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Elettrodi innovativi e membrane, la ricerca sull’idrogeno trova casa a Genova

Chi segue con attenzione e passione le novità cinematografiche spesso capisce con largo anticipo quale attore sarà insignito dell’Academy Award, noto a tutti come Premio Oscar. Allo stesso modo, il mondo intero sembra puntare sull’idrogeno verde come uno degli attori più promettenti nel percorso di decarbonizzazione.

Daniela Gentile, amministratore delegato di Ansaldo Green Tech - foto ImagoEconomica

Il vettore idrogeno potrebbe svolgere un ruolo chiave soprattutto in quei settori, cosiddetti hard to abate, in cui non esistono alternative tecnicamente realizzabili o queste ultime potrebbero risultare poco sostenibili in termini economici ma anche ambientali. L’H2 può rappresentare una valida soluzione anche per decarbonizzare il trasporto pesante o per dare vita a nuovi prodotti industriali, come i fertilizzanti verdi.


Per questo la Commissione Europea, nella sua Strategia sull’idrogeno, ha posto come obiettivo la produzione di 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde entro il 2030 e con il Fitfor55 e il NextGenerationEU ha messo a disposizione degli Stati membri ingenti risorse per investire in progetti sull’idrogeno lungo tutta la catena del valore. Non è da meno il nostro PNIEC, che promuove l’H2 a partire dalle attività di R&S e dimostrazione.


E proprio per dare impulso alla ricerca è stato formalizzato, con la firma del decreto di concessione, l’impegno di Ansaldo Green Tech e dell’Università di Genova nel progetto NEMESI (Nuovi Elettrodi e Membrane per Elettrolizzatori a Scala Industriale), finanziato dal PNRR nell’ambito della Missione 2 Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica.


Sviluppato da Ansaldo Green Tech con il contributo scientifico del Dipartimento di Ingegneria Civile, chimica e ambientale della Scuola Politecnica dell’Università di Genova, NEMESI ha come obiettivo lo sviluppo di elettrodi e membrane innovativi per la produzione di idrogeno in elettrolizzatori di taglia industriale, basati sulla tecnologia AEM (Anion Exchange Membrane).


“Questo progetto - ha commentato Daniela Gentile, amministratore delegato di Ansaldo Green Tech - segna il ritorno del Gruppo nello sviluppo di componenti elettrochimici, dopo la precedente esperienza di Ansaldo Fuel Cell. NEMESI rappresenta il primo passo del percorso per diventare Original Equipment Manufacturer nel settore dell’elettrolisi”.

Il progetto - beneficiario di un finanziamento da 4 milioni di euro – ha come obiettivi lo sviluppo e la prova di nuovi materiali e la progettazione e l’esecuzione di campagne sperimentali orientate allo scale-up su postazioni di prova realizzate all’interno dei nuovi laboratori allestiti presso la sede del Gruppo e dell’Università di Genova.


“Rispetto alle più tradizionali tecnologie - ha sottolineato Ombretta Paladino, responsabile scientifico del progetto per l’Università di Genova - gli elettrolizzatori AEM riducono sensibilmente l’utilizzo di materiali critici quali platino e iridio, risultando più competitivi. Non lavorando in ambiente alcalino, sono anche più sicuri e rispettosi dell’ambiente”.

Nella Strategia Nazionale Idrogeno – Linee Guida Preliminari, l’Italia dovrà avere una capacità di elettrolisi di 5 GW per produrre entro il 2030 una quantità di idrogeno verde sufficiente a coprire il 2 per cento della domanda energetica prevista a quella data.

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