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  • DECARBONIZZAZIONE

Idrogeno, testato il prototipo di elettrolizzatore di Ansaldo Green Tech

Idrogeno, vettore del futuro. Se ne parla da tanto e nei contesti più disparati - l’altra mattina perfino al bar ho assistito a una lezione sui vantaggidell’H2. Ma oltre a discutere di progetti e di relativi colori (per non perdere le occasioni di costruire una filiera industriale italiana, sarebbe più efficace concentrarsi non solo sui toni di verde), l’idrogeno è necessario produrlo.

Ed è quello su cui sta lavorando Ansaldo Green Tech, che nell’ambito del programma di sviluppo di elettrolizzatori a membrana a scambio anionico ha concluso con successo i propri test sui prototipi. Il traguardo raggiunto porterà la società del gruppo Ansaldo Energia ad avere uno short stack commerciale da 1 MW (lo stack è la cellula dell’impianto dove le molecole d’acqua vengono scisse in ossigeno e idrogeno).

 

I prototipi, le cui celle elettrochimiche hanno un’area attiva di diverse migliaia di centimetri quadrati, sono stati testati fino al raggiungimento della piena potenza, superando le attese in termini di densità di corrente ed efficienza.

 

L’elettrolizzatore di Ansaldo Green Tech è caratterizzato da un minore utilizzo di materie prime critiche e di elettroliti, da una elevata flessibilità (che lo rende idoneo a seguire la ciclicità delle fonti rinnovabili) e dalla possibilità di produrre idrogeno in pressione. Rispetto alle tecnologie tradizionali, gli elettrolizzatori AEM riducono sensibilmente l’utilizzo di materiali critici quali platino e iridio, risultando quindi potenzialmente più competitivi, e non lavorando in ambiente alcalino sono anche più sicuri e rispettosi dell’ambiente.

 

Il programma prevede ora il completamento della test facility per continuare la fase di verifica delle prestazioni e poter procedere verso l’obiettivo di industrializzazione del prodotto e successiva commercializzazione. In parallelo, proseguono le attività di ricerca e sviluppo finalizzate al miglioramento delle performance di elettrodi e membrane.

 

Lo sviluppo di elettrolizzatori di nuova generazione rappresenta un importante contributo all’evoluzione green del portafoglio di Ansaldo Energia, volta ad ampliare il perimetro di attività del Gruppo e a supportare il processo di decarbonizzazione del Paese, offrendo nuove tecnologie di generazione e conservazione dell'energia.

 

La produzione di idrogeno a prezzi sostenibili e a basso impatto ambientale è infatti elemento essenziale nella transizione energetica; processo che vede Ansaldo Energia all’avanguardia nella produzione di turbogas capaci di bruciare idrogeno in proporzioni significative. In prospettiva, gli elettrolizzatori potranno anche essere proposti sul mercato nucleare per la produzione di pink hydrogen.

 

Questo risultato di ricerca è frutto della collaborazione con l’Università degli Studi di Genova, partner di Ansaldo Energia nel progetto NEMESI (Nuovi Elettrodi e Membrane per Elettrolizzatori a Scala Industriale) per la ricerca sull’idrogeno, supportato dai fondi PNRR con un finanziamento di 4 milioni di euro e sviluppato da Ansaldo Green Tech con il contributo scientifico del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale (DICCA) della Scuola Politenica dell’Università di Genova,

 

NEMESI - che ha l’obiettivo di sviluppare elettrodi e membrane innovativi per la produzione di idrogeno in elettrolizzatori di taglia industriale basati sulla tecnologia AEM (Anion Exchange Membrane) - segna il ritorno del Gruppo nello sviluppo di componenti elettrochimici, dopo la precedente esperienza di Ansaldo Fuel Cell, e rappresenta per Ansaldo Green Tech il primo passo del percorso per diventare Original Equipment Manufacturer nel settore dell’elettrolisi.

 

“Gli obiettivi europei al 2030 rendono imperativo agire prontamente a favore della transizione ecologica. L’impegno di Ansaldo Energia e dell’Università di Genova rappresenta un segnale concreto in questa direzione - ha dichiarato Federico Delfino, Rettore dell’Università di Genova -  oltre che essere un esempio vincente di sinergia ricerca-industria”.
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