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Monte Athos, diesel addio: anche la preghiera si tinge di verde

Conosciuto da pochi, in territorio greco vive un piccolissimo Stato autonomo: la Repubblica monastica del Monte Athos. Situata su una delle tre propaggini della penisola Calcidica, sul Mar Egeo, si estende su una superficie di 335 chilometri quadrati ed è formata da venti monasteri ortodossi.

Il Monte Athos al tramonto - foto di Michael Clarke

Uno Stato radicato nel passato che ora sta per compiere un vero e proprio salto nel futuro, per lo meno a livello energetico. Diciassette di questi monasteri, infatti, utilizzeranno sistemi ibridi, formati da pannelli solari e batterie, per produrre elettricità in sostituzione dei vecchi generatori diesel. Sarà così garantita una maggiore efficienza energetica, la sicurezza dell’approvvigionamento (la piccola Repubblica non è collegata alla rete elettrica nazionale ed è raggiungibile solo via mare) e una riduzione dei costi.


In particolare, il progetto prevede il montaggio di 21 impianti fotovoltaici per 17 monasteri e le loro unità esterne, con una capacità di picco combinata di 2,64 MW. Secondo lo studio preliminare, le sole unità fotovoltaiche consentiranno alla Repubblica del Monte Athos di soddisfare tre quarti del proprio consumo di elettricità, che potrà essere totalmente garantito con il supporto delle batterie agli ioni di litio.


L’impianto solare più grande, da 540 kW, sarà realizzato per il monastero di Vatopedi, mentre le altre unità saranno mediamente da 144 kW. Grazie anche a un sistema di gestione dell’energia digitale (EMS) e ad apparecchiature ad alta efficienza, il risparmio in termini di consumo di energia primaria potrebbe essere di 4 GWh l’anno. Costo stimato del progetto, finanziato con fondi europei ottenuti attraverso l’autorità regionale della Macedonia centrale: 12,8 milioni di euro.


Nota geopolitica a margine: il monastero serbo di Hilandar, quello russo di San Panteleimon e il monastero greco di Konstamonitou non sono stati inclusi nel piano.

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