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USA: dopo lo stop, via libera all’eolico offshore Vineyard Wind

La realizzazione di impianti rinnovabili, che siano sulla terraferma o in mare, genera a volte malumori e proteste negli abitanti dei luoghi interessati, che spesso ne rallentano o bloccano la costruzione. Una situazione comune in tutto il mondo occidentale.

Negli Stati Uniti il giudice distrettuale ha respinto l’istanza presentata da un comitato di residenti di Nantucket, una piccola isola a circa 30 miglia (48 chilometri) a sud di Cape Cod, nel Massachusetts, costituitosi per bloccare la realizzazione in corso del parco eolico offshore di Vineyard Wind.


Il Nantucket Residents Against Turbines sosteneva che la costruzione della wind farm al largo dell’isola avrebbe rappresentato una minaccia per la sopravvivenza delle balene dell’Atlantico settentrionale, in via di estinzione. Il giudice ha invece ritenuto che la dichiarazione di impatto ambientale rilasciata dal Bureau of Ocean Energy Management e il parere del National Marine Fisheries Service non violano l’Endangered Species Act o il National Environmental Policy Act.


La centrale offshore Vineyard Wind, situata tra l’isola di Nantucket e quella di Martha’s Vineyard, sarà composta da 62 turbine da 13 MW ciascuna, per una capacità complessiva di 806 MW. Una volta in funzione, il primo parco eolico offshore su scala commerciale degli Stati Uniti potrà soddisfare il fabbisogno elettrico di 400.000 abitazioni.


Il comitato dei residenti di Nantucket contrario alle turbine aveva in precedenza già ottenuto lo stop definitivo ad un altro progetto - Cape Wind - da 468 MW.

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