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Tony Murphy (ECA): “La nostra mission è rafforzare la fiducia nella UE”

Tra le istituzioni alla guida dell’Europa unita, la Corte dei Conti Europea (ECA) è probabilmente quella che gode di minore popolarità; tuttavia, è proprio quella che può contribuire a rendere realtà quel cambio di rotta imposto ora con maggior forza dalle varie crisi, assicurando innanzitutto che l’Europa spenda bene i propri soldi.



Il ruolo e la missione dell’ECA, i rapporti con le altre istituzioni, i nuovi strumenti a disposizione per la gestione dei fondi sono alcuni dei temi al centro dell’intervista di copertina a Tony Murphy, presidente della Corte dei Conti Europea, che apre il numero di Nuova Energia. “Come revisori esterni indipendenti dell’Unione Europea ci occupiamo essenzialmente di esaminare entrate e uscite sull’intera gamma di programmi di spesa degli Stati Membri finanziati dal bilancio UE, da quelli per la crescita e l’occupazione fino a quelli attinenti alle politiche ambientali e agli interventi relativi al clima”.


Un lavoro che prevede la verifica di un campione statisticamente significativo di transazioni e la valutazione dei relativi sistemi di supervisione e controllo, oltre alla realizzazione delle - temute - relazioni sulla performance. “Questa parte del nostro lavoro - spiega Tony Murphy - consiste nel valutare se gli obiettivi delle politiche e dei programmi europei selezionati siano stati raggiunti, se i risultati siano stati conseguiti in modo efficace ed efficiente, e se gli interventi abbiano prodotto un valore aggiunto”.


“La nostra missione è rafforzare la fiducia, migliorando l’affidabilità e la trasparenza dell’UE in tutti i campi in cui è attiva”.

 

Con la continua espansione degli ambiti coperti dal bilancio UE è di cruciale importanza il ruolo di istituzioni come la Corte dei Conti Europea. La sua attività trova la propria summa nell’Annual Report sul budget UE, dove la Commissione integra le cosiddette priorità orizzontali - come il clima, la digitalizzazione e la dimensione di genere - in tutti i programmi di spesa. A volte con sorprese non sempre positive.


“Spesso ci troviamo a riscontrare differenze significative nel livello di integrazione delle singole priorità. Abbiamo anche espresso preoccupazioni in merito all’attendibilità dei dati e alle modalità con cui questi vengono rendicontati dalla Commissione”.

Nel Report, ad esempio, l’ECA ha rilevato come le spese riportate nel budget UE non fossero sempre attinenti alle iniziative per il clima. “In generale abbiamo riscontrato - ha spiegato Murphy - che le spese in questo ambito fossero sovrastimate. Le nostre valutazioni indicano una sovrastima di almeno 72 miliardi di euro”.


Se da una parte ci si sta muovendo sulla strada dell’adozione di modelli di spesa basati sulle performance, rimane cruciale che gli indicatori chiave di prestazione siano abbastanza solidi da permettere valutazioni oggettive.

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