Il sistema elettrico europeo si deve preparare a supportare la sempre crescente produzione di energia da fonti rinnovabili intermittenti e la maggiore elettrificazione dei consumi finali, soprattutto (ma non solo) nel settore dei trasporti. Per fare questo, però, diventa fondamentale agire sulle infrastrutture di rete.
Secondo uno studio di Eurelectric, associazione che riunisce oltre 3.500 utilities europee, da qui al 2050 servirà investire ogni anno 67 miliardi di euro per rafforzare e ammodernare le reti elettriche in tutta Europa. Una cifra che equivale a quasi il doppio di quanto investito nel 2023 (36 miliardi di euro) e pari a circa lo 0,4 per cento del PIL dell’intera UE.
Il rapporto Grids for Speed - un esame degli investimenti e dei fattori abilitanti necessari per garantire che le reti europee siano pronte per una società più elettrificata - stima che servirebbero ogni anno circa 29 miliardi di euro per espandere la capacità della rete e soddisfare la nuova domanda di energia; 18 miliardi per ammodernare i cavi; 8 miliardi per consentire di connettere le nuove risorse; 5 miliardi per aumentare la resilienza e l’affidabilità del sistema; 4 miliardi per aumentare la diffusione dei contatori intelligenti e altri 4 per sviluppare la digitalizzazione.
Interventi resi ancora più necessari se si pensa che in Europa il 30 per cento delle reti ha più di 40 anni e che al 2050 si prevede che la domanda di elettricità sarà di oltre 4.500 TWh. Secondo Grid for Speed, inoltre, entro il 2050 avremo circa 250 milioni di veicoli elettrici e pompe di calore e oltre 7 milioni di colonnine di ricarica pubbliche. Collegare tutti questi elementi alla rete sarà la principale sfida dei prossimi decenni.
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