Entro il 2035 il solare potrebbe rappresentare fino al 40 per cento della fornitura di energia USA, arrivando al 45 per cento entro il 2050. È quanto emerge dal Solar Futures Study pubblicato lo scorso 8 settembre dal Solar Energy Technologies Office (SETO) del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (U.S. DOE) e dal National Renewable Energy Laboratory (NREL).
Un lavoro ponderoso (più di 300 pagine) che esplora il ruolo che l’energia solare potrebbe giocare nella partita della completa decarbonizzazione della rete statunitense; un traguardo ambizioso che richiederà forti politiche di decarbonizzazione unite a un massiccio impiego di fonti rinnovabili, una elettrificazione su larga scala e - non ultimo - la modernizzazione della rete.
Nel 2020 gli Stati Uniti hanno installato una quantità record di fotovoltaico - 15 GW, nonostante la pandemia - per un totale di 76 GW complessivi che rappresentano il 3 per cento della fornitura di elettricità del Paese. Per raggiungere gli obiettivi ipotizzati negli scenari descritti nello studio, saranno però necessari 30 GW di nuova capacità ogni anno da qui al 2025, arrivando a 60 GW l’anno tra il 2025 e il 2030 - quattro volte il tasso di implementazione attuale, circa 15 GW installati nel 2020 - per un totale di 1.000 GW entro il 2035.
E se si vorrà arrivare a una rete a zero emissioni attraverso una ulteriore spinta all’elettrificazione degli usi finali (trasporti, industria, edifici e riscaldamento dell’acqua), la capacità solare dovrà toccare i 1.600 GW entro il 2050, producendo più elettricità di quella consumata oggi in tutti gli edifici residenziali e commerciali del Paese. Insomma, numeri di tutto rispetto.
Preceduto dal SunShot Vision Study del 2012 e da On the Path to SunShot (2016) - che si sono concentrati sui possibili impatti delle tecnologie solari a basso costo sull’economia - il Solar Futures Study approfondisce il ruolo del fotovoltaico in una rete decarbonizzata e fornisce un’analisi delle future tecnologie, l’impatto sui posti di lavoro e le possibili interazioni del solare con altre tecnologie come lo storage. E da quanto si legge, in tutti e tre gli ambiti ci sono buone notizie. Ma entriamo in qualche dettaglio, spiluccando tra i principali risultati emersi dallo studio.
Lato tecnologia, grazie ai continui progressi compiuti dal settore in questi anni, secondo gli analisti del DOE i prezzi dell'elettricità non aumenteranno almeno fino al 2035. La decarbonizzazione del 95 per cento della rete elettrica a stelle e strisce potrà quindi essere raggiunta nei tempi stabiliti senza gravare sulle tasche degli utenti elettrici, perché i costi sono completamente compensati dai risparmi derivanti dai miglioramenti tecnologici e dalla maggiore flessibilità della domanda.
La significativa accelerazione delle energie pulite per raggiungere i target di decarbonizzazione della rete richiederà dalle 500.000 fino a un massimo di 1,5 milioni di persone da inserire nel settore entro il 2035. I tassi di implementazione accelerano anche per l’eolico e gli stoccaggi di energia che, uniti all’espansione della trasmissione e all’aumento della flessibilità nei carichi e nella generazione, saranno fondamentali per garantire l’affidabilità e la resilienza della rete.
In particolare, si prevede una rapida crescita della capacità di accumulo che arriverà a superare i 1.600 GW nel 2050. Di questo trarrà beneficio il solare su piccola scala che, specialmente abbinato all’accumulo, contribuirà a migliorare la resilienza del sistema elettrico consentendo agli edifici o alle microreti di alimentare carichi critici durante le interruzioni di rete causate da fenomeni climatici estremi. Il che non sarebbe male, visti gli accadimenti recenti.
Tutte le sfide proposte, però, dovranno essere affrontate in modo che i costi e i benefici siano distribuiti equamente. Se i benefici ottenibili sono chiari - posti di lavoro, risparmi sulle bollette elettriche e maggiore resilienza della rete – è necessario mettere in campo una serie di interventi (finanziari, politici, normativi), con il coinvolgimento attivo delle comunità locali, affinché la transizione verso la decarbonizzazione sia equa e sostenibile per l’intera società.
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