Nel corso del tavolo sull’Automotive tenutosi al MITE, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ribadisce l’importanza di rivedere tempi e modi della transizione del settore dell’automotive, in nome della neutralità tecnologica e della responsabilità sociale. Riaffermata l’opposizione italiana allo stop alla vendita di auto nuove a benzina (ma anche a GPL o metano) entro il 2035.
Il blocco della produzione di automobili con motori a benzina, gasolio, GPL e metano è una misura che viola il principio di neutralità tecnologica e mette a rischio l’intera filiera dell’automotive. Il ministro dello Sviluppo economico (Mise) Giancarlo Giorgetti è partito da questa premessa per ricordare e riaffermare il secco no del Governo italiano alla proposta di stop globale alle auto endotermiche entro il 2040, votata nel corso della COP26.
“Come Mise - ha dichiarato Giorgetti - siamo stati i primi a non firmare a Glasgow. Ora anche altri iniziano a chiedersi seriamente se non sia necessario un ripensamento sui tempi e modi della transizione ecologica, che ponga al centro la responsabilità sociale ed economica insieme con la sacrosanta battaglia ambientale. A livello europeo si sta allargando il fronte dei Paesi che chiedono un passaggio più graduale verso il green. Anche in Germania le forze politiche si stanno confrontando sul tema in maniera pragmatica, ascoltando anche le richieste e le esigenze del settore industriale”.
L’obiettivo dell’incontro tra ministri, associazioni di categoria, sindacati e imprese è stato quello di delineare il quadro attuale e preparare una strategia comune in vista del prossimo appuntamento sul clima, il Consiglio Ambiente del 28 giugno 2022, che vedrà protagonista il Fit For 55. All’ordine del giorno c’è infatti la revisione della normativa sui livelli di prestazione, in termini di emissioni di CO2 di vetture e veicoli commerciali leggeri nuovi.
Lo scenario delineato durante la COP26 allerta anche i rappresentanti di diverse associazioni di categoria. Assopetroli-Assoenergia, in particolare, pone l’accento sul fatto che il blocco alle auto endotermiche metterebbe a rischio il progetto di ammodernamento della rete di distribuzione dei carburanti, vanificando gli investimenti già effettuati dalle aziende.
“La proposta di mettere al bando il motore endotermico deve essere rigettata con forza – si legge nel comunicato diramato dall’associazione - perché si assocerà al blocco degli investimenti in R&S di carburanti low carbon, alla dipendenza delle nostre economie dalla Cina (che detiene il quasi monopolio dei minerali critici e delle terre rare, materie prime per la realizzazione delle batterie) e alla delocalizzazione delle emissioni climalteranti”.
Al tavolo hanno preso parte anche i ministri Daniele Franco (ministero dell’Economia), Roberto Cingolani (ministero della Transizione ecologica), Enrico Giovannini (ministero delle Infrastrutture), Andrea Orlando (ministero del Lavoro) e del viceministro al MISE Gilberto Pichetto Fratin.
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