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Metano per i trasporti: il calo non è una buona notizia (nemmeno per l’ambiente)

I dati dell’erogato di metano per autotrazione del primo semestre 2022 - meno 10 per cento - rendono sempre più evidenti gli effetti della crisi dovuta alle tensioni internazionali. Rispetto al 2019 il crollo arriva al 27 per cento. Serve un deciso intervento da parte delle istituzioni per salvare un settore che ha enormi potenzialità nella partita della decarbonizzazione dei trasporti.

Foto di Matti Blume

Dopo la timida ripresa del 2021, seguita alla recessione del 2020 dovuta alla pandemia, i numeri del primo semestre 2022 sui consumi di metano per autotrazione (in tutte le sue forme: CNG, BioCNG, GNL e BioGNL) fanno segnare un calo di oltre il 10 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.


Questo il segno drammatico che emerge dall’analisi diffusa dall’Ufficio Studi di Assogasmetano - Associazione che raggruppa le realtà che operano in Italia nell’erogazione di metano per i trasporti - con una crisi che risulta ancor più evidente se paragoniamo l’attuale erogato ai valori degli ultimi anni: rispetto al primo semestre 2019, ad esempio, il calo dei consumi arriva al 27 per cento.


Nonostante le difficoltà, cresce la rete di rifornimento che a settembre ha toccato quota 1.562 distributori. Purtroppo, il grave stato di crisi dei prezzi della materia prima ha determinato alcune chiusure che - seppur provvisorie - stanno ulteriormente penalizzando i consumatori che hanno scelto il metano anche per il minor impatto ambientale.


“I dati di consuntivo dei primi sei mesi 2022, uniti al fenomeno della chiusura temporanea di parecchi distributori che attualmente non sono in grado di sopportare la perdurante e pesantissima situazione di crisi - sottolinea Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano - testimoniano l’urgenza di un deciso intervento da parte delle istituzioni, per salvare un settore che ha enormi potenzialità di decarbonizzazione nei trasporti, anche grazie all’impiego massiccio di biometano”.

Ed è proprio dal biometano, un gas identico al metano fossile ma totalmente rinnovabile, che arriva qualche buona notizia. Prosegue, infatti, l’aumento della quota di biometano, ormai superiore al 30 per cento sul totale erogato, contribuendo allo stesso tempo alla riduzione delle emissioni. Si tratti infatti di gas rinnovabile prodotto a partire da biomasse agricole e agroindustriali e dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani, a cui tutti contribuiamo con la raccolta differenziata.


A tal proposito, c’è molta attesa per l’uscita del nuovo Decreto Biometano, di cui si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che amplia il sistema di incentivazione anche in applicazione di quanto previsto dal PNRR.


Anche l’Europa ci crede: non a caso nel REPowerEU Plan (finanziato con 210 miliardi di euro) il biometano diventa un importante punto di riferimento per raggiungere i target di risparmio energetico, diversificare le fonti di approvvigionamento e produrre energia pulita dagli scarti. Un eccellente esempio - concreto e virtuoso - di economia circolare.

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