha dichiarato Davide Chiaroni, vice director e co-founder Energy & Strategy PoliMi. L’intermittenza delle FER rende infatti necessario generare un forecast preciso. L’AI permette di fare maintenance  e asset optimization con un’efficacia maggiore rispetto al passato”.   Applicazioni per il monitoraggio, l’ottimizzazione mono-asset e multi-asset, il dispatching management e il trading stanno diventando infatti imprescindibili per le utility, per le ESCo, per i TSO e DSO e per chi ha impianti di generazione, ma anche per chi l’energia la consuma. Ma quante sono in Italia le aziende che offrono applicazioni AI nel settore energetico? La ricerca ha evidenziato come su circa 1.500 aziende che sviluppano software , 497 offrono servizi nell’ambito Data & AI; di queste però, solo 97 forniscono soluzioni specifiche per il settore energetico , che rappresenta quindi un’area con potenziali opportunità di sviluppo.   L'Intelligenza Artificiale che, combinata con tecnologie IoT e Smart Grid, può trasformare anche i sistemi di riscaldamento e di climatizzazione, consentendo di ridurre gli sprechi energetici e le emissioni. E proprio l’impatto dell’IA per i professionisti del settore HVAC+R sarà tra i temi dell'edizione 2026 di MCE - Mostra Convegno Expocomfort.   “Il settore HVAC - ha dichiarato Massimiliano Pierini, managing director RX Italy, organizzatore dell'evento - può giocare un ruolo importante nel processo di transizione energetica. E la digitalizzazione sarà uno dei focus della prossima edizione di MCE che da sempre è sinonimo di innovazione”.   MCE - Mostra Convegno Expocomfort  24-27 marzo 2026 Rho Fiera Milano

  • Politica energetica: dopo la Russia, l’America. Nuova sfida per l’Europa

    L’aggressione russa all’Ucraina ha imposto all’Europa di rimodellare rapidamente il proprio sistema energetico. Un disegno che ha potuto realizzarsi grazie all’accordo tra la Commissione Europea e l’Amministrazione Biden. Ora Trump mette a rischio anche il gas americano, ma la sua furia distruttrice sta diventando un elemento di propulsione per ridare fiato, anche attraverso la politica energetica, alla costruzione dell’unità europea. L’incendio dei prezzi innescato da Gazprom sin dalla primavera del 2021 - per agevolare il Cremlino nel finanziamento della guerra iniziata nel febbraio 2022 con la brutale aggressione all’Ucraina - ha imposto all’Europa di rimodellare in profondità il proprio sistema energetico .   L’impresa non era facile: l’Unione Europea acquistava da Gazprom circa il 40 per cento delle sue importazioni di gas , un volume non facilmente sostituibile in tempi brevi. Tuttavia, quasi tutti i Paesi UE si sono adoperati per affrancarsi dal gas russo, la cui quota nel 2023 si era ridotta al 15 per cento dell’import.   La nuova politica energetica e la strategia di diversificazione delle fonti ha fatto perno sullo sviluppo del GNL , che copre oggi circa un terzo del consumo globale del gas naturale nella UE. E la sua quota è destinata a crescere.   Questo disegno ha potuto realizzarsi grazie all’accordo tra la Commissione Europea e l’Amministrazione Biden, con la creazione di una task force per la sicurezza energetica. In questo modo, già nel 2022 l’Europa si è assicurata un aumento delle forniture di GNL per 15 miliardi di metri cubi, con l’obiettivo di giungere a 50 miliardi di metri cubi addizionali al 2030 . In forza di questi accordi, oggi le importazioni dagli USA coprono circa il 50 per cento dei 120 miliardi di metri cubi di GNL importato e il loro ruolo è essenziale.   Si è così raggiunto un nuovo equilibrio, ancora da consolidare e che rischia ora di andare completamente in frantumi. Sono state sufficienti poche settimane a Donald Trump per sconvolgere gli assetti geopolitici strutturati in alcuni elementi essenziali dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi, stravolgere linee guida che hanno retto la politica americana sotto le più diverse amministrazioni.   “Detto con parole meno forti, The Donald ha una concezione transazionale della politica estera: non ci sono sistemi di valore da difendere, l’Occidente è un’entità astratta, anzi inconsistente, contano solo gli interessi immediati dell’America. Che poi le politiche trumpiane colgano effettivamente gli interessi dell’America è ancora da dimostrare...”.   I punti fermi del nuovo corso della politica estera americana sono comunque chiari: dare a Putin un salvagente che gli consenta di affrancarsi dalla sostanziale sudditanza a Pechino, staccando così la Russia dalla Cina, che per Trump è il vero avversario. E - secondo obiettivo evidente - mandare in frantumi l’Unione Europea ignorandola come entità politica, per trattare da posizione di forza di volta in volta con ciascuno dei 27. […] Leggi un estratto dell’analisi di Giuseppe Gatti su Nuova Energia

  • Teleriscaldamento, Alessandro Cecchi eletto presidente AIRU per il triennio 2025-2028

    L’assemblea dei Soci AIRU, riunitasi a Milano l’8 aprile, ha rinnovato gli organi associativi che guideranno l’Associazione per il triennio 2025-2028. Alessandro Cecchi eletto presidente all’unanimità. Al centro dell’azione associativa, crescita e sostenibilità della filiera del teleriscaldamento. La nuova squadra AIRU. Da sinistra, Simone Rossi, Alessandro Cecchi, Roberto Amidei, Luca Rigoni È Alessandro Cecchi il nuovo presidente dell’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano   AIRU per il triennio 2025-2028. L’Assemblea dei Soci AIRU, riunita a Milano, lo ha eletto all’unanimità . Cecchi guiderà l'associazione con una solida esperienza nel settore e una visione strategica orientata alla crescita e alla sostenibilità del teleriscaldamento e del teleraffrescamento.   “Sono onorato dell’ampia fiducia ricevuta dall’Assemblea - ha dichiarato Cecchi, a margine dell’assemblea - e assicuro l’impegno di AIRU nel perseguire gli obiettivi della decarbonizzazione, della sicurezza energetica e della competitività del nostro Paese”.   Laureato in ingegneria chimica all’Università di Genova, Alessandro Cecchi è dal 2015 direttore Affari Regolatori di Iren. È stato responsabile Corporate Strategy e Regolatorio in ERG e responsabile Regolazione dei mercati elettrico e ambientale in Sorgenia, oltre a poter vantare una lunga esperienza associativa (è stato presidente di ANFIDA, Associazione Nazionale Degli Industriali degli Acquedotti).   “AIRU lavorerà con le Istituzioni e in stretta sinergia con tutta la filiera - ha concluso Cecchi - per contribuire alla definizione di un quadro di regole stabili che favoriscano gli investimenti nel settore, valorizzando il teleriscaldamento per la sua capacità di introdurre più efficienza, più sostenibilità e più flessibilità grazie all’utilizzo di risorse locali come le fonti rinnovabili e il calore di scarto”.   I Vice Presidenti designati sono Roberto Amidei (Geo Energy Service), Luca Rigoni (A2A Calore e Servizi) e Simone Rossi (Hera). L’Assemblea ha anche eletto i componenti del nuovo Consiglio Direttivo dell’Associazione, espressione sempre più completa delle diverse anime del comparto, il Collegio dei Probiviri e il Collegio dei Revisori dei Conti.

  • Reti elettriche e transizione, è l’ora dei gemelli… digitali!

    Le tecnologie per la gestione dell’energia sono necessarie per la sicurezza delle reti elettriche. Tra queste, i gemelli digitali consentono agli operatori di monitorare in tempo reale le condizioni della rete, migliorando l’efficienza, riducendo i costi e aumentando la stabilità. Le nuove soluzioni energetiche integrate saranno protagoniste a EM-Power Europe 2025. In un’epoca di crescente decentralizzazione e di rapida espansione delle fonti rinnovabili, i gemelli digitali stanno trasformando il modo in cui le reti elettriche sono pianificate, gestite, controllate e ottimizzate. Questa tecnologia sta infatti diventando uno strumento essenziale per garantire l’efficienza, la sicurezza e la stabilità delle infrastrutture energetiche. Un gemello digitale è una copia virtuale altamente dettagliata di un sistema fisico - in questo caso, della rete elettrica - costruita grazie alla combinazione di modelli fisici, intelligenza artificiale e analisi avanzata dei dati. Secondo lo studio The Digital Twin in the Network and Electricity Industry , dell’organizzazione tecnologica tedesca VDE, questa tecnologia consente agli operatori dei sistemi di distribuzione di simulare scenari futuri, ottimizzare i flussi di carico e monitorare in tempo reale le condizioni della rete, migliorando così l’efficienza, riducendo i costi e aumentando la stabilità. Grazie a una gestione avanzata, a una valorizzazione dei dati e una stretta interoperabilità tra le piattaforme di monitoraggio e controllo, come i sistemi SCADA, GIS e altri, è possibile infatti eseguire simulazioni precise , rilevare e analizzare guasti, pianificare la manutenzione in modo predittivo e ottimizzare il funzionamento complessivo del sistema. Importanza rilevata anche dall’associazione T&D Europe, che nel position paper Digital Twins: Crucial for the Energy Transition sottolinea come, con l’aumento della generazione da fonti rinnovabili come eolico e solare, la gestione della rete richiede una flessibilità e una reattività che solo la digitalizzazione può garantire. I gemelli digitali, che permettono di anticipare, adattare e rispondere in tempo reale alle dinamiche di generazione e consumo, diventano fondamentali per garantire che il sistema possa rispondere in modo tempestivo ai cambiamenti nel flusso di energia. Così come la manutenzione predittiva, che sfrutta i dati per individuare potenziali guasti prima che si verifichino, consente di ridurre i tempi di inattività e i costi . Un settore che si prevede quindi in forte crescita in Europa: secondo il rapporto Europe Digital Twin Market: Focus on Application, End User, Type, Product Offering, and Country - Analysis and Forecast, 2023–2033 , pubblicato da Research and Markets, il mercato dei gemelli digitali passerà dai 3 miliardi di dollari del 2023 a 297,5 miliardi di dollari entro il 2033 , con un tasso di crescita annuo del 58,55 per cento.   Ultime tecnologie e nuove soluzioni che si potranno toccare con mano  a Monaco di Baviera dal 7 al 9 maggio 2025 durante la nuova edizione di EM-Power Europe , la manifestazione dedicata alla gestione dell’energia e alle soluzioni energetiche interconnesse . Organizzata da Solar Promotion, EM-Power Europe fa parte di The Smarter E Europe , la più grande piattaforma europea per il settore dell’energia , che comprende anche le fiere settoriali Intersolar Europe, la manifestazione leader mondiale per l’industria solare, Power2Drive, dedicata alle infrastrutture di ricarica e alla mobilità elettrica ed ees Europe, dedicata alle batterie e i sistemi di stoccaggio dell’energia. The Smarter E Europe 7-9 maggio 2025,   Messe München

  • Voli decarbonizzati: l’UK vuole prendere due piccioni con una fava

    Secondo il Governo britannico, voli decarbonizzati e crescita economica non sono inconciliabili. Colpo di scopa della Cancelliera UK Rachel Reeves sulle preoccupazioni per l’impatto ambientale della discussa terza pista londinese prevista dall’ampliamento dell’aeroporto di Heathrow: la crescita non comprometterà in alcun modo gli obiettivi di decarbonizzazione del Paese. Dell’ampliamento di Heathrow - il maggiore scalo britannico , normalmente operante al 95-99 per cento  della propria capacità massima - si parla da decenni, nell’ambito del più ampio dibattito sull’ inevitabile aumento della capacità operativa degli aeroporti nazionali .   Nel 2015 la Airports Commission voluta dal governo Conservatore mette sul tavolo il progetto di una terza pista; il Parlamento la approva nel 2018. Il cartellino del prezzo dell’impresa ( 14 miliardi di sterline ) non scoraggia. La proposta si arresta solo di fronte alla pandemia , che addormenta il trasporto aereo parcheggiando la terza pista tra i progetti di dubbia urgenza. Chiusa l’emergenza Covid-19, il traffico aereo più che rivitalizzato rimette sul piatto l’ampliamento, con una spinta in più grazie al Plan for Change , il piano di crescita UK che associa alle ambizioni di diventare una “superpotenza dell’energia pulita” (95 per cento di clean energy  al 2030) anche quelle di una crescita economica solida e a lungo termine. Nel caso dell’ampliamento di Heathrow alletta la promessa di 180.000 nuovi posti di lavoro entro 2050 - tra pista stessa, rete di infrastrutture e servizi dell’indotto - e 147 miliardi di sterline in più per l’economia british generati dall’aumento del traffico aereo . I progetti di espansione si scontrano però con altri numeri , quelli dei target ambientali del Governo: non solo il maxi-obiettivo del Net Zero entro 2050, ma quello di un taglio dell’81 per cento delle emissioni di CO 2 in 10 anni per tener fede alle promesse fatte alle Nazioni Unite. Sulle emissioni totali UK, la fetta generata dal trasporto aereo è pari al 7 per cento. Per avere voli decarbonizzati, nel 2022 il Governo stesso aveva pubblicato la Jet Zero Strategy che prometteva il guilt-free flying - poter volare senza sensi di colpa - con una ricetta a base di nuove tecnologie taglia-emissioni, aerei a batteria, idrogeno verde e SAF , i carburanti sostenibili per l’aviazione. E proprio qui si innesta, come riporta Bloomberg , lo scetticismo degli esperti: idrogeno e batterie sono ancora decisamente fuori dai radar dell’aviazione civile , e affidare il successo ai soli SAF è ancora un grosso azzardo. Ne è convinto anche Chris Hilson, direttore del Centro per la Giustizia Ambientale dell’Università di Reading : anche con i SAF - attualmente costosi e difficili da produrre - i voli produrrebbero comunque emissioni ingenti. Idem per le tecnologie Direct Air Capture (DAC), che consentono di estrarre la CO 2 direttamente dall'atmosfera; altra carta nel mazzo strategico non ancora disponibile su larga scala. Il Governo sarebbe dunque troppo ottimista. L’Aviation Environment Federation del Regno Unito, intanto, a fine gennaio 2025 dichiarava la propria “tristezza e frustrazione” per il ritorno della terza pista nell’agenda politica . Secondo l’ente, che si occupa dell’impatto ambientale dell’aviazione, i piani di espansione aeroportuale dell’attuale Governo - non solo Heathrow dunque, ma anche Luton, Stansted, Gatwick, London City - si tradurrebbero in un +73 per cento di passeggeri rispetto al 2018 , superando enormemente il limite del +25 per cento considerato accettabile dal CCC, il Climate Change Committe nazionale, per non inficiare del tutto il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. La convinzione della Cancelliera Reeves di risolvere anche solo in parte il problema con i SAF sarebbe solo una “pericolosa fantasia”. In effetti sono numerose le voci a sfavore, alcune molto pessimistiche. Secondo Alex Chapman, Senior Economist del think tank New Economics Foundation, l’ampliamento aeroportuale cancellerebbe nel giro di soli cinque anni quanto ottenuto da tutte le iniziative nazionali in materia di energia pulita . Gli fa eco Alice Larkin, docente di Scienze Climatiche e Politica Energetica all’Università di Manchester, secondo cui il Governo intende far crescere un settore per il quale al momento non ci sono opzioni di decarbonizzazione. Aggravante non trascurabile del progetto Heathrow: l’esproprio di 800 abitazioni collocate ai bordi dell’area aeroportuale , necessario a far spazio alla nuova pista. Per gli esperti, il progetto mette a rischio credibilità e successo del programma britannico per volare senza colpe ; più che una previsione ottimistica, quella del Governo sarebbe una grande scommessa. L’iter di approvazione sarà comunque ancora lungo. Per il momento la Cancelliera Reeves rimane decisa a prendere i due piccioni - ambiente ed economia - con una fava, che nella meno sensibile versione inglese è reso con “uccidere due uccelli con un solo sasso”. Il rischio, forse, è farli fuori entrambi. Carolina Gambino

  • Matanza Riachuelo: a Buenos Aires acqua più pulita (anche grazie all’Italia)

    Volgono al termine i lavori del Lotto 2 del Sistema Riachuelo, mega progetto sostenuto dalla Banca Mondiale per la sua rilevanza socio-ambientale. Il grande impianto di depurazione - realizzato da Fisia Italimpianti, controllata del Gruppo Webuild - punta a ridurre l’inquinamento del bacino del Matanza Riachuelo, una delle aree più inquinate dell’Argentina e al mondo. Photo: Yanina Budkin / World Bank Un bacino idrografico è un’area nella quale si raccolgono le acque superficiali che confluiscono verso un unico corpo idrico (fiume, lago o mare interno) che le riceve e che poi dà il nome al bacino stesso. Nel caso del bacino del Matanza Riachuelo (siamo in Argentina, provincia di Buenos Aires), questo piccolo fiume ( riachuelo  è un diminutivo di rio ) riceve il contributo di numerosi corsi d’acqua, circa 232, che convergono in un corso principale. Con la sua bassa pendenza (0,35 per cento), il Matanza Riachuelo si snoda per una settantina di chilometri e sfocia nel Rio de la Plata , ai confini meridionali della Città Autonoma di Buenos Aires (CABA), precisamente nel quartiere di La Boca .   Sebbene l’origine del nome sia incerta, si ritiene si riferisca al massacro del 1536, scontro nel quale perirono un numero imprecisato di nativi e alcuni conquistadores guidati da Diego de Mendoza, fratello del più celebre Pedro de Mendoza, fondatore di quella che oggi è la città di Buenos Aires. Il fatto fece sì che la zona cominciasse a essere nota come il luogo della mattanza, rimanendo nel tempo fissata nella toponomastica locale.   Il bacino del Matanza Riachuelo si estende su una superficie di più di 2.000 chilometri quadrati e costituisce la regione più popolata e industrializzata dell’Argentina . Oltre a essere una delle più inquinate del Paese (e al mondo). La contaminazione è il risultato di una somma di processi : l’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee è dovuto a scarichi industriali e reflui fognari non trattati, la contaminazione del suolo è un prodotto dello smaltimento improprio di rifiuti industriali e domestici, l’inquinamento atmosferico è causato dall’emissione di gas di combustione. Un degrado ambientale generalizzato , aggravato dalle conseguenze economiche e sociali, che compromette la qualità della vita di 4,3 milioni di persone .   Nel luglio 2004, un gruppo di 16 abitanti della periferia sud e della CABA, guidati da Beatriz Mendoza, ha intentato una causa contro lo Stato Nazionale , la Provincia di Buenos Aires, la Città Autonoma e contro 44 aziende per gli effetti subiti a causa della contaminazione del bacino. L’8 luglio 2008, la Corte Suprema di Giustizia della Nazione ha emesso una sentenza che condannava gli imputati e li giudicava “ugualmente responsabili in modo concorrente” .   Da allora qualcosa è cambiato, anche grazie al contributo italiano . Volgono infatti al termine (lo stato di avanzamento è del 95 per cento, il completamento dell’opera è previsto entro fine maggio 2025) i lavori del Lotto 2 del Sistema Riachuelo, il mega progetto infrastrutturale che mira a ridurre l’inquinamento del fiume Matanza-Riachuelo . Composto da tre lotti - Webuild ha già completato il Lotto 3 e con Fisia Italimpianti sta ultimando il Lotto 2 - è il più grande progetto di questo tipo in America Latina ed è sostenuto dalla Banca Mondiale per la sua importanza socio-ambientale. Il Sistema Riachuelo prevede la realizzazione di un impianto di depurazione tra i più grandi al mondo: permetterà di trattare fino a 2,3 milioni di metri cubi al giorno di acque reflue . Il Lotto 2, che vede impegnata Fisia Italimpianti per conto di AySa - Agua y Saneamientos Argentinos, prevede una stazione di sollevamento acque in ingresso (con una capacità di pompaggio di 36 metri cubi al secondo), un impianto di pretrattamento e una stazione di pompaggio di uscita.   Il Lotto 3, completato da un consorzio di imprese guidato da Webuild, ha già realizzato 12 km del tunnel principale, che ha funzione di condotto di scarico dell’impianto di depurazione. Il tunnel - 4,3 metri di diametro interno, scavato a 40 metri di profondità sotto il letto del fiume - avrà la funzione di incanalare le acque provenienti dall’impianto di depurazione e di disperdere quelle già trattate a una velocità di 27 metri cubi al secondo.   Il Sistema Riachuelo migliorerà le condizioni sanitarie di oltre 4,3 milioni di persone, garantendo a regime l’accesso alla rete fognaria ad altri 1,5 milioni di persone. Qualcuno, abituato a vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto, potrà dire che tutto questo non è abbastanza per un fiume che a fine anni ’50 era stato dichiarato biologicamente morto . Forse è solo una goccia nell’Oceano. Forse. Ma è una goccia di acqua pulita. E anche grazie alla sapienza costruttrice italiana , impegnata in uno dei progetti idrici più sfidanti al mondo.

  • Ruanda, presentata la nuova strategia energetica all’insegna del mix

    Il Governo del Ruanda ha pubblicato la nuova strategia per la politica energetica, che va ad aggiornare quella approvata nel 2015, in linea con gli obiettivi della Vision 2035 e della V ision 2050 . Il Piano ha come obiettivo un maggiore accesso all’energia e un ulteriore sviluppo della generazione rinnovabile. Parola d’ordine? Mix! C’è un po’ di tutto nel nuovo Piano di politica energetica del Paese africano: fonti rinnovabili - idroelettrico, eolico e fotovoltaico - ma anche recupero del calore di scarto, conversione dei rifiuti in energia, idrogeno e nucleare. Oltre al classico senza tempo , il gas naturale. La strategia prevede investimenti di oltre 1.000 miliardi di franchi ruandesi - RWF (pari a 655 milioni di euro) per sviluppare nuovi progetti idroelettrici e micro-idroelettrici e 62 miliardi di RWF (40,6 milioni di euro) per la riqualificazione degli impianti esistenti. Per l’ eolico , 15 miliardi di RWF (9,8 milioni di euro) saranno destinati a sviluppare nuovi impianti per una capacità aggiuntiva di 15 MW, e 500 milioni di RWF (327 mila euro) per l’aggiornamento dell’ Atlante eolico del Paese e per gli studi di fattibilità . Altri 60 miliardi di RWF andranno a beneficio delle esplorazioni geotermiche in corso a Bugarama, Karongi e Rubavu, che si stima possano produrre 30 MW entro il 2035. Per il fotovoltaico, l’obiettivo del Governo è quello di incentivare la produzione locale e sostenere lo sviluppo dello storage , per migliorare l’integrazione nelle reti nazionali. La nuova politica prevede anche un ampliamento della capacità di conversione dei rifiuti e dei prodotti di scarto in calore o elettricità ; per questo settore sono stati destinati 80 miliardi di RWF, con l’obiettivo di raggiungere una capacità di 15 MW. Il Piano prospetta inoltre interventi a sostegno di studi di fattibilità per lo sviluppo della tecnologia dell’idrogeno e la creazione di un quadro normativo per l’energia nucleare, incluso uno studio di fattibilità per la realizzazione di una centrale da 110 MW. Oltre allo sviluppo delle rinnovabili, la nuova politica energetica prevede anche un investimento di 218 miliardi di RWF (142,6 milioni di euro) per incrementare la produzione delle centrali a gas naturale .

  • CESI Space, energia italiana (e pulita) per lo spazio

    Si è svolta presso la sede milanese del CESI la cerimonia di presentazione di CESI Space, la nuova divisione dedicata al settore spaziale. Presenti all’evento il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) Teodoro Valente, e il Managing Director della Divisione Spazio di Leonardo, Massimo Claudio Comparini. A fare gli onori di casa l’amministratore delegato di CESI, Nicola Melchiotti. Nicola Melchiotti, amministratore delegato di CESI CESI Space nasce dalla trentennale esperienza maturata nello sviluppo delle tecnologie per la costruzione di celle solari - 200.000 celle già realizzate per più di 100 satelliti per applicazioni civili - e dalla collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che posizionano CESI tra i principali produttori per questo specifico settore. “In CESI siamo da sempre alla frontiera dell’innovazione nel settore elettrico, testando nuove tecnologie e sviluppando nuove competenze - ha dichiarato Nicola Melchiotti, amministratore delegato di CESI. Oggi questa frontiera si trova nello spazio e anche lì siamo presenti, da protagonisti, con le nostre celle solari ad altissima efficienza”. Con un investimento di 20 milioni di euro - per più di un terzo provenienti dal modello di Partenariato Pubblico Privato (PPP) previsto dal programma Space Factory 4.0 relativo al PNRR dell’ASI - e più di 60 tecnici altamente specializzati, di cui 30 neoassunti, la nuova linea di produzione consente un incremento della capacità produttiva del 200 per cento . Con il lancio della nuova Divisione CESI Space, CESI rafforza il proprio impegno nel settore spaziale, un passo strategico in un momento di forte espansione della Space Economy, trainata da investimenti e innovazioni senza precedenti, con nuove opportunità di crescita per l’intera filiera industriale italiana ed europea. “Questa è una storia italiana: capitale italiano, tecnologia italiana, brevetti italiani prodotto italiano. L’eccellenza italiana a supporto del settore spaziale”. a.c.

  • Rinnovabili e NIMBY: ambientalisti spagnoli contro due nuovi progetti eolici

    Lo sviluppo della generazione rinnovabile è spesso rallentato anche dalle proteste di comitati locali o per l’opposizione di organizzazioni ambientaliste. In Spagna, alcune associazioni, tra cui WWF, SEO/BirdLife e Brown Bear Foundation, hanno chiesto il ritiro di due progetti eolici attualmente in attesa di autorizzazione, per il loro alto impatto ambientale. Secondo gli oppositori, i parchi eolici El Páramo e Ampliación El Páramo, previsti nella provincia di León con una capacità di 92,4 e 50,88 MW, rappresenterebbero un pericolo per le specie in via di estinzione come il gallo cedrone cantabrico, il nibbio reale e l’orso bruno. Le turbine sarebbero installate a meno di 1 km dalla Sierras de Gistreo y Coto, una zona nota per la conservazione degli uccelli e la biodiversità , e in prossimità di aree della Rete Natura 2000, il più grande insieme di aree protette al mondo per la salvaguardia di specie, habitat ed ecosistemi e a cui la Spagna contribuisce con il 27 per cento del territorio nazionale. Inoltre, le turbine sarebbero situate a meno di 2,5 km da un’area critica per l’orso bruno. I due parchi eolici prevedono 23 turbine e la realizzazione di 12 chilometri di linee di evacuazione nei Comuni di Noceda del Bierzo, Igüeña, Páramo del Sil e Toreno. Proprio per evitare impatti irreversibili per la fauna , il Ministero per la transizione ecologica e la sfida demografica e SEO/BirdLife hanno predisposto mappe di sensibilità ambientale, che individuano zone idonee e aree di esclusione per la realizzazione di nuovi impianti.

  • Africa, dalla Banca Mondiale 100 milioni di dollari per l’Eswatini

    Il Regno di Eswatini, conosciuto fino al 2018 come Swaziland, con poco più di un milione di abitanti è il più piccolo Stato dell’Africa meridionale. Senza sbocchi sul mare e a carattere prevalentemente agricolo, presenta ancora zone poco o per nulla elettrificate. Il progetto ASCENT Eswatini punta a portare energia a 200.000 persone nei prossimi cinque anni. La Banca Mondiale ha finanziato con 100 milioni di dollari il progetto Accelerating Sustainable and Clean Energy Access Transformation (ASCENT) per Eswatini, promosso per garantire un migliore accesso all’energia pulita e maggiori opportunità economiche alle famiglie che vivono nelle aree più remote e svantaggiate del Paese. ASCENT Eswatini si declinerà in tre tipi di interventi. Il primo prevede lavori per rafforzare reti di media tensione fino a 66 kV e per installare apparecchiature di controllo e nuove linee di distribuzione a bassa tensione per supportare l’elettrificazione dell’ultimo miglio. Il secondo prevede l’elettrificazione in rete e fuori rete di alcune zone periurbane e rurali , la connettività dell’ultimo miglio e il supporto alla progettazione di nuove infrastrutture. Infine, il progetto fornirà anche competenze tecniche essenziali per valutazioni e studi volti ad aumentare la sicurezza energetica , migliorare la sostenibilità finanziaria del settore e la pianificazione. ASCENT Eswatini, che mira a portare elettricità a 200.000 persone nei prossimi cinque anni , va a supportare il Rural Electrification Plan del piccolo Stato africano che si è posto come obiettivo il 100 per cento di accesso all’elettricità entro il 2030 . ASCENT Eswatini è la nona fase del programma Accelerating Sustainable and Clean Energy Access Transformation, sviluppato dalla Banca Mondiale per l’Africa orientale e meridionale.

  • Biogas, negli Stati Uniti aumentano impianti e investimenti

    Al di là dell’Oceano il settore del biogas continua a macinare record. Secondo i dati dell’American Biogas Council, nel 2024 sono entrati in funzione 125 nuovi progetti, portando a quasi 2.500 il numero totale di impianti di biogas negli Stati Uniti. Le nuove installazioni hanno visto la luce grazie a investimenti per oltre tre miliardi di dollari (circa 2,86 miliardi di euro), con un aumento del 40 per cento rispetto all’anno precedente. Gli impianti nel 2024 hanno prodotto 1,4 milioni di piedi cubi standard al minuto (scfm) di biogas, una fonte di energia affidabile e pulita facilmente convertibile in elettricità e calore. Secondo i dati dell’American Biogas Council, la quota maggiore di biogas (72 per cento) è stata prodotta dalla lavorazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani . Nel 2024 questa tipologia di impianti ha visto investimenti per 1,4 miliardi di dollari e la realizzazione di 24 nuovi progetti , per un totale di 580 strutture e una produzione di 979.697 di piedi cubi di biogas. Per quanto riguarda il settore agricolo, gli investimenti sono stati pari a 1,37 milioni di dollari, con 93 nuovi impianti per un totale di 615 e una produzione di 171.209 scfm. I sistemi basati solo sui rifiuti alimentari hanno invece visto solo tre nuovi progetti, che hanno portato il totale del segmento a 114.  Il settore delle acque reflue non ha registrato nuove iniziative ma, con 1.169 impianti, rimane quello più rappresentativo. Ogni anno negli Stati Uniti vengono conferiti nelle discariche 1,4 miliardi di tonnellate di letame, 33 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari e un milione di tonnellate di fanghi di depurazione che potrebbero essere utilizzati per produrre energia.

  • Mobilità sostenibile: IIT Hydrogen si aggiudica la gara per un impianto a Bolzano

    L’altoatesina IIT Hydrogen, si è aggiudicata a fine febbraio 2025 una gara pubblica per la progettazione, la costruzione (in ATI con Strabag)  e la gestione di un nuovo impianto a idrogeno. Una capacità produttiva di 2.500 kg di H2 verde al giorno per alimentare la flotta di autobus della città di Bolzano. La gara è stata indetta da SASA , concessionaria per il trasporto pubblico su strada (autobus) nelle linee urbane, extraurbane e suburbane della città di Bolzano, nell’ambito dell’iniziativa Hydrogen Adige Valley, progetto finanziato dal PNRR per incentivare la produzione di idrogeno rinnovabile in zone industriali dismesse. Il nuovo impianto sorgerà nell’area in passato occupata dall’ex termovalorizzatore di Bolzano Sud e avrà una capacità produttiva di circa 2.500 kg di idrogeno verde al giorno , in buona parte destinati ad alimentare la flotta di autobus a idrogeno di SASA, contribuendo così a una mobilità più sostenibile. Se la tecnologia necessaria per la produzione e la distribuzione dell’idrogeno è complessa, altrettanto articolato è stato l’iter di aggiudicazione della gara , durato oltre un anno. In questo contesto, IIT Hydrogen - che gestisce già un impianto di produzione e distribuzione di idrogeno a Bolzano - è stata affiancata dagli avvocati Francesca Bisaro e Luciano Caligaris di  PQM Legal , studio legale di grande esperienza nel settore che ha garantito all’azienda di Bolzano un’assistenza strategica e operativa durante tutto il percorso.

  • Reti elettriche USA, il Minnesota approva il Northland Reliability Project

    Per integrare nuova generazione rinnovabile e aumentare la resilienza delle reti elettriche, la Minnesota Public Utilities Commission ha approvato un progetto per realizzare una nuova linea di trasmissione che permetterà di rafforzare l’affidabilità elettrica nell’area settentrionale e centrale dello Stato del Minnesota (USA). Il Northland Reliability Project , dal costo stimato di 1 miliardo di dollari (958 milioni di euro), prevede la costruzione di una linea di trasmissione a doppio circuito da 345 kV lunga circa 180 miglia (289,6 chilometri) da Grand Rapids, nella Contea di Itasca, fino alle vicinanze di St. Cloud, toccando le Contee di Benton e di Sherburne. Il progetto è diviso in due segmenti: il primo prevede una nuova linea di 140 miglia (225 chilometri) che unirà la sottostazione Iron Range, nella Contea di Itasca, con la sottostazione Benton County, vicino a St. Cloud; il secondo prevede la sostituzione di una linea di 20 miglia (32 chilometri) a 230 kV con un doppio circuito da 345 kV tra una sottostazione nella Contea di Benton e quella di Big Oaks. Inoltre, una linea da 20 miglia a 345 kV unirà la sottostazione della Contea di Benton a quella di Sherco, nella Contea di Sherburne. I lavori - che dovrebbero iniziare alla fine del 2025 - prevedono anche l’ampliamento delle sottostazioni di Iron Range e di Benton County e la costruzione di una nuova stazione di compensazione nella Contea di Crow Wing, vicino alla sottostazione Riverton. La rete di trasmissione dovrebbe essere pienamente operativa entro il 2030. Il percorso approvato seguirà in gran parte i corridoi delle linee esistenti, riducendo al minimo l’impatto ambientale e la necessità di nuove servitù di passaggio. Il Northland Reliability Project è uno dei 18 progetti di trasmissione previsti dal Piano di sviluppo del Midcontinent Independent System Operator, il gestore delle reti elettriche locale.

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