Efficienza energetica, partiamo dalle nostre case!
- EFFICIENZA
- 30 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 20 ore fa
In un Paese come l’Italia, dove il patrimonio immobiliare è ormai datato, molti edifici necessitano di interventi di riqualificazione per rispondere alle nuove sfide di efficienza energetica e migliorare il comfort abitativo. MCE Lab propone un percorso concreto per trasformare le vecchie case in abitazioni sostenibili, efficienti e ad alto valore aggiunto.

Molti tra noi, oggi non più giovanissimi, hanno avuto la fortuna di ereditare immobili dai propri familiari. Case spesso costruite decenni fa e che richiedono interventi di ristrutturazione importanti per adeguarsi agli attuali standard abitativi e di efficienza energetica. Con costi da sostenere spesso elevati e non sempre sostenibili, soprattutto in un contesto dove il 56,3 per cento delle abitazioni è stato edificato tra il 1961 e il 2000, e un ulteriore 9,5 per cento ha più di un secolo di vita.
Scenario che potrebbe spingere molte famiglie a vendere, generando una sorta di “mass sell generazionale”. Eppure, la riqualificazione di questo patrimonio può rappresentare una grande opportunità, non solo economica, ma anche culturale e sociale.
“Gestire il patrimonio immobiliare - afferma Massimiliano Pierini, managing director RX Italy e Coordinatore di MCE Lab - richiede un approccio proattivo, capace di valorizzare l’esistente, attrarre nuovi residenti e promuovere un modello abitativo sostenibile”.
E una spinta concreta verso interventi di rinnovamento è supportata anche da iniziative come quelle promosse da MCE Lab - l’osservatorio sul vivere sostenibile promosso da Mostra Convegno Expocomfort. Ecco alcune tra le principali azioni suggerite da MCE Lab per trasformare la vecchia casa della nonna in una Smart Ready House: una casa sostenibile, tecnologicamente pronta ed energeticamente efficiente.
Valutazione energetica = Effettuare una diagnosi energetica è il primo passo per capire dove intervenire, con l’obiettivo di massimizzare l’efficienza e minimizzare gli sprechi.
Miglioramento dell’isolamento = Rendere più efficienti pareti, tetto e pavimenti utilizzando materiali naturali come fibra di legno o lana di roccia permette di ridurre i consumi e migliorare il comfort abitativo.
Sostituzione degli impianti = Vecchi sistemi di riscaldamento e raffrescamento dovrebbero lasciare spazio a tecnologie moderne, come pompe di calore e caldaie a condensazione, meglio se integrate con pannelli solari fotovoltaici o termici.
Serramenti ad alta efficienza = Finestre e infissi performanti migliorano il comfort acustico e termico, abbassano le bollette e aumentano il valore dell’immobile.
Controllo delle canne fumarie = È fondamentale verificare e, se necessario, sostituire canne fumarie obsolete, affidandosi a professionisti per garantire la sicurezza e il corretto funzionamento.
Nuovi sanitari e rubinetteria = Un intervento che migliora non solo l’estetica, ma anche l’igiene, il comfort e l’efficienza idrica.
“Riqualificare una vecchia casa - sottolinea Pierini - non è solo un investimento economico. Significa anche riscoprire le radici familiari, valorizzare il patrimonio culturale locale e rafforzare il legame con il territorio.”
La questione si complica ulteriormente quando si parla di patrimonio edilizio pubblico. Con la Direttiva Europea 2023/1791, Bruxelles ha rilanciato con forza il principio dell’energy efficiency first, esortando gli Stati membri a dare il buon esempio. Ogni Paese della UE è chiamato a elaborare un piano di riqualificazione energetica degli edifici pubblici, ottenendo ogni anno un volume di risparmi pari almeno a quello generato dalla trasformazione del 3 per cento della superficie in edifici a emissioni zero o quasi zero (NZEB - Nearly Zero Energy Buildings).
“L’efficienza energetica - afferma Marco Borgarello, direttore dell’Unità Tecnica Uso efficiente dell’energia per gli usi finali e territorio di RSE sulle pagine di Nuova Energia - è da tempo un pilastro delle politiche europee in materia di clima, perché l’energia più sostenibile è quella che non si consuma.”
Ma come raggiungere questo ambizioso obiettivo quando la governance pubblica è spesso rallentata da vincoli di bilancio, complessità gestionali e scarsità di risorse? Serve trovare un equilibrio tra innovazione, sostenibilità e sostenibilità economica. Lo spiega proprio RSE nella monografia I consumi della Pubblica Amministrazione. Soluzioni e impatti economici per edifici pubblici più efficienti (pubblicata a fine 2024 nella collana RSEview), che analizza il potenziale ruolo della PA nella transizione energetica del Paese.
“La pubblica amministrazione europea - spiega Marco Borgarello - è responsabile del 5-10 per cento del consumo energetico totale, con una spesa annua di circa 1.800 miliardi di euro, pari al 14 per cento del PIL dell’Unione. Intervenire sul patrimonio edilizio pubblico significa quindi ridurre il fabbisogno energetico, alleggerire i bilanci statali e liberare risorse da destinare ad altri settori strategici”.
Come nel DNA di RSE, la monografia propone un approccio sistemico che considera variabili tecnologiche, ambientali, economiche ed energetiche, al fine di individuare le soluzioni più efficaci per una vera transizione sostenibile.