Le recenti dichiarazioni di Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, hanno (forse) riaperto un dibattito su una tecnologia che potrebbe contribuire a raggiungere gli obiettivi sempre più ambiziosi – e sempre più prossimi – della UE in tema di clima.
Uno scenario affrontato anche nel numero in distribuzione di Nuova Energia. Su incarico della Commissione Europea il JRC (Joint Research Center) ha redatto un rapporto di aggiornamento (2020), nel quale si conclude che l’energia nucleare ha lo stesso livello di pericolosità ambientale degli altri sistemi di generazione (incluso rinnovabili e centrali idroelettriche) e che i problemi di smaltimento delle scorie possono essere risolti a costi
ragionevoli con le tecnologie esistenti.
Giro di boa del nucleare - si sottolinea nell’articolo firmato da Roberto Napoli, professore
emerito del Politecnico di Torino - che è legato alla tecnologia delle mini-centrali, costruite
in fabbrica con costi (e tempi) ridotti. Gli Small Modular Reactor (SMR) hanno infatti dimensioni contenute e possono essere trasportati sul posto per essere posti in servizio.
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