Con l’entrata in funzione del Trans Adriatic Pipeline (TAP) la Grecia ha iniziato a ricevere le prime forniture del gas azero attraverso la rete Desfa, a Nea Mesimvria.
Ma il paese ellenico, per sviluppare i collegamenti intracomunitari con i Balcani e nell’ottica di ridisegnare la mappa energetica nell’Europa sud orientale, sta proseguendo anche nella costruzione dei gasdotti nazionali IGB (greco-bulgaro) e Nea Mesimvria-Gevgeli, che collegherà la Grecia alla Macedonia. Così come è in fase di ultimazione anche il Floating Storage Regasification Unit (FRSU) ad Alessandropoli, con una capacità di stoccaggio fino a 170.000 metri cubi di GNL e una capacità di rigassificazione giornaliera di 22,7 milioni di metri cubi al giorno (8,3 miliardi di m3/anno).
La Grecia, che considera di completare il piano di decarbonizzazione entro il 2023, ha previsto anche investimenti per oltre 3,5 miliardi di euro per la transizione energetica. “Nel dilemma tra ambiente o sviluppo – ha dichiarato Konstantinos Skrekas, il nuovo ministro dell’ambiente e dell’energia ellenico - dirò sviluppo e ambiente, perché questo è l’unico modo in cui possiamo assicurarci che avremo uno sviluppo forte a lungo termine. Proteggendo l’ambiente possiamo creare le condizioni per lo sviluppo di segmenti come l’industria, il turismo, il settore primario”.
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