Accumulo a batteria: BESS, sorpresa col botto (episodio 2)
- ACCUMULI
- 5 mag
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Aggiornamento: 5 mag
Tassello imprescindibile della decarbonizzazione, lo storage energetico non può permettersi stop. Stando alla IEA, al mondo servono 1.500 GW di sistemi di accumulo a batteria - 6 volte la quota attuale - da qui al 2030. Una storia di successo, anche se i dati relativi agli incidenti ai BESS sembrano raccontare un’altra storia…

L’analisi 2024 di Clean Energy Associates, frutto di 6 anni di indagini sul 64 per cento dei produttori di maggior spicco nell’industria dei BESS è stata condotta in fabbrica. A tenere traccia dei problemi di sicurezza nella vita reale, tuttavia, ci pensa l’EPRI - Electric Power Research Institute - con un database apposito, creato a seguito di una impressionante serie di incidenti in Corea del Sud e negli Stati Uniti, tra il 2018 e il 2019. In particolare, quello americano del maggio 2019 nella città di Surprise, Arizona, segna un punto di svolta.
Surprise di nome e di fatto. La sorpresa è col botto: l’impianto esplode mandando all’ospedale quattro pompieri. Da allora, per l’accumulo a batteria negli USA tutto è cambiato. Quello che non era riuscita a fare l’impressionante sfilza di incidenti sudcoreani, geograficamente lontani (28 solo nel 2018) riesce a farlo un solo incidente sulla soglia di casa. La sicurezza diventa una priorità come mai prima, a livello di design e nello sviluppo di dispositivi pensati specificamente per la sicurezza delle batterie agli ioni di litio.
Nel 2023 un sito di storage in Australia appartenente a Tesla - noto ai locali come Big Bessie - con 40 Tesla Megapack (entrato in funzione da soli due mesi e costato 38 milioni di dollari) va in cenere. Ai residenti si consiglia di sigillare porte e finestre contro i fumi tossici sprigionati, a chi soffre di disturbi respiratori di tenere sottomano i propri farmaci. Due anni prima, nel 2021, stessa sorte per un altro impianto australiano sempre targato Tesla, ancora in fase di test: il sito brucia per quattro giorni, servono 30 autopompe e 150 vigili del fuoco per tenere l’incendio sotto controllo.
Nel 2023 l’EPRI Lancia il progetto Lithium-Ion battery Fires in the News, che utilizza i dati media per analizzare la frequenza degli incendi di batterie agli ioni di litio. Ma già dal 2021 esiste il BESS Failure Incident Database, pubblicamente accessibile, che raccoglie i dati relativi agli incidenti a partire dal 2011. Numeri alla mano, l’EPRI sottolinea come all’aumento della diffusione dei sistemi di accumulo a batteria dal 2018 al 2023 - si passa da 1 GW a 65 GW - non corrisponde uno stesso aumento nel numero di incidenti: solo 10 in media globalmente. Lo sviluppo dello storage a batteria, dunque, sarebbe una storia di successo molto poco raccontata, rispetto alla risonanza che viene data a incendi ed esplosioni.
Una buona notizia, dunque? Parzialmente. Il database - ammonisce l’EPRI - si compone essenzialmente dei dati ricavati dai media, pertanto conta solo gli incidenti resi noti o di cui si hanno informazioni pubbliche.
La nuova consapevolezza dei rischi per la sicurezza dei BESS, secondo l’EPRI, ha comunque portato a una migliore progettazione, sviluppo di strategie per la sicurezza predittiva, miglioramento delle procedure di gestione degli incendi, aggiornamento degli standard della Commissione Elettrotecnica Internazionale e della NFPA - l’agenzia nazionale americana per la protezione dagli incendi. L’onda migliorativa ha investito anche le assicurazioni, che in stretta collaborazione con gli sviluppatori lavorano su una più efficace valutazione dei rischi e la definizione di distanze di sicurezza da incorporare già in fase di progettazione. [Continua]
Carolina Gambino
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