366 milioni di metri cubi di edifici riscaldati, 11.234 GWh/anno termici consegnati
all’utenza, 0,5 Mtep risparmiati (in termini di energia primaria) e minori emissioni pari a
1,7 milioni di tonnellate di CO 2 evitate. Questi i numeri del teleriscaldamento in Italia
riportati sulla nuova edizione dell’Annuario AIRU Il Riscaldamento urbano.
Completo delle schede tecniche di dettaglio relative a oltre 180 reti presenti sul territorio
italiano, l’Annuario rappresenta un vero e proprio Atlante del teleriscaldamento in Italia
ed è anche uno strumento operativo di importanza strategica sul territorio per pubblici
amministratori, energy manager, pianificatori, amministratori di condominio.
Scorrendo i dati, sono 209 i comuni che ospitano le 250 reti censite, che diventano 413 con
quelle di piccole e piccolissime dimensioni, per una estensione totale di tracciato di circa
4.551 km e un trend di sviluppo del 2,9 per cento.
Evidente il passo in avanti segnato dal ricorso al recupero industriale, che in valori assoluti
passa da 2.090 tep a 5.086 tep. Un ulteriore dato che dimostra come il teleriscaldamento
possa essere la soluzione tecnologica più adatta anche nelle aree industriali, per riutilizzare
il calore altrimenti disperso in un percorso virtuoso di economia circolare, efficienza
energetica e sostenibilità ambientale.
Nonostante alcune timide nuove iniziative, il contributo del teleriscaldamento al sistema energetico italiano potrebbe però essere maggiore se supportato da politiche coerenti con gli obiettivi di decarbonizzazione e di efficienza energetica previsti dal PNIEC e dal Green Deal europeo.
“Sappiamo che le città – scrive Ilaria Bottio, Segretario generale di AIRU – saranno il luogo
dove la maggior parte degli obiettivi che la UE si è posta possono essere meglio raggiunti e
sviluppati. Ambiti nei quali il teleriscaldamento efficiente può contribuire in modo
significativo alla sostenibilità ambientale, alla riduzione dei consumi e all’efficienza
energetica”.
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