L’eolico galleggiante sembra offrire nuove e ampie opportunità di sviluppo, con la possibilità di installazioni in aree più estese e con fondali più profondi a distanze maggiori dalle coste, dove inoltre è più elevata la potenza del vento. Uno sviluppo che presuppone tuttavia anche un adeguamento delle infrastrutture portuali.
È quanto emerge dal report Industry Roadmap 2040: Building UK Port Infrastructure to Unlock the Floating Wind Opportunity rilasciato dalla Floating Wind Offshore Wind Task Force, che comprende i principali sviluppatori portuali ed eolici offshore, una rappresentanza dei governi di Scozia, Irlanda del Nord, Galles e UK, oltre a organizzazioni del settore.
Il rapporto evidenzia come questa tecnologia sarà fondamentale affinché il Regno Unito raggiunga i suoi obiettivi di sostenibilità e di sicurezza energetica.
Una espansione che, secondo la Task Force, necessita di un investimento di 4 miliardi di sterline (pari a 4 miliardi e 570 mila euro) per adeguare i porti entro la fine di questo decennio. In particolare, sono stati identificati 11 scali in tutto il Regno Unito che dovranno essere trasformati il più rapidamente possibile in nuovi hub industriali per consentire uno sviluppo dell’eolico galleggiante su larga scala.
Le strutture portuali dovranno infatti consentire l’assemblaggio di turbine con altezze del mozzo superiori a 150 metri, oltre a poter accogliere le enormi basi galleggianti prima di essere rimorchiate al sito di installazione offshore. Il report stima che, se l’azione del Governo sarà rapida e decisa, potrà essere installata nei mari inglesi una capacità di eolico galleggiante di 34 GW entro il 2040, con la possibilità di creare decine di migliaia di nuovi posti di lavoro e attrarre importanti investimenti privati.
Tra i principali progetti di eolico galleggiante nel Regno Unito ci sono quelli nelle acque scozzesi di Hywind e Kincardine, con una capacità rispettivamente di 30 e 48 MW.
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