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IEA, nel 2021 quasi 260 miliardi di metri cubi di gas andati… in fumo

Quando si parla di perdite e sprechi si pensa subito alle risorse idriche e alle infrastrutture spesso non adeguatamente monitorate e ammodernate, almeno nel nostro Paese. Un nuovo rapporto dell’International Energy Agency (IEA) mette ora sotto la lente le perdite lungo la catena di approvvigionamento del gas, oltre al cosiddetto gas flaring (la combustione di gas naturale in eccesso durante l’estrazione di petrolio).

IEA gas

Nel report The energy security case for tackling gas flaring and methane leaks, la IEA stima infatti che se a livello globale si mettessero in pratica interventi per controllare le perdite e per eliminare i flaring non necessari, potrebbero essere recuperati e messi a disposizione del mercato quasi 210 miliardi di metri cubi (bcm) di gas naturale.

Nel solo 2021, si calcola nel rapporto, sono stati più di 260 miliardi i metri cubi di gas naturale che sono stati bruciati a causa di perdite. In particolare, oltre 140 miliardi di metri cubi di gas naturale sono stati bruciati durante le estrazioni petrolifere e altri 125 miliardi di metri cubi sono stati persi o rilasciati in atmosfera lungo la catena di approvvigionamento.

Secondo la IEA “è tecnicamente possibile evitare oltre il 70 per cento delle emissioni di metano odierne e il 90 per cento di flaring dalle operazioni globali di petrolio e gas”.

Si sottolinea infatti che oltre il 54 per cento di tutti i volumi in torcia si trovano entro 20 km da un gasdotto esistente.


Interventi che consentirebbero, sempre secondo il rapporto della IEA, di aumentare le esportazioni di gas verso l’Unione Europea di oltre 45 miliardi di metri cubi (equivalenti a quasi un terzo delle esportazioni di gas russe nell’UE nel 2021) utilizzando le infrastrutture esistenti. Oltre, ovviamente, a fornire un contributo fondamentale alla lotta al climate change.

Da notare come già nel 2015 la World Bank ha dato vita all’iniziativa Zero Routine Flaring che impegna i Governi e le compagnie petrolifere a porre fine ai flaring entro il 2030.

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