Tra pandemia, atti di guerra e sfide legate all’approvvigionamento energetico, la sicurezza energetica - in termini di approvvigionamento, di prezzi accessibili, di contrasto alla crisi climatica - non può che tornare prepotentemente in agenda, anche sotto le spoglie di altri concetti - anch’essi dai confini non definiti - come interesse nazionale e autonomia strategica.
Uno degli ingredienti fondamentali per la competitività di un Paese e, di conseguenza, per la sua sicurezza, è la capacità di fare innovazione. Come per la sicurezza, si potrebbero distinguere diverse innovazioni, sul piano organizzativo e sociale, non solo scientifico e tecnologico. Uno dei fattori che incoraggia l’innovazione è la cooperazione, in particolare quella internazionale.
“Si perde o si vince tutti insieme”, ha ricordato Michele de Nigris, direttore del dipartimento Sviluppo sostenibile e Fonti Energetiche di RSE, “soprattutto se si pensa alla più grande minaccia alla nostra sicurezza: la crisi climatica”.
Ma la cooperazione non serve solo per ridurre le emissioni, serve anche per la gestione efficiente e sicura del sistema energetico. In un mondo in cui le reti sono sempre più continentali e la generazione sempre più distribuita, dinanzi a potenziali blackout e alla crisi climatica, la sicurezza o è condivisa o non è.
L’Unione Europea anche nel settore energetico porta avanti iniziative aperte a tutti i soggetti che possono contribuire, guardando anche a collaborazioni al di là dei propri confini. La cooperazione europea per la ricerca e l’innovazione messa in pratica tramite lo Strategic Energy Technology Plan si è concretizzata in un nuovo strumento operativo: la Public Private Partnership.
RSE - Ricerca sul Sistema Energetico fa parte del coordinamento della Clean Energy Transition Partnership (CETPartnership), un’iniziativa transnazionale di finanziamento e promozione di progetti R&I dimostrativi su tecnologie per la transizione in cui lavorano insieme Paesi UE e altri associati a Horizon Europe. La CETPartnership è organizzata in sette Transition Initiative (TRI), ognuna con il compito di preparare bandi di gara (Call Module), monitorare l’avanzamento e i risultati dei progetti e, col supporto di strutture ad hoc (knowledge community e impact group), organizzare iniziative per lo scambio di best practice e per la massimizzazione dell’impatto di ogni progetto, guardando alla dimostrazione di tecnologie, alla loro applicazione e commercializzazione.
Consapevoli della natura non solo tecnologica dell’innovazione, i partner della CETPartnership esortano i candidati a utilizzare il Three-layer Research Model, un modello che comprende tre distinti domini disciplinari da considerare in modo integrato:
tecnologia – le soluzioni tecnologiche;
mercato – come implementare, utilizzare e diffondere le soluzioni;
stakeholder – considerare le implicazioni e gli impatti più ampi sulla società.
RSE coordina la TRI 1 sul sistema energetico integrato, mentre il Ministero delle Imprese e del Made In Italy e il Ministero dell’Università e della Ricerca contribuiscono anche in quanto importanti finanziatori. L’Italia è, infatti, ai primi posti per finanziamenti allocati. Per la Joint Call 2023 - aperta a settembre con un budget complessivo di 130 milioni di euro - la TRI 1 ha preparato un Call Module sulla diffusione delle reti in corrente continua - DC technologies for power networks - per lo sviluppo di strumenti abilitanti per:
l’integrazione di energy island, sia offshore sia onshore;
l’integrazione di reti in corrente continua (DC) e miste (AC/DC);
le applicazioni in corrente continua e bassa tensione (LVDC) per l’integrazione nella rete di rinnovabili e veicoli elettrici.
Inoltre, insieme alla TRI 2, coordinata dal MUR, e alla Green Powered Future Mission di Mission Innovation, diretta dal dipartimento Tecnologie di Trasmissione e Distribuzione di RSE, la TRI 1 ha preparato un bando congiunto di portata più generale: Energy system flexibility: renewables production, storage and system integration.
La CETPartnership da sola non può garantirci tutte le sicurezze ma offre un’occasione importante a centri di ricerca, università e imprese di contribuire. Occorrono idee e (almeno) due partner di altri Paesi per candidarsi, entro il 22 novembre, presentando una pre-proposal, a cui seguirà, in caso di approvazione, l’invio di una full proposal, più completa e dettagliata.
Auspichiamo un significativo contributo delle imprese. Sono le aziende a rispondere quotidianamente alle esigenze del sistema energetico, dei suoi diversi operatori e dei cittadini. Conoscono le sfide e le soluzioni che potrebbero fare la differenza. Applicano le tecnologie e ne stabiliscono il vero impatto. Inoltre, le best practice spesso emergono proprio dal tessuto imprenditoriale. RSE nel corso del 2023 ha portato avanti un dialogo con le imprese italiane sulle opportunità legate alla promozione europea della ricerca: mai come ora serve l’impegno di chiunque abbia progettualità da mettere in gioco.
Giuseppe Palazzo, dipartimento Sviluppo sostenibile e Fonti Energetiche RSE
Chi scrive è disponibile all’indirizzo TRI1_at_cetpartnership.eu
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