L’aumento di capacità rinnovabile porta con sé la necessità di garantire alla rete stabilità
e sicurezza.
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Il consumo di elettricità è uno dei segnali sulla salute di un Paese. Ma è importante, in
ottica di transizione energetica, dare un occhio anche alla fonte che l’ha prodotta.
Nel 2019, in questa particolare classifica realizzata in base agli ultimi dati Eurostat, i più
virtuosi sono risultati gli austriaci, con oltre il 75 per cento dell’elettricità consumata
prodotta grazie a fonti rinnovabili. Seguono Svezia (71 per cento), Danimarca (65 per
cento), Portogallo (54 per cento) e Lettonia (53 per cento).
L’Italia arranca con il 35 per cento, certo meglio di Malta (8 per cento), Cipro, Lussemburgo
e Ungheria (tutti 10 per cento). A livello di Unione Europea, globalmente, oltre il 70 per
cento dell’elettricità consumata nel 2019 è stata prodotta da fonti rinnovabili; in testa
idroelettrico ed eolico, seguiti dal solare.
Da notare come i combustibili fossili hanno rappresentato ancora il 71 per cento
dell’energia lorda disponibile nell’Unione Europea a 27 Stati membri. Dal 1990, il primo
anno per il quale sono disponibili i dati, la percentuale di combustibili fossili utilizzati
nell’UE è diminuita di 10,9 punti percentuali.