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Gatti (Energy Advisors): “Transizione ecologica, c’è il rischio di rigetto”

Il recente dibattito sulla messa al bando, a partire dal 2035, dei motori endotermici per l’autotrazione ha messo in luce la capacità divisiva della transizione ecologica, che sempre più sta acquisendo una valenza che travalica gli aspetti energetici e ambientali, diventando una partita in cui si gioca il futuro dell’Europa.

Giuseppe Gatti - Foto ImagoEconomica

E molti sono i nodi che devono ancora venire al pettine. Ne parla con l’abituale sagacia Giuseppe Gatti, editorialista di Nuova Energia. “È assurdo ritenere che la neutralità climatica assunta come obiettivo per l’Europa al 2050 - spiega Gatti - passi soltanto attraverso una generazione elettrica al 100 per cento da rinnovabili”.


“A prescindere dalla non banale circostanza che, posto in questi termini, l’obiettivo non è (a condizioni date) raggiungibile, qui si impone il rispetto della neutralità tecnologica”.

Ma se il tema della mobilità sostenibile costituisce uno dei capitoli più rilevanti del Green Deal per i risvolti economici e sociali, le controversie sulla sua definizione rimangono al momento confinate nel perimetro delle istituzioni comunitarie, senza coinvolgere più che tanto l’opinione pubblica.


“Il 2035 appare ancora lontano - conclude Gatti - ed è convinzione diffusa (e probabilmente non del tutto infondata) che siccome non sarà possibile disporre per quella data della infrastrutturazione necessaria, si dovrà fare di necessità virtù e rinviare di qualche anno la morte del motore endotermico”.
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