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- Rinnovabili, l’India aggiunge 20 GW tra eolico e solare
Tra i Paesi dove si sta assistendo a una costante crescita della generazione rinnovabile c’è senz’altro l’India. Secondo i dati di JMK Research & Analytics, società di analisi e consulenza strategica specialista dei mercati dell’Asia-Pacifico, nei primi nove mesi del 2024 l’India ha aggiunto 20 GW di eolico e solare. La nuova capacità fotovoltaica è stata di 17,4 GW, segnando un aumento del 105,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre l’eolico ha aggiunto 2,6 GW, con una crescita del 14,8 per cento. Nel dettaglio, circa 13,2 GW di nuova capacità solare sono utility scale , con un aumento del 160,9 per cento rispetto al 2023, e 3,2 GW sono gli impianti fotovoltaici sui tetti (più 7,3 per cento sul 2023). Minore, ma importante, il contributo del solare offgrid che con 1 GW ha più che raddoppiato le installazioni dei primi nove mesi dello scorso anno. Per quanto riguarda l’eolico, gli impianti di Gujarat (985 MW), Karnataka (968 MW) e Tamil Nadu (613 MW) hanno rappresentato circa il 97 per cento della capacità aggiunta nel periodo. Con le nuove installazioni, le rinnovabili hanno raggiunto in India alla fine di settembre una capacità totale di 201,46 GW , con il solare che rappresenta il 45 per cento della generazione rinnovabile del Paese. Secondo le previsioni di JMK Research & Analytics, nel 2024 la nuova capacità solare in India supererà i 20 GW, mentre l’eolico oltrepasserà la soglia dei 3 GW.
- Idrogeno in Norvegia, 65 milioni di euro per nuovi progetti
L’idrogeno svolgerà un ruolo importante nella transizione verso la neutralità climatica e la UE si è posta come obiettivo di arrivare a produrre 20 milioni di tonnellate di H 2 rinnovabile al 2030. In questo scenario la Norvegia ha stanziato 777 milioni di corone norvegesi (65,8 milioni di euro) a sostegno di cinque nuovi progetti. Il finanziamento dell’agenzia per l’energia pulita del Paese scandinavo (Enova) – che rientra nell’ambito dell’iniziativa Produzione di idrogeno per il trasporto marittimo 2027 - prevede un contributo fino all’80 per cento dell’investimento e consentirà la costruzione di tre impianti da 20 MW e due da 10 MW sulle coste del Paese per la produzione di idrogeno da utilizzare come carburante per navi . Complessivamente, i progetti sostenuti finora da Enova hanno raggiunto una capacità di 100 MW, sufficienti a produrre 40 tonnellate di idrogeno verde al giorno. Nella tratta tra la città di Bodø e tre isole delle Lofoten, il più lungo collegamento di traghetti statale della Norvegia, dovrebbero entrare in servizio a fine 2025 due traghetti ibridi da 600 passeggeri e 120 auto con propulsione idrogeno-elettrico come modalità primaria e diesel-elettrico, con biocarburante come modalità secondaria.
- Fotovoltaico, in Namibia un nuovo progetto da 40 MW
Nota per essere ricca di minerali, soprattutto uranio e diamanti, la Namibia ha anche un grande potenziale per la generazione di energia solare. Per sfruttare questa importante risorsa, l’Electricity Control Board of Namibia ha approvato la realizzazione di un nuovo impianto fotovoltaico da 40 MW nei pressi di Gibeon, cittadina sita nella regione di Hardap. Il progetto prevede l’installazione di circa 70.000 pannelli solari e la costruzione di una linea di trasmissione che collegherà la centrale di Gibeon alla rete nazionale gestita dalla Namibia Power Corporation, la società elettrica statale. L’impianto sarà successivamente integrato anche da sistemi di stoccaggio. Una volta in funzione, la centrale solare contribuirà a ridurre la dipendenza della Namibia dalle fonti fossili e a raggiungere l’obiettivo del 70 per cento di produzione di energia rinnovabile entro il 2030 . Attualmente, nonostante il grande potenziale dovuto alle 10 ore di sole per 300 giorni l’anno , le fonti rinnovabili rappresentano poco più del 30 per cento della produzione elettrica del Paese, che fa affidamento sulle importazioni da Sudafrica, Zambia e Mozambico per soddisfare il proprio fabbisogno. In Namibia, secondo i dati della IEA, nel 2022 solo il 56,2 per cento della popolazione aveva accesso all’elettricità .
- Trasporti, dal biometano un aiuto all’ambiente (e alla competitività)
La sostenibilità nei trasporti, per definizione e nell’ottica dell’economia circolare, deve soddisfare contemporaneamente i requisiti sociali, economici, tecnologici e ambientali. Il biometano li soddisfa tutti e costituisce l’unione di più filiere: agricola, industriale, artigianale ed energetica. Nell’ampia intervista pubblicata su Nuova Energia , Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano, ha spiegato quale può essere il contributo alla decarbonizzazione del settore dei trasporti fornito dal parco circolante a biometano. “In Italia circolano attualmente circa un milione di veicoli alimentati a gas naturale. E Il metano, il più pulito dei carburanti fossili, è il ponte ideale per un massiccio impiego del biometano senza traumi economici, tecnici e infrastrutturali con un immediato enorme vantaggio ambientale”. Biometano del quale l’Italia è tra i maggiori produttori al mondo , che rappresenta un elemento fondamentale nella strategia del nostro Paese per la lotta al cambiamento climatico, in grado di determinare una transizione energetica verso un’economia a basso contenuto di carbonio fondata sulla sostenibilità e sulla circolarità nell’utilizzo delle risorse. Il processo di upgrading del biogas restituisce un biocombustibile flessibile e programmabile, adatto a incrementare la percentuale di energia rinnovabile e l’indipendenza energetica. “Veicolato nella rete gas tradizionale e utilizzato nei trasporti - spiega Flavio Merigo - il biometano può contribuire in misura apprezzabile al raggiungimento dei target europei al 2030, con un risparmio complessivo di gas a effetto serra rispetto al ciclo vita del metano fossile tra l’80 e l’85 per cento”.
- Idrogeno, in Germania pianificata la rete centrale
Prerequisito fondamentale per lo sviluppo dell’idrogeno è la realizzazione di una infrastruttura per il trasporto. Il Bundesnetzagentur (l’Agenzia federale tedesca per le reti) ha approvato la rete centrale per l’idrogeno basata sul progetto proposto dai 15 gestori del sistema di trasmissione del gas. L’infrastruttura di rete collegherà tra loro i futuri cluster dell’idrogeno in tutto il Paese e terrà conto dei collegamenti con gli Stati confinanti. Con un costo stimato di 18,9 miliardi di euro, la rete sarà lunga 9.040 chilometri e dovrebbe entrare in funzione, gradualmente, entro il 2032. Circa il 60 per cento del gasdotto sarà ricavato da infrastrutture già esistenti per il trasporto del gas naturale che saranno convertite all’idrogeno; il restante 40 per cento sarà invece di nuova costruzione. Una volta pienamente in funzione, la rete avrà una capacità di feed-in di 101 GW e una capacità di feed-out di 87 GW , e sarà il più grande sistema di trasporto di idrogeno in Europa. La pianificazione del Bundesnetzagentur garantisce che vengano convertiti all’idrogeno solo i gasdotti non più necessari per il trasporto del gas naturale. Le prime condotte saranno convertite a partire dal 2025.
- Stati Uniti, nuovo progetto idroelettrico con pompaggio da 287 MW
I sistemi di accumulo sono fondamentali per poter sfruttare pienamente il potenziale delle rinnovabili. Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (US-DoE) ha annunciato di aver concesso un primo finanziamento di 12 milioni di dollari (poco più di 11 milioni di euro) per un nuovo progetto idroelettrico con pompaggio. L’importo fa parte di una più ampia concessione di 81 milioni di dollari (74,5 milioni di euro) e andrà a sostegno delle attività per la fase 1 del Lewis Ridge Pumped Storage Project, in realizzazione nello Stato del Kentucky . L’impianto di pompaggio idroelettrico , costruito nell’area di un ex miniera di carbone nella Contea di Bell, avrà una capacità di 287 MW . La struttura sarà composta da due bacini artificiali, su un dislivello di 500 piedi (152,4 metri), con un impianto di pompaggio a circuito chiuso. Una volta in funzione, la centrale potrà essere collegata alla rete regionale e sarà in grado di soddisfare il fabbisogno equivalente di 67.000 abitazioni. L’intero progetto, che creerà circa 1.500 posti di lavoro nel periodo di costruzione, ha un costo stimato di 1,3 miliardi di dollari (poco meno di 1,2 miliardi di euro). Secondo l'edizione 2023 dello US Hydropower Market Report , negli Stati Uniti sono operativi 43 impianti idroelettrici con pompaggio, con una capacità di accumulo di 553 GW .
- Energia, l’innovazione guiderà la transizione (e ne conterrà i costi)
Il Rapporto I-Com 2024 sull’innovazione energetica, giunto alla sedicesima edizione e curato dal direttore Area Sostenibilità Antonio Sileo, prosegue l’attività di lettura del contesto energetico, sempre più stabilmente mutevole. La transizione ambientale sarà rallentata? Chi ne sosterrà i costi? Quanto saranno diffusi i benefici? Nelle 216 pagine del Rapporto Innov-E 2024 , gli autori - ricercatori esperti affiancati ad analisti più giovani - forniscono spunti utili per una riflessione sulla direzione presa dall’innovazione in materia di energia e di ambiente , e sul posizionamento dell’Italia nella ricerca in campo energetico. Un’innovazione non solo tecnologica , ma anche di norme, prassi e abitudini che sovente sono un fattore determinante perché le nuove tecnologie prendano piede. “Indipendentemente da quanto costerà - commenta Antonio Sileo, direttore Area Sostenibilità I-Com - la transizione sarà guidata dall’innovazione, che aiuterà anche a contenerne i costi”. Una panoramica sui temi dell’innovazione inevitabilmente parziale ma non troppo sfocata, articolata su tre piani: economico, tecnologico, giuridico . Perché senza la giusta cornice normativa - in Italia come in tutti i Paesi di civil law - è difficile che un’innovazione si affermi. Alle consuete analisi dei brevetti energetici, elettrici, dell’efficienza, della mobilità sostenibile e dei sistemi d’accumulo, il Rapporto I-Com sull’innovazione energetica 2024 torna sulla convergenza tra sistema gas e sistema elettrico e sul dibattito pubblico , anche come mezzo per superare il NIMBY. E inserisce due novità: economia dello spazio e formazione specifica e competenze green necessarie alla transizione . “Perché le cose possano cambiare in meglio - conclude Sileo - è necessario il collaborativo impegno di soggetti pubblici e imprese, in un’articolata ricerca di nuove soluzioni sistemiche, ma anche di nuove visioni e traguardi, naturalmente sostenibili”. Perché se è vero che l’innovazione è la chiave che sblocca produttività, crescita e salari più alti, è altrettanto vero che - poiché le scadenze si avvicinano - i l continuo rilancio di obiettivi non porta di per sé a grandi risultati .
- Geotermia in Indonesia, 90 MW di nuova capacità
Fonte rinnovabile per eccellenza, la geotermia può svolgere un ruolo fondamentale sulla strada per la decarbonizzazione. L’Indonesia, seconda solo agli Stati Uniti con 2,6 GW di capacità installata, ha annunciato l’entrata in funzione di tre centrali geotermiche, per un totale di 90 MW di nuova capacità. Il Ministero dell’energia e delle risorse minerarie ha comunicato che entro la fine del 2024 diventeranno operativi sull’isola di Giava i progetti Salak Binary, con una capacità di 15 MW , e di Blawan Ijen Unit 1, da 34 MW , mentre a Sumatra entrerà in funzione la centrale di Sorik Marapi Unit 5, con una capacità di 40 MW . Secondo i dati ministeriali, il pieno sviluppo del potenziale geotermico del Paese - stimato in 24 GW - permetterebbe di soddisfare il fabbisogno elettrico di 1,3 milioni di abitazioni. L’Indonesia, dove attualmente la geotermia rappresenta il 5,3 per cento del mix energetico, ha come obiettivo di raggiungere le emissioni nette zero entro il 2060 . A fine 2023, la capacità di generazione da energia geotermica installata a livello globale ammontava a 16,33 GW, con gli Stati Uniti a guidare la classifica con 3,9 GW.
- Rinnovabili, la Grecia rivede al ribasso gli obiettivi al 2030
Dopo una gestazione di alcuni mesi, il Governo di Atene ha presentato la versione definitiva del proprio Piano Nazionale per l’Energia e il Clima (PNEC), che contiene gli obiettivi per le rinnovabili al 2030 dovrà ora essere presentato alla Commissione Europea. Anche a seguito di consultazioni con le associazioni di categoria e gli operatori di mercato, la versione finale del PNEC greco è stata rivista al ribasso rispetto alla bozza circolata in precedenza. La quota di energia primaria da fonti rinnovabili nel mix prevista per l’anno 2030 è stata ridotta dal 45,3 al 43 per cento, mentre la quota nella produzione di energia elettrica è stata determinata al 75,7 per cento, rispetto all’iniziale 76,8 per cento. Per quanto riguarda l’uso industriale, la quota di energia rinnovabile è scesa dal 41,2 al 34 per cento. Nei trasporti , l’obiettivo del governo di Atene passa dal 13,9 per cento previsto nella bozza, al 13,4 per cento. Nel segmento r iscaldamento e raffreddamento , la quota green passa dal 61,1 al 52,6 per cento. Lato capacità, rimane confermata la quota di produzione eolica e solare, mentre l’obiettivo delle piccole centrali idroelettriche è rimodulato a 350 MW, contro i previsti 365 MW. Le biomasse passano da 81 a 77 MW. Cresce la capacità prevista per le centrali idroelettriche con pompaggio , che entro il 2030 dovranno raggiungere 1,928 GW, rispetto al precedente obiettivo di 1,745 GW. In aumento di 0,2 TWh anche la produzione prevista di idrogeno, che sale a 1,2 TWh, e l’obiettivo relativo alla capacità degli elettrolizzatori: passa da 187 a 231 MW.
- Edison Next e Iris Ceramica, ecco la prima lastra realizzata con idrogeno verde
Iris Ceramica Group e Edison Next hanno realizzato la prima lastra in ceramica tecnica al mondo utilizzando una miscela di idrogeno verde e gas naturale. Il sito di produzione H2 Factory - il nuovo stabilimento di Iris Ceramica Group a Castellarano (RE) - è già dotato delle infrastrutture necessarie per l’utilizzo al 100 per cento di idrogeno verde. Reingegnerizzare la ceramica per migliorare l’interazione tra le persone e l’ambiente in cui vivono grazie a questo materiale naturale, tra i più performanti al mondo . È questa la vocazione di Iris Ceramica Group - 60 anni di esperienza, 1.500 dipendenti in più di 100 Paesi. Il processo industriale che il Gruppo sta mettendo a punto insieme a Edison Next nell’ H2 Factory di Castellarano rappresenta sia un passo concreto verso il net zero per un settore industriale particolarmente energivoro come quello ceramico, sia un contributo determinante per il raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica del Paese. L’impianto pilota comprende due elettrolizzatori dai 120 kW elettrici complessivi, alimentati da energia rinnovabile (è stato installato un nuovo impianto fotovoltaico da 1,3 MWp, che si aggiungono ai 2,5 MWp di quello esistente). I 20 metri cubi di idrogeno verde prodotti ogni ora alimentano il nuovo forno con una miscela di H 2 fino a circa il 7 per cento . Obiettivo di questa fase è approfondire l’utilizzo della tecnologia per la produzione con idrogeno, per poi industrializzare la produzione mantenendo invariate le caratteristiche tecniche e la qualità delle lastre prodotte , avendo la certezza di ottenere l’eccellenza qualitativa, tecnica ed estetica. In parallelo alla fase di test - per verificare il comportamento del materiale in cottura - Edison Next avvierà l’installazione del sistema definitivo: un impianto di produzione da 1 MW , in grado di produrre circa 132 tonnellate di idrogeno verde l’anno che andranno ad alimentare il forno con una miscela di H 2 fino a circa il 50 per cento . Il blend consentirà di sostituire circa 500.000 metri cubi di gas naturale ogni anno. “Siamo orgogliosi di essere al fianco di una delle eccellenze del Made in Italy in un’iniziativa pionieristica per l’intero settore, ma anche per il Paese - ha dichiarato Giovanni Brianza, CEO di Edison Next - sostenendo la diffusione di una nuova cultura industriale in cui la sostenibilità è strumento per aumentare la propria competitività”. È la dimostrazione che unendo tecnologia e innovazione, competenze e determinazione , si possono raggiungere risultati importanti anche in ambiti in cui la sfida risulta difficile, perché richiede un ripensamento dell’intero processo produttivo e l’utilizzo di tecnologie più prospettiche, come l’idrogeno. “Questo traguardo testimonia il nostro impegno verso la decarbonizzazione del settore ceramico - ha dichiarato Federica Minozzi, CEO di Iris Ceramica Group. Un progetto all’avanguardia che, grazie al sistema di produzione che Edison Next sta realizzando su misura per noi, apre nuove prospettive alla manifattura hard-to-abate”. Il traguardo è importante ed è frutto di una partnership di valore e di un lavoro di squadra. Un esempio virtuoso di sostenibilità integrata che dimostra che “si può fare”. Ora altre aziende del settore possono seguire l’esempio, per fare sistema ed essere driver di cambiamento per l’intero Paese.
- Il biometano di Edison: alleato della biodiversità (e dolce come il miele)
Per contribuire a raggiungere i target di decarbonizzazione nel settore trasporti, i gas rinnovabili rappresentano un punto fondamentale. Nella strategia di Edison, centrata sullo sviluppo di soluzioni innovative per il sistema energetico, il biometano si posiziona efficacemente come alternativa sostenibile ai gas fossili. Uno dei vettori migliori per contribuire alla decarbonizzazione - dal momento che è chimicamente identico al gas naturale di origine fossile - il biometano può avere un impatto considerevole nel settore dei trasporti e in tutti quegli ambiti in cui non ci sono le possibilità tecniche di sostituire i combustibili fossili con l’elettricità . “La transizione si basa su un mix di possibilità - commenta Fabio Spinelli, Key Account Manager Mobility Solutions di Edison Energia. Proprio per questo puntiamo a rimanere flessibili, intercettando le opportunità e adattando le soluzioni al mercato che evolve”. Il consumo di biometano per il trasporto merci è premiante soprattutto per gli aspetti ambientali, in quanto permette di migliorare gli impatti sui territori a lungo termine. Edison Energia è stato il primo operatore in Italia ad aver avviato l’attività di vendita di biometano per i trasporti, nel 2018, e oggi è leader in questo segmento con 105 milioni di metri cubi gestiti nel 2023 e consegnati in oltre 450 stazioni di rifornimento in tutta Italia . La società di Foro Buonaparte sta anche lavorando su diversi fronti per lo sviluppo di progetti per la produzione di biometano a partire dalla Frazione Organica del Rifiuto Urbano (FORSU), con l’obiettivo di realizzarne almeno 10 entro il 2030. Nel 2023 sono iniziati i lavori a Caivano (NA) per un impianto che processa 90.000 tonnellate l’anno di FORSU per una produzione attesa di circa 5 milioni di metri cubi di biometano, e ha preso avvio la riconversione per la produzione di bioGNL dei due impianti di Edison Next Environment di Caivano e Zinasco (PV), che attualmente producono biometano liquido sempre da FORSU (circa 60.000 t/anno). Ed è proprio a Zinasco, in provincia di Pavia, presso la sede dell’impianto di produzione di biometano di Edison Next , che sorge l’ Oasi della biodiversità . Grazie alla partnership con 3Bee - naturetech company leader nello sviluppo di tecnologie per il monitoraggio, la tutela e la rigenerazione della biodiversità - l ’ampio spazio verde accanto agli edifici in cui le biomasse vengono convertite in gas rinnovabile ospita due alveari tecnologici , che monitorano in tempo reale l’attività delle api, fondamentali bioindicatori dello stato di salute dell’ambiente. All’interno dell’Oasi sono state messe a dimora anche 50 piante nettarifere a portamento arboreo e arbustivo appartenenti a 5 specie diverse autoctone, e 53 arbusti nettariferi di 10 specie autoctone differenti. “Creare oasi di biodiversità nei nostri impianti è un modo concreto attraverso il quale vogliamo dare il nostro contributo per preservare gli ecosistemi dei territori che abitiamo - ha dichiarato Marilena Barbati Marketing & Communication Director di Edison Next. Accompagnare la decarbonizzazione significa non solo ridurre l’inquinamento e il consumo di risorse, ma anche agire per arginare il declino della biodiversità”. Le api e altri gli impollinatori garantiscono un servizio indispensabile attraverso cui avviene la fecondazione delle piante e la produzione di semi e frutt i, essenziali per la sopravvivenza delle specie vegetali, animali e dell’uomo. La perdita di insetti impollinatori comporta quindi la diminuzione della biodiversità, essenziale per la stabilità degli ecosistemi. Si stima che nell’Oasi durante l’anno vi siano 600.000 api monitorate e protette , capaci di impollinare 600 milioni di fiori, con 76 chili di nettare potenzialmente prodotto dalle piante nettarifere. In estate è prevista la prima smielatura con la realizzazione dei primi vasetti di miele. Restiamo in attesa di un dolce (e sostenibile) assaggio.
- USA, entro il 2030 i data center useranno il 9 per cento dell’elettricità
Uno dei settori che sta crescendo più rapidamente in tutto il mondo è quello dei data center. Strutture necessarie ai sistemi informatici che richiedono enormi quantità di energia per il raffreddamento continuo ad alta intensità e che con lo sviluppo di tecnologie come l’intelligenza artificiale vedranno aumentare ulteriormente il proprio fabbisogno energetico. Le query basate sull’AI richiedono circa dieci volte l’elettricità necessaria per le tradizionali ricerche su Internet. Un dato che, secondo la International Energy Agency, farà più che raddoppiare la domanda di energia per i data center entro il 2026. Uno scenario che potrebbe causare seri problemi di approvvigionamento, soprattutto in quelle zone dove più alta è la concentrazione di data center. Previsioni e timori confermati anche dallo studio Powering Intelligence: Analyzing Artificial Intelligence and Data Center Energy Consumption , pubblicato dall’Electric Power Research Institute (EPRI) e che si concentra sulla situazione statunitense. L’analisi, basata sulle informazioni pubbliche sui data center esistenti negli USA , sulle stime di crescita del settore e sulle previsioni della domanda di elettricità, ha delineato quattro scenari al 2030, con un tasso di crescita annuo del consumo compreso tra il 3,7 e il 15 per cento. Lo scenario più basso (3,7 per cento) presuppone u n’adozione limitata degli strumenti di intelligenza artificiale , abbinata a importanti miglioramenti nell’efficienza dei data center; lo scenario più alto (15 per cento) combina la rapida espansione delle applicazioni di intelligenza artificiale con minori miglioramenti in termini di efficienza. A seconda del grado di efficienza energetica raggiunto dalle strutture, gli altri due scenari individuati dall’EPRI presentano una crescita del consumo elettrico del 4,6 e del 9,1 per cento . Quest’ultimo, secondo lo studio, rappresenta lo scenario più probabile, con un consumo pari a più del doppio di quello attuale. Negli USA l’80 per cento dei data center è concentrato in 15 Stati , con in testa Virginia e Texas.
- Transizione energetica, il Queensland (Australia) stanzia 26 miliardi
Dopo i 19 miliardi di dollari australiani (11,7 miliardi di euro) assegnati nel 2023, il governo del secondo Stato più grande dell’Australia - il Queensland - ha stanziato altri 26 miliardi di dollari (16 miliardi di euro) a sostegno del Queensland Energy and Jobs Plan, il programma che ha come obiettivo di accelerare la transizione energetica e di creare nuovi posti di lavoro. Il Queensland Energy and Jobs Plan prevede di destinare 16,5 miliardi di dollari a nuovi progetti per la produzione di energia da fonte rinnovabil e e per impianti di stoccaggio, 8,5 miliardi per la realizzazione della Super Grid, una nuova rete di trasmissione ad alta tensione lunga 1.500 chilometri, e 500 milioni di dollari per le mini-grid solari e i sistemi di accumulo residenziali. Il governo di Brisbane punta ad avere al 2035 25 GW di eolico e solare su larga scala e 7 GW di stoccaggio di lunga durata, grazie soprattutto ai due impianti di pompaggio idroelettrico di Borumba e di Pioneer-Burdekin, che sarà il più grande impianto del genere al mondo. Secondo il governo del Queensland, grazie al Piano saranno creati 100.000 nuovi posti di lavoro.
- Camion elettrici, E.ON e MAN insieme per espandere la rete di ricarica europea
Il Gruppo E.ON e MAN Truck & Bus costruiranno insieme una infrastruttura di ricarica per camion elettrici. 400 siti riservati ai mezzi pesanti (125 solo in Germania) in 170 località . Attraverso questo investimento sarà creata la più grande rete di ricarica pubblica per veicoli commerciali pesanti mai realizzata in Europa. E.ON e MAN investono in nuove stazioni di ricarica, costruite presso i Service Center di MAN ma che potranno fornire il servizio di ricarica pubblica ai mezzi pesanti di altri costruttori. I siti saranno infatti accessibili al pubblico, indipendentemente dalla marca del veicolo. Solo in Germania sono previsti circa 125 punti; altri sono in costruzione in Austria, Regno Unito, Danimarca, Italia , Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. Gli obiettivi politici per la decarbonizzazione dei trasporti in Europa (e in Germania in particolare) sono chiari, in una guerra ai gas serra senza esclusione di colpi (ops, di punti percentuali). L’UE chiede agli Stati membri di ridurre le emissioni di CO 2 dei mezzi pesanti del 65 per cento entro il 2035 e del 90 per cento entro il 2040, rispetto ai livelli del 2019. Il governo tedesco punta a una riduzione del 55 per cento entro il 2030 e alla neutralità climatica entro il 2045. In questo contesto, l’elettrificazione dei trasporti è una delle soluzioni messe in strada e l’industria sta investendo in veicoli e in infrastrutture. E se i produttori si concentrano sullo sviluppo di nuovi mezzi, c’è ancora bisogno del sostegno normativo per costruire un’infrastruttura di ricarica ad alte prestazioni e progettata su scala europea. “Stiamo investendo molto per dare un impulso decisivo all’infrastruttura per il trasporto pesante elettrico e tracciare la strada verso una sostenibilità nella logistica e nelle catene di approvvigionamento - ha dichiarato Leonhard Birnbaum, CEO di E.ON. Siamo lieti di essere all’avanguardia insieme a MAN”. Nell’ambito della collaborazione, E.ON e MAN fanno compiere un bel passo avanti all’espansione dell’infrastruttura di ricarica per camion elettrici. Tuttavia, affinché la transizione della mobilità abbia successo, in Europa servono circa 50.000 punti di ricarica per i veicoli commerciali pesanti entro il 2030. “In qualità di produttore di camion e bus elettrici, stiamo dando il nostro contributo - ha dichiarato Alexander Vlaskamp, CEO di MAN Truck & Bus. Sono lieto di avere E.ON come partner forte per l’elettrificazione dei nostri Service Center”. Il primo sito aprirà nel 2024, e altri 80 saranno costruiti entro la fine del 2025 . Selezionati strategicamente tra i Service Center di MAN situati in aree industriali con elevati volumi di traffico e in prossimità di snodi autostradali (per integrare facilmente la ricarica nelle operazioni quotidiane), i siti saranno costruiti in modo modulare e dotati di diverse stazioni di ricarica da 400 kW (un camion elettrico medio può ricaricarsi in circa 45 minuti per un’autonomia fino a 300 chilometri). In un secondo tempo, ci sarà un upgrade al sistema MCS (Megawatt Charging System) che consente ricariche con potenza fino a 3 MW . Insomma, i veicoli elettrici ci sono. L’infrastruttura di ricarica cresce. Tocca ora al mercato decidere se passare a una nuova trazione. E se siete arrivati fin qui e, come me, siete appassionati di percentuali, ecco quello che fa per voi: l’analisi del mercato dei veicoli commerciali in Europa fatta dalla redazione di Vado e Torno (il mensile che dal 1962 segue l’evoluzione tecnica, economica e normativa del trasporto stradale delle merci) . Sono davvero bravi.
- Pompaggi idroelettrici, Edison e Webuild si alleano per due progetti nel Sud Italia
I sistemi di stoccaggio di energia sono infrastrutture strategiche per la sicurezza energetica nazionale, essenziali per il sistema elettrico e necessarie per la transizione ecologica . Entro il 2030 il PNIEC prevede l’installazione di nuovi accumuli per oltre 10 GW, di cui 6 GW utility scale (batterie e pompaggi idroelettrici), localizzati principalmente al Sud e nelle isole. Gli impianti idroelettrici di pompaggio sono la forma di stoccaggio dell’energia più affidabile. Prevedono due invasi posti a quote differenti: nelle ore a maggiore generazione da fonte rinnovabile l’acqua è pompata da valle a monte; in questo modo viene immagazzinata energia potenziale da trasformare nuovamente in energia elettrica quando necessario. Questi impianti garantiscono una delle forme più efficienti di produzione : quasi l’intera energia cinetica dell’acqua è trasformata in energia elettrica. Sono anche particolarmente flessibili, perché entrano in servizio in tempi rapidissimi, e non consumano la risorsa idrica perché lavorano a ciclo chiuso e svolgono quindi un ruolo importante per la conservazione dell’acqua e il suo utilizzo a fini irrigui . Edison e Webuild hanno sottoscritto un accordo programmatico per lo sviluppo di progetti di accumulo idroelettrico nel Sud Italia - Pescopagano (PZ) in Basilicata e Villarosa (EN) in Sicilia - con l’obiettivo di realizzare almeno 500 MW di pompaggi al 2030 e far crescere la filiera italiana dell’idroelettrico. “Grazie a questo accordo creiamo le basi per realizzare la transizione energetica - ha dichiarato Nicola Monti, amministratore delegato di Edison - e rilanciamo una filiera strategica di cui siamo campioni in Europa, con evidenti benefici per lo sviluppo economico nazionale e l’incremento dell’energia rinnovabile in rete”. “L’accordo mette a fattor comune le competenze di due grandi gruppi privati - ha dichiarato Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild - per creare sistemi virtuosi e realizzare le infrastrutture di cui l’Italia ha bisogno per restare competitiva, contribuendo al percorso di transizione e di contrasto alla siccità, in particolare al Sud”. I progetti di Pescopagano e di Villarosa sono in attesa della conclusione degli iter autorizzativi presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e di concessione presso le rispettive Regioni, con l’obiettivo di partecipare alle aste competitive organizzate da Terna nell’ambito del Mercato a termine degli stoccaggi (MACSE), in via di definizione. Oltre alla realizzazione di nuovi invasi e di opere di ingegneria sotterranee, le due iniziative prevedono l’utilizzo di invasi esistenti, incrementando i livelli di sicurezza e i volumi di acqua immagazzinabili , anche per ulteriori usi e per il contrasto alla siccità . La filiera italiana dell’idroelettrico vanta una posizione unica in Europa e costituisce un asset fondamentale per il Paese: con un fatturato pari a 28 miliardi di euro, di cui 15 miliardi derivanti dall’export e con un saldo commerciale di 8 miliardi di euro, si colloca al primo posto nella UE.