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  • Bortoni (CESI): “Elettricità e idrogeno, vettori complementari e sinergici”

    Se l’Europa ha puntato fin da subito sull’elettrificazione per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, sta prendendo sempre più spazio l’idrogeno. Tanto che la UE si è dotata di una strategia ad hoc che ne prevede uno sviluppo graduale, distinto in tre fasi, fino al 2050. Due strade distinte e parallele o due versioni complementari e sinergiche di un’unica energia «sintetica»? Ne fa un’interessante e sempre acuta analisi Guido Bortoni, presidente di CESI, nell’editoriale pubblicato su Nuova Energia. “Elettricità e idrogeno - spiega Bortoni - sono vettori così simili tra loro da poter essere considerati simbolicamente come versioni differenti dello stesso fenomeno, complementari e sinergici”. L’elettricità ne è la versione «leggera», in quanto flusso di soli elettroni tra due punti con differenza di potenziale elettrico. L’idrogeno, invece, è la versione «pesante», sempre con un flusso di elettroni ma a due a due agganciati a due protoni. Il futuro dell’energia passa quindi anche attraverso questa integrazione elettricità-idrogeno, che realizza un completo accoppiamento bidirezionale tra i due vettori. Vanno tuttavia trovati utilizzi e applicazioni per l’idrogeno e i suoi derivati che mantengano al primo salto di conversione un’efficienza termodinamica buona. “Le applicazioni dell’idrogeno - vettore energetico - negli usi finali sono a portata di mano” prosegue il presidente Bortoni. Sono assai utili perché consentono all’elettricità di avere una marcia in più ed entrare in alcuni settori, come quelli industriali hard-to-abate e i trasporti pesanti o di lungo raggio, oggi preclusi o assai difficili da conquistare da parte della sua versione leggera. “Quando si parla di elettrificazione degli usi finali - conclude il presidente di CESI - teniamo sempre presente che si potrebbe allargare l’orizzonte e contemplare le due versioni del vettore, non solo una”.

  • Efficienza energetica ed edifici pubblici: c’è da fare!

    In Europa Il 40 per cento del consumo energetico è da imputare agli edifici: una stima che in Italia è aggravata da una notevole longevità del parco immobiliare pubblico. Il potenziale di sviluppo di efficienza energetica è enorme, nel solco della transizione ecologica e della decarbonizzazione. Nasce da queste premesse la ricerca di Siram Veolia, curata dall’Istituto per la Competitività (I-Com), “Missione Efficienza. Stato dell’arte e proposte concrete per decarbonizzare il patrimonio immobiliare pubblico in Italia”, presentata a Roma presso la sede dell’Ambasciata di Francia in Italia. Il quadro italiano dell’efficienza energetica nel settore immobiliare pubblico è aggravato dall’obsolescenza del patrimonio edilizio: 3 stabili su 10 hanno almeno 50 anni e registrano performance molto al di sotto degli standard. Ogni anno, in media, solo l’1 per cento del parco immobiliare viene ristrutturato; la velocità di rinnovamento è quindi insufficiente per raggiungere gli obiettivi comunitari al 2030 sulla riduzione dei consumi energetici degli edifici. Sono le strutture sanitarie gli edifici del settore pubblico in cui il consumo di energia per metro quadro è più elevato, sia sotto il profilo termico sia sotto quello elettrico. Lo studio I-Com analizza cinque casi di successo che accendono un faro sull’importante contributo che il settore dell’edilizia pubblica può dare per il conseguimento degli obiettivi di efficientamento energetico del Paese. Sono progetti di Siram Veolia resi possibili mediante il ricorso allo strumento del Partenariato Pubblico Privato (PPP) secondo la formula contrattuale dell’Energy Performance Contract (EPC), che consente prima di minimizzare i consumi finali attraverso l’eliminazione degli sprechi e l’uso di tecnologie più efficienti, poi di inserire nuovi sistemi di generazione basati sul mix di fonti rinnovabili adatti a ciascun contesto. “Nel percorso verso il raggiungimento dell’obiettivo zero emissioni entro il 2050, l’efficienza energetica è uno strumento centrale - ha dichiarato Emanuela Trentin, CEO di Siram Veolia - perché contribuirà per circa il 40 per cento alla riduzione globale delle emissioni climalteranti al 2040”. I mezzi ci sono - strumenti di governance collaborativa tra pubblico e privato, che integrino gli obiettivi di sostenibilità e quelli di riduzione della spesa con il valore creato per l’ambiente, il territorio e la società - e Siram Veolia ne ha dimostrato la fattibilità con i progetti presentati. Il risparmio energetico medio è pari al 23 per cento, mentre i risparmi di denaro si attestano al 31 per cento, con un investimento di 48 euro al metro quadrato. In termini economici, un taglio della bolletta energetica del settore sanitario pari al 30 per cento consentirebbe di risparmiare circa 450 milioni di euro l’anno. “Le strutture sanitarie sono sistemi complessi ed energivori, le cui bollette incidono notevolmente sui costi di gestione e, in ultima analisi, sui costi di erogazione dei servizi per il cittadino - ha commentato Franco D’Amore, Vicepresidente di I-Com. Efficientare i consumi di queste strutture è oggi tecnicamente possibile”. Rimane la necessità di fare un salto di scala, passando da un approccio basato sulla realizzazione di progetti isolati ad un approccio di sistema. Questo richiede strumenti per monitorare i consumi di tutte le strutture, l’identificazione di obiettivi chiari e misurabili, il loro costante monitoraggio e il coinvolgimento sempre più deciso del settore privato nel finanziamento, nella progettazione e realizzazione delle soluzioni tecniche di efficientamento. Misurazione dei dati, digitalizzazione, trasparenza, responsabilizzazione sui risultati, governance collaborativa tra pubblico e privato sono le direttrici che dovrebbero guidare il prossimo futuro.

  • Energia, cosa cambia con la fine della tutela? Ce lo spiega (divertendo) Pulsee

    A fianco delle imprese e a fianco del Duomo di Milano, altezza guglie. La Madùnina guarda i selfisti nella piazza inondata di sole e intanto ascolta le notizie sul superamento delle tutele di prezzo nel settore dell’elettricità. Sul palco, Stefania Pinna di SkYTg24 introduce e modera una mattina di informazione proposta da Pulsee Luce e Gas, brand digitale di Axpo Italia. Quanta consapevolezza c’è sulla completa liberalizzazione del mercato delle utenze domestiche e sui temi energetici in generale, fondamentali per la vita e per le tasche dei consumatori? Spoiler: poca o nulla. “La fine del mercato vincolato - dichiara Simone Demarchi, amministratore delegato di Axpo Italia - rappresenta un passaggio importante. Vogliamo portare anche al cliente domestico un prodotto energetico adeguato alle sue esigenze: non guarderà solo al prezzo in bolletta, ma sarà aiutato a capire come ottimizzare i propri consumi”. Nella location glamour di Giacomo Arengario, Demarchi inizia col raccontare chi è Axpo. Quarto operatore italiano, è il secondo per i clienti in alta e altissima tensione, il che significa essere il partner di riferimento per i gruppi industriali energivori del Paese: cementifici, acciaierie, vetrerie, cartiere e tutti coloro che compongono il mercato all’ingrosso dell’energia. Partendo da una ricerca, realizzata per Pulsee da NielsenIQ, sul grado di conoscenza del cambiamento in atto e della termologia presente in bolletta, l’evento ha rappresento anche l’occasione per analizzare il contesto attuale e il livello di cultura energetica del Paese. Un italiano su quattro (il 28 per cento del campione) non conosce la differenza tra mercato libero e in Maggior Tutela, dato che sale al 54,1 per cento nella fascia tra i 18 e i 25 anni e che vede gli over 65 tra i più preparati (in questo segmento è 14,6 la percentuale di chi ignora). È naturale che il cambiamento possa generare qualche preoccupazione: un italiano su tre si dichiara infatti preoccupato da questo passaggio. C’è timore e il senitment negativo è prevalente al Sud. Ma qual è - se c’è - il disegno istituzionale che potrà consentire ai consumatori di trovarsi in una situazione confortevole? Detta in altro modo, quali sono le ragioni per guardare con benevolenza il superamento delle tutele di prezzo? Secondo Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni, le ragioni sono tre. “Primo, perché conviene: sono maggiori le occasioni di risparmio, inteso in maniera corretta. Poi, perché ci fa bene. I comportamenti dei consumatori sono necessari per decarbonizzare l’economia: sarebbe stupido far partecipare chi l’energia la produce e non chi la consuma. Terza ragione: perché no? Una famiglia media spende circa il 2 per cento per l’energia: siamo adulti nel 98 per cento delle spese e bisognosi di tutela nel 2 per cento?”. Al di là delle ragioni, a guardare i dati sembrano proprio mancare le nozioni fondamentali. Serve uno sforzo per mettere il consumatore nelle condizioni di avere strumenti per comprendere e agire. Per rispondere a concrete esigenze di chiarezza e semplificazione, Pulsee Luce e Gas ha deciso di presentare una breve guida - l’Energipedia - fornendo un glossario semplificato di quei termini che sembrano talvolta indecifrabili ma che caratterizzano il mercato dell’energia. Informazioni trasparenti, chiarezza, semplicità di utilizzo. Alicia Lubrani, Chief Marketing Officer & Country Corporate Communication Director di Axpo Italia ha commentato: “Come operatore per le utenze domestiche e brand di una realtà solida e strutturata come Axpo Italia, siamo consapevoli del nostro ruolo e dell’importanza di fare educazione non solo verso i consumatori ma tutti gli stakeholder”. Nata con l’obiettivo di semplificare il rapporto tra le persone e l’energia di casa, Pulsee Luce e Gas continua a disegnare servizi in grado di affiancare il cliente in tutti i momenti della vita, affinché possa affrontare ogni esigenza... con l’energia giusta!

  • Eolico offshore, tre nuovi progetti nello Stato di New York

    Nel percorso verso l’obiettivo di ottenere entro il 2030 il 70 per cento dell’elettricità dello Stato da fonti rinnovabili e 9 GW di eolico offshore entro il 2035, la New York State Energy Research and Development Authority (NYSERDA) ha annunciato l’avvio di tre nuovi progetti legati a questa tecnologia, per una capacità totale di 4 GW. Le nuove installazioni prevedono una wind farm da 1,4 GW a 54 miglia a sud di Jones Beach, nella baia di New York, in una zona caratterizzata da forti venti; una centrale da 1,3 GW, prima di tre fasi di un progetto da 3 GW totali; e un impianto, sempre da 1,3 GW, a 24 miglia al largo della costa di Long Island. Una volta entrati in funzione - si prevede nel 2030 - i tre parchi eolici consentiranno di evitare ogni anno l’emissione di 7 milioni di tonnellate di CO2 e creeranno, nell’arco dei 25 anni della durata operativa prevista, più di 4.200 posti di lavoro nella regione. NYSERDA ha anche approvato 22 nuovi progetti di generazione rinnovabile onshore, di cui 14 da fonte solare (2,4 GW di capacità totale). Le nuove realizzazioni offshore e onshore saranno in grado di produrre ogni anno 19 TWh, alimentando l’equivalente di 2,6 milioni di case e consentendo di soddisfare il 12 per cento del fabbisogno elettrico dello Stato di New York al 2030. La New York State Energy Research and Development Authority ha anche stanziato 300 milioni di dollari per lo sviluppo di strutture per la produzione e l’assemblaggio dei componenti delle pale eoliche, per soddisfare la crescente domanda della regione.

  • Beyond comfort… c’è MCE!

    Innovazione, sostenibilità ed efficienza energetica saranno al centro della più importante manifestazione del comparto HVAC+R. Giunta alla quarantatreesima edizione, vedrà la Polonia come Paese partner. One step beyond, cantavano i Madness. O meglio, ripetevano, essendo questa l’unica frase presente nei due minuti e diciassette secondi del brano, vero e proprio manifesto dello ska. MCE - Mostra Convegno Expocomfort ci fa fare un passo oltre, portandoci dentro tutto quello che rende le nostre abitazioni confortevoli, efficienti e sostenibili: sistemi, impianti e tecnologie per il riscaldamento, la ventilazione ambientale e l‘aria condizionata. L’edizione 2024, presentata a Milano all’interno del tecnologico STEP FuturAbility District, avrà nell’innovazione a sostegno di sostenibilità ed efficienza il fil rouge della vasta area espositiva di Rho Fiera Milano che vede già oggi occupato più del 90 per cento degli spazi, con oltre 1.300 aziende iscritte e il 55 per cento di espositori in arrivo da Paesi esteri. “MCE - ha dichiarato Massimiliano Pierini, managing director di RX Italy - si conferma l’appuntamento irrinunciabile per il comparto HVAC per costruire relazioni e alleanze strategiche. La 43a edizione vedrà format inediti, nuove opportunità per gli espositori e l’introduzione di concorsi e premi”. L’edizione 2024 vedrà infatti eventi dedicati e percorsi di visita - per contestualizzare e razionalizzare l’ampia gamma merceologica in esposizione - e la presenza dell’Hydrogen Hub, un nuovo polo interamente dedicato ai componenti e alle tecnologie legate all’idrogeno. Per accrescere la partecipazione e il coinvolgimento di espositori e visitatori, da sempre uno dei fiori all’occhiello dell’organizzazione di RX Italy, sono stati istituiti gli MCE Excellence Awards - Efficiency&Innovation 4 Transition Goals, che saranno assegnati a componenti, sistemi e tecnologie che accelereranno la transizione energetica e ambientale e il Water Prix, un concorso a premi aperto anche al pubblico, promosso in collaborazione con Aqua Italia e ANGAISA, sul tema dell’Intelligent (use of) water, per comunicare il valore dell’acqua e creare engagement tra visitatore ed espositore. La 43° edizione di MCE - Mostra Convegno Expocomfort vedrà la Polonia come Paese partner, che negli anni ha fatto delle green technologies uno dei fattori trainanti della propria economia, tanto da essere oggi il terzo produttore di idrogeno nella UE e il quinto al mondo. “La partecipazione dei nostri espositori - ha dichiarato Aleksandra Leoncewicz, Head of Foreign Trade Office in Milan Polish Investment and Trade Agency - rappresenta una grande opportunità di scambio commerciale e tecnologico”. La prossima edizione vedrà come sempre anche una ricca agenda di convegni e seminari, per garantire un continuo approfondimento tecnico e normativo.

  • Canada, in costruzione due impianti fotovoltaici da 182 MW

    L’aumento dei progetti eolici offshore ne ha un po’ oscurato la crescita. Tuttavia, continua in modo costante e in tutto il mondo lo sviluppo di impianti fotovoltaici. In Canada sono in fase di realizzazione due nuovi progetti con pannelli solari bifacciali a inclinazione fissa, per una capacità totale di 182 MW. Si tratta delle centrali di Scotford e di Aldersyde, entrambe nello Stato di Alberta, rispettivamente da 81 MW e 101 MW. L’impianto di Scotford, situato nel cuore industriale dello Stato, alimenterà anche la vicina raffineria Shell, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo di emissioni zero entro il 2050 della società petrolifera. Il progetto Saddlebrook, ad Aldersyde, che comprende un sistema di accumulo con batterie, una volta in funzione sarà in grado di soddisfare il fabbisogno equivalente di 20.000 famiglie, grazie alla realizzazione di una nuova sottostazione da 138 kV che immetterà l’elettricità prodotta nel sistema elettrico interconnesso dell’Alberta. Finanziato con 10 milioni di dollari dalla Emissions Reduction Alberta, Saddlebrook consentirà inoltre di evitare ogni anno l’emissione di 73.600 tonnellate di CO2. Il Canada ha recentemente annunciato oltre 175 milioni di dollari di investimenti per sostenere la realizzazione di dodici nuovi progetti rinnovabili, tra i quali le centrali solari di Barlow e Deerfoot, a sud-est di Calgary, che consentiranno di ridurre le emissioni di anidride carbonica di circa 50.000 tonnellate l’anno.

  • PPA, anno boom per l’Europa

    Uno dei meccanismi che possono facilitare la transizione energetica è rappresentato dai Power Purchase Agreement (PPA). Contratti di acquisto di energia rinnovabile a medio e lungo termine che consentono alle aziende di risparmiare sui costi difendendosi dalle oscillazioni del mercato e di raggiungere più velocemente i propri obiettivi di sostenibilità. PPA che in Europa hanno registrato un aumento record di sottoscrizioni nei primi nove mesi del 2023. Secondo i dati rilasciati dalla piattaforma Re-Source e presentati al Re-Source Event 2023, svoltosi ad Amsterdam il 26 e 27 ottobre, il mercato europeo dei PPA ha infatti visto nei primi nove mesi dell’anno la sottoscrizione di contratti per ben 7,8 GW. Tra i settori più propositivi e attenti troviamo l’ICT, con 2 GW di PPA, l’industria pesante con 1,8 GW e le telecomunicazioni, con 650 MW. Mercato dei PPA che torna a crescere dopo la flessione del 2022 - 6,6 GW rispetto ai 7,6 GW del 2021 - ma che secondo gli utilizzatori necessita di maggiore sostegno e della rimozione degli ostacoli ancora presenti. In particolare, Re-Source chiede che venga messa in atto la Direttiva sulle energie rinnovabili e che si arrivi a una rapida definizione dell’Electricity Market Design della UE, mettendo fine agli interventi di emergenza. In totale, in Europa fino ad ora sono stati sottoscritti PPA per un totale di 32,8 GW, con la Spagna a guidare la classifica con 7,4 GW, seguita da Svezia e Germania rispettivamente con 4,2 e 4,1 GW. L’Italia si ferma a un misero 0,7 GW, di cui 0,4 GW sottoscritti nel solare e 0,2 GW nell’eolico.

  • Egitto, 165 milioni di euro per migliorare la rete elettrica

    Per sfruttare in pieno la generazione da fonti rinnovabili è fondamentale adeguare e migliorare la rete elettrica. La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) sta accordando un finanziamento di 165 milioni di euro per sostenere il potenziamento, l’ammodernamento e lo sviluppo della rete elettrica dell’Egitto. La compagnia statale Egyptian Electricity Transmission Company (EETC) utilizzerà il 60 per cento del prestito della BERS per la realizzazione di una nuova linea di trasmissione aerea ad alta tensione di 200 chilometri, che consentirà di trasportare circa 2,1 GW di energia rinnovabile dalla regione del Golfo di Suez, dove sono in fase di sviluppo diversi progetti eolici. Il rimanente importo sarà utilizzato per l’ammodernamento di una sottostazione da 500 kV nel Governatorato del Cairo, così da migliorare la stabilità della rete. Le due iniziative rientrano nel piano di investimenti da 2 miliardi di dollari (circa 1,88 miliardi di euro) dell’EETC che prevede la dismissione della centrale termoelettrica di Shoubra El Kheima, da 1,26 GW, e di altre centrali a gas per un totale di 5 GW e l’installazione di 10 GW di nuova capacità rinnovabile. Il Piano di sviluppo dell’Egyptian Electricity Transmission Company potrà contare, oltre al finanziamento della BERS, su una ulteriore sovvenzione di 35 milioni di euro da parte dell’Unione Europea.

  • Gatti (Energy Advisors): “Sanzionare l’Azerbaigian, scelta obbligata per l’Europa”

    L’aggressione contro l’enclave armena del Nagorno Karabakh ha aperto nuovi capitoli al già non semplice scenario geopolitico e al problema della sicurezza energetica. Intreccio dovuto al taglio degli approvvigionamenti dalla Russia e che vede ora l’Azerbaigian - uno dei fornitori di gas naturale della UE - colpevole di nuovi crimini verso la minoranza armena. Sanzionare il governo di Baku o “piegarsi” alla realpolitik? Un’attenta analisi viene presentata da Giuseppe Gatti, editorialista di Nuova Energia. “Non c’è solo il ruolo giocato in questi mesi dal gas azero a pesare sulle valutazioni politiche in ordine alle misure da adottare a fronte della soluzione violenta con cui Baku cerca di chiudere il contenzioso con l’Armenia”. Pesa non meno la prospettiva, segnata dal Memorandum of Understanding, firmato a luglio dello scorso anno tra UE e Azerbaigian, per il raddoppio al 2027 della capacità logistica e il passaggio delle forniture all’Europa a 20 miliardi di Smc. Bruxelles sembra infatti voler ripiegare su più morbide proteste diplomatiche, nella speranza di poter gestire una conciliazione tra le parti. “Sull’altare della realpolitik - sottolinea Gatti - rischiamo così di sacrificare le ragioni fondanti dell’Europa, la legge morale che motiva e nutre la nostra Unione”. Anche perché la preoccupazione di Bruxelles di non irritare Baku non pare avere un solido fondamento. “I 12 miliardi di metri cubi di gas che arrivano con il TAP sono sempre utili - conclude Gatti - ma non più indispensabili e l’Azerbaigian non può facilmente rinunciare a queste entrate dopo gli investimenti fatti”.

  • Paolo Merli (ERG) “Repowering? Decisivo per raggiungere gli obiettivi PNIEC”

    Alle spalle ha 85 anni di storia e ha dimostrato con i fatti che non solo la transizione energetica è possibile, ma anche profittevole. Tanto che oggi ERG opera in nove Paesi europei, con 3 GW di capacità rinnovabile e una struttura finanziaria molto solida. E, soprattutto, ha ancora tanti progetti in cantiere nel segno della sostenibilità. Aspetti che Paolo Merli, Chief Executive Officer di ERG Spa, ha raccontato nell’ampia intervista di copertina pubblicata su Nuova Energia . “La forte propensione al cambiamento e la vision che contraddistinguono da sempre il Gruppo ci hanno permesso di intraprendere per primi un percorso di trasformazione del nostro modello di business che, in circa un decennio, ci ha resi pionieri della rivoluzione green in atto a livello globale”. Transizione energetica che deve però essere anche sostenibile socialmente. “Nella nostra visione di business - spiega Merli - è centrale il tema della just transition. Un concetto che va ben oltre la decarbonizzazione attraverso le rinnovabili ma che punta alla realizzazione di una transizione equa e inclusiva che porti valore e benefici a tutti”. A marzo 2023 ERG ha aggiornato il Piano industriale 2022-2026 prevedendo di aumentare la capacità eolica e solare di 2,2 GW entro il 2026 (per un target di complessivi 5 GW al 2027). Anche perché il cambiamento climatico e le crescenti tensioni geopolitiche dimostrano chiaramente come sia necessaria una decisa accelerazione nello sviluppo delle rinnovabili, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di indipendenza energetica. Una strada da percorrere può essere rappresentata dal repowering: un’operazione di ringiovanimento degli impianti esistenti che consiste nella sostituzione di turbine ormai obsolete con nuove di ultima generazione, più potenti e performanti, con vantaggi ambientali e tecnologici evidenti. “Il repowering permette di incrementare la generazione di energia, raddoppiando la capacità, triplicando la produzione e dimezzando il numero di aerogeneratori senza occupare suolo addizionale. Per questo rappresenta uno strumento fondamentale per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione”. Una attività che però, almeno nel nostro Paese, si trova a dover affrontare ancora alcuni ostacoli, non solo autorizzativi. La principale limitazione è oggi costituita dalla discriminazione tariffaria del repowering nelle aste CfD rispetto agli impianti ex-novo, nonostante la complessità e onerosità dell’investimento derivante dalla rimozione dell’impianto esistente. “Auspichiamo che questa ingiustificata discriminazione, senza precedenti in Europa, venga presto eliminata con una idonea disposizione normativa. Senza dimenticare i tempi di autorizzazione, ancora molto simili a quelli degli impianti greenfield”.

  • Eolico, altri 86 GW in arrivo in Africa

    L’energia eolica, che gioca un ruolo sempre più importante nell’approvvigionamento energetico, viene sfruttata a livello globale ancora in minima parte rispetto alla sua capacità potenziale. Il continente africano non fa eccezione. Il Global Wind Energy Council (GWEC) ha ora pubblicato il suo primo Status of Wind in Africa, un rapporto che fornisce un bilancio dell’industria eolica in Africa e ne delinea i possibili sviluppi. In particolare, il report individua 86 impianti sparsi su tutto il continente per un totale di 9 GW di capacità installata, con le regioni centrali che registrano lo sviluppo minore. Il Kenya si conferma uno dei maggiori produttori di energia eolica dell’Africa orientale, grazie agli impianti sul Lago Turkana (310 MW) e a Kipeto (102 MW), e con il vento soddisfa il 17 per cento del suo fabbisogno elettrico. Sulla costa atlantica, il Senegal conta nel suo mix energetico una quota pari al 15 per cento di energia eolica e, tornando a est, Gibuti ha appena messo in funzione il suo primo parco eolico, con una capacità di 60 MW. Ma l’analisi di GWEC sottolinea soprattutto come siano in fase di realizzazione 140 progetti, per un totale di 86 GW di nuova capacità. Una volta in funzione aumenterebbero la potenza eolica africana di quasi il 900 per cento. Tra le aree dove maggiore sarà l’incremento vi è il Nord Africa e in particolare l’area del Golfo di Suez, in Egitto, nonostante il prevedibile impatto sulla avifauna selvatica. All’altra estremità del continente, il maggior numero di impianti sarà realizzato in Sudafrica. Secondo il Global Wind Energy Council, la capacità eolica in Africa è destinata ad aumentare ulteriormente con lo sviluppo dell’industria dell’idrogeno.

  • 98 miliardi di dollari spesi nel 2022 per adattarsi al climate change

    Gli impatti dello stravolgimento del clima stanno provocando eventi dirompenti sempre più frequenti e conseguenze su territori e popolazioni sempre maggiori. Nel 2022, i finanziamenti a livello globale delle Multilateral Development Banks (MDB) per interventi volti alla mitigazione e all’adattamento climatico hanno raggiunto la cifra record di 98 miliardi di dollari. Secondo un nuovo rapporto congiunto delle Banche multilaterali di sviluppo, nel 2022 i finanziamenti per il clima da parte delle MDB per le economie a basso e medio reddito hanno toccato i 60,7 miliardi di dollari. Di questi, 38 miliardi di dollari sono stati allocati per la mitigazione del cambiamento climatico, e 22,7 per l’adattamento al cambiamento climatico. Sempre nel 2022, le MDB hanno stanziato 38,8 miliardi di dollari anche per le economie ad alto reddito: 36,3 miliardi di dollari sono stati destinati a finanziamenti per la mitigazione del cambiamento climatico e 2,5 miliardi di dollari per l’adattamento al cambiamento del clima. Rispetto ai volumi del 2019, nel 2022 i finanziamenti per il clima per i soli Paesi a basso e medio reddito sono aumentati del 46 per cento e in totale del 62 per cento. Ad esempio, i finanziamenti per il clima della African Development Bank, quasi interamente incanalati verso le economie a basso e medio reddito, sono passati da 2,1 miliardi di dollari nel 2020 a 2,4 miliardi di dollari nel 2021 e 3,6 miliardi di dollari nel 2022. Il Joint Report on MDBs Climate Finance combina i dati della Banca africana di sviluppo, della Banca asiatica di sviluppo, della Banca asiatica di investimento per le infrastrutture, della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, della Banca interamericana di sviluppo, della Banca islamica di sviluppo e della Banca mondiale. Il nuovo rapporto include inoltre una ripartizione più dettagliata dei finanziamenti per il clima nei Piccoli Stati insulari in via di sviluppo.

  • Stati Uniti, 38 milioni di dollari per sviluppare l’idroelettrico

    Mentre in Italia è vivo il dibattito sul rinnovo delle concessioni, al di là dell’Oceano il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DoE) ha annunciato nuovi incentivi per oltre 38 milioni di dollari a sostegno dello sviluppo dell’energia da fonte idroelettrica. Gli incentivi, gestiti dal Grid Deployment Office del DoE, andranno a beneficio di 66 impianti per interventi mirati ad aumentarne la capacità di produzione e fanno parte del più ampio programma di finanziamenti della legge bipartisan sulle infrastrutture. Oggi negli USA l’idroelettrico copre il 28,7 per cento della produzione di elettricità rinnovabile e ben il 93 per cento della capacità di stoccaggio di energia su scala industriale. Tuttavia, solo il 3 per cento delle oltre 90.000 dighe presenti sul suolo americano produce energia; realizzando nuovi impianti si potrebbe ottenere fino a 12 GW di nuova capacità idroelettrica. Il DoE ha anche pubblicato la nuova Hydropower Vision, con un sottotitolo programmatico: A New Chapter for America’s Renewable Electricity Source. All’interno del documento la Roadmap, che aggiorna quella del 2016 e ridefinisce la tabella di marcia per raggiungere gli obiettivi al 2050. Grazie ai continui progressi tecnologici, ai nuovi meccanismi di mercato e alla crescente attenzione alla sostenibilità, negli USA l’idroelettrico potrebbe crescere dagli attuali 101 GW a quasi 150 GW di capacità combinata di generazione e pompaggi.

  • Rinnovabili, in Europa produzione boom nel terzo trimestre

    La generazione da fonti rinnovabili prosegue la sua corsa e segna nella UE27 un nuovo record. Secondo un rapporto pubblicato da EnAppSys, società di analisi e consulenza nel settore energetico, negli Stati membri la produzione di energia verde ha raggiunto un nuovo massimo nel terzo trimestre del 2023. Secondo i dati esaminati nel periodo dal 1° luglio al 30 settembre, la produzione è aumentata del 12 per cento rispetto al terzo trimestre del 2022; una crescita dovuta soprattutto alla produzione eolica che ha raggiunto i 95 TWh, superando di gran lunga gli 84 TWh del 2022. In Germania, il Paese con la maggiore capacità eolica del continente, l’aumento registrato rispetto al terzo trimestre 2022 è stato del 20 per cento. Energie rinnovabili che nel complesso nel terzo trimestre del 2023 hanno rappresentato il 47,7 per cento del mix energetico della UE, con un contributo del 16,4 per cento dell’idroelettrico, del 15,2 per cento dell’eolico e dell’11,9 per cento del solare. Allo stesso tempo il report segnala il livello più basso della produzione da gas naturale, scesa a 103 TWh, segnando una diminuzione del 27 per cento. Lato domanda, il trimestre ha invece registrato il livello più basso rispetto allo stesso periodo degli ultimi anni, in alcuni mercati addirittura inferiore a quello toccato negli anni del Covid, proseguendo così la tendenza al ribasso da inizio anno.

  • Mobilità elettrica, Spagna in controtendenza: e-car +70% nel 2023

    Spinte soprattutto dagli incentivi messi sul piatto dai Governi, crescono le vendite di auto a propulsione elettrica e ibrida. In Spagna, secondo i dati dell’Associazione per lo sviluppo e la promozione della mobilità elettrica (Aedive), nei primi nove mesi del 2023 si è registrato un aumento del 70,4 per cento delle immatricolazioni di full electric, con 36.843 unità vendute. Una scelta sposata sempre più anche dalle flotte aziendali che ha determinato, nello stesso intervallo di tempo esaminato, una crescita delle immatricolazioni di furgoni elettrici del 79,1 per cento. In particolare, nel solo mese di settembre gli acquisti di automobili e furgoni full electric sono aumentati del 15,4 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, con 5.638 unità immatricolate. I veicoli ibridi plug- in, tra auto e furgoni, hanno segnato a loro volta una crescita del 18,1 per cento, con 4.950 immatricolazioni. Aedive prevede che il mercato della mobilità elettrica proseguirà in questo andamento positivo anche nell’ultimo trimestre dell’anno. Anche in Spagna guida la classifica delle elettriche più vendute la Tesla Model Y, con 4.975 unità immatricolate. Tra le ibride plug-in troviamo in testa la Lynk & Co 01, con 3.715 unità. I numeri, tuttavia, sono ancora distanti da quelli necessari per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione nel settore dei trasporti.

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