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Se sei da solo e non hai un bazooka, unisciti ad altri e lancia sassi

Si arrende Navigator CO2, azienda statunitense intenzionata a far viaggiare la CO2 lungo 2.092 km di gasdotto attraverso 5 Stati nel Midwest americano, di fonte all’opposizione “d’acciaio” degli agricoltori. Proteste focalizzate sulla sicurezza del progetto e le ricadute negative sulle coltivazioni. Il colpo di grazia arriva dalle autorità statali, che negano i permessi. Ciò che sembrava impossibile al singolo, diventa possibile per una coalizione.



Illinois Occidentale, USA - A Steve Hess, 68 anni, coltivatore di mais e soia sui terreni di proprietà della famiglia della moglie dal 1869, il primo legale consultato aveva consigliato di desistere. Non c’è modo di combattere questa battaglia, le esatte parole dell’avvocato. Opporsi al progetto da 3,4 miliardi di dollari di un’azienda supportata da Black Rock, il gigante americano degli investimenti, effettivamente poteva sembrare un’impresa impossibile. Meno di due anni dopo, al telefono con il Chicago Tribune Hess dichiara di essere pronto a festeggiare la vittoria, dopo “tutte le pietre che abbiamo tirato a Golia”.


Forte degli sgravi messi a disposizione dall’Inflation Reduction Act di Biden - 1,3 miliardi di credito d’imposta l’anno - nel 2021 Navigator CO2 mette in pista la realizzazione dell’Heartland Greenway, un gigantesco gasdotto per la CO2 generata in 30 impianti di produzione dell’etanolo sparsi in tutta la regione del Midwest. 15 milioni le tonnellate di CO2 che avrebbero dovuto viaggiare ogni anno, 600.000 delle quali, secondo una dichiarazione di intenti, sarebbero andate a Infinium per la produzione di e-fuel; il resto sarebbe stato stoccato in un deposito sotterraneo in Illinois.


Allettanti le proposte economiche dell’azienda per ottenere la servitù sui terreni agricoli, così come la promessa di far contenti tutti: gli ambientalisti, grazie alla CO2 rimossa - l’equivalente delle emissioni di 3,2 milioni di auto; gli agricoltori, il cui mais fa parte della filiera dell’etanolo per carburanti, che va decarbonizzata pena il declino; e le comunità coinvolte, per cui la costruzione della pipeline significherebbe 3.900 posti di lavoro l’anno, per almeno 4 anni.


Source: Navigator CO2, S&P Global Commodity Insights

Tuttavia l’orgoglio contadino è troppo forte, così come le preoccupazioni per la perdita di produttività dei terreni - dal 6 al 46 per cento in meno, secondo una metanalisi del 2022 su 25 studi; ancora 24 per cento in meno a 5 anni dalla fine dell’installazioni, per la Soil Science Society of America. Ma il mantra dell’opposizione rimane la sicurezza: a Satartia, una manciata di case nel Mississippi, la rottura di un condotto della CO2 nel 2020 manda in ospedale 45 residenti. Difficile se non impossibile, nell’Illinois rurale, tenere il gasdotto a distanza di sicurezza da scuole e case.


L’opposizione dei singoli diventa una coalizione, la Citizens Against Heartland Greenway Pipeline. Navigator CO2 combatte una guerra su più fronti. In Iowa è fiaccata da una battaglia legale estenuante sul presunto diritto dei periti dell’azienda di accedere a terreni privati senza permesso. Tutto bloccato in Illinois, futura sede del sito di stoccaggio, dove Mark Maple, ingegnere al servizio dell’Illinois Commerce Commission, boccia il progetto: le regole di sicurezza federali non sono aggiornate, e Navigator non ha ancora i permessi necessari a procedere. Il colpo di grazia arriva dal Sud Dakota, con un no definitivo ai permessi per motivi di sicurezza, salute e valore economico del territorio.

 

È Brian Jorde, avvocato che rappresenta legalmente gli agricoltori della coalizione in 4 Stati, che spiega la vittoria: se devi combattere un gigante e non hai un bazooka, devi colpire in molti punti, a lungo e con perseveranza. Pietra dopo pietra, Golia è caduto.


Carolina Gambino



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