La politica energetica e ambientale del governo Meloni
- SCENARI
- 30 ott 2022
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Sessantottesimo della Repubblica Italiana, primo della XIX legislatura e primo in assoluto con un Presidente del Consiglio donna, il governo Meloni si è presentato per il giuramento al cospetto del Capo dello Stato con una certa rapidità.

E altrettanto celermente ha segnato o annunciato vari punti di discontinuità con i governi precedenti, come in verità da prassi piuttosto consolidata. Lecito dunque aspettarsi un cambio di passo anche in materia di ambiente ed energia.
Chiari in tal senso i segnali provenienti tanto dalle dichiarazioni programmatiche su cui le Camere hanno votato la fiducia, quanto dal cambio di denominazione del ministero competente: da Transizione ecologica ad Ambiente e sicurezza energetica.
“Non c’è un ecologista più convinto di un conservatore, ma quello che ci distingue da un certo ambientalismo ideologico è che noi vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro. Coniugare sostenibilità ambientale, economica e sociale. Accompagnare imprese e cittadini verso la transizione verde senza consegnarci a nuove dipendenze strategiche e rispettando il principio di neutralità tecnologica. Sarà questo il nostro approccio.”
Si legge nelle linee programmatiche, dopo aver citato il filoso inglese Roger Scruton, uno dei maggiori maestri del pensiero conservatore europeo: “L’ecologia è l’esempio più vivo dell’alleanza tra chi c’è, chi c’è stato e chi verrà dopo di noi.”
Da un lato, dunque, anche per mettere un argine al caro-energia, si aumenterà l’estrazione di gas nei mari italiani, una risorsa “che abbiamo il dovere di sfruttare appieno”. Dall’altro, si continuerà a lavorare per migliorare i processi autorizzativi, semplificando le norme per gli impianti rinnovabili “troppo spesso bloccati da burocrazia e veti incomprensibili”.
Mentre gran parte delle risorse reperibili nella prossima legge di Bilancio saranno destinate a “mantenere e rafforzare” gli interventi taglia-accise e taglia-bollette, a costo di rinviare altri provvedimenti, su cui pure la nuova maggioranza si era impegnata in campagna elettorale.
Nel discorso di Giorgia Meloni non sono mancati i ringraziamenti a Mario Draghi e all'ex ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ora consigliere per l’energia del nuovo governo. Operativamente, dunque ci può attendere una maggiore discontinuità più dal governo Conte bis che dal governo Draghi, sostenuto del resto da tre dei quattro partiti che costituiscono l’attuale maggioranza.
Per quanto riguarda i ministeri, e in particolare il neo battezzato ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (MASE), la cui nascita avverrà con un apposito decreto-legge, ci permettiamo di unirci a chi, per quanto riguarda i sottosegretari, auspica che, pur nella rosa di figure politiche, si scelga tra persone che abbiano già maturato competenza, esperienza e capacità di dialogo con imprese e associazioni. Se è il caso, anche ricorrendo a non eletti, data la storica riduzione del numero di parlamentari che caratterizza questa legislatura.
Lo richiedono l’emergenza che stiamo attraversando, ma anche il futuro che vogliamo concorrere a delineare e non subire.
a.s.
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