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Terre rare: in Tanzania una miniera di grafite da 40.000 tonnellate/anno

Energie rinnovabili, elettrificazione dei consumi, mobilità sostenibile, sistemi di accumulo stanno facendo crescere a ritmo esponenziale la domanda mondiale di minerali critici quali litio, cobalto, grafite. Con un corollario non trascurabile: una nuova dipendenza e l’aumento dei prezzi.

In Tanzania è in fase di realizzazione il progetto Lindi Jumbo, una nuova miniera per l’estrazione di grafite, minerale di cui è ricco il sottosuolo locale. Situata nel sud-est del Paese, a 200 km dai porti di Mtwara e 460 km da quello della capitale Dar Es Salaam e con accesso alle infrastrutture logistiche esistenti, la miniera potrà garantire l’estrazione di 40.000 tonnellate l’anno di grafite lamellare, nota anche come grafite cristallina e di alta qualità.


Utilizzata in particolare nei settori dello stoccaggio di energia e dei veicoli elettrici, la grafite è stata inserita dall’UE e dagli Stati Uniti nella lista delle materie critiche considerate a rischio di approvvigionamento. Attualmente, infatti, il 70 per cento della grafite mondiale viene prodotta in Cina e secondo il report della World Bank Minerals for Climate Action: The Mineral Intensity of the Clean Energy Transition è necessario un aumento significativo della produzione di minerali ad alto impatto - come la grafite - per soddisfare la crescente domanda del mercato delle energie rinnovabili.


Secondo i dati della società proprietaria, il Long Life of Mine - il periodo di attività produttivo della miniera di Lindi Jumbo - è di 24 anni.

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