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  • IDROELETTRICO

In Madagascar è il piccolo idroelettrico a dar luce al Paese

Sostenibilità e indipendenza energetica, due elementi di un percorso indispensabile - quello della transizione verso un impatto climatico nullo - che la crisi russo-ucraina ha accelerato, non solo in Europa. In Madagascar, lo stato insulare davanti le coste del Mozambico, è entrata in funzione la nuova centrale idroelettrica di Farahantsana, nella regione di Analamanga.

Frutto di un partenariato pubblico-privato, il progetto iniziato nel 2018 - con un investimento complessivo di 450 miliardi di ariary (circa 100 milioni di euro) - ha visto la costruzione di un impianto idroelettrico ad acqua fluente sul fiume Ikopa, con una linea di quattro condotte forzate di 2.500 mm di diametro e una centrale dotata di quattro turbine Francis con una capacità combinata di 28 MW.


“Questa infrastruttura - ha dichiarato Andry Rajoelina, presidente del Madagascar - segna una nuova tappa nel viaggio del Paese verso la transizione e una maggiore capacità produttiva”.

La centrale di Farahantsana sarà in grado di produrre 135 GWh di elettricità l’anno, sufficienti a soddisfare il fabbisogno di 2,7 milioni di abitanti, pari al 65 per cento della popolazione della provincia di Antananarivo, dove vivono circa 5 milioni di malgasci. Nell’ambito del partenariato pubblico-privato, l’elettricità prodotta dall’impianto sarà venduta all’azienda pubblica JIRAMA e immessa nella rete elettrica nazionale. Da notare come oltre il 20 per cento della capacità installata nel Paese è prodotta da impianti idroelettrici su piccola scala.

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