A inizio anno, il ministro dell’Innovazione e della tecnologia ungherese László Palkovics ha annunciato il nuovo Piano nazionale, secondo il quale l’Ungheria azzererà le emissioni di CO2 entro il 2050.
Inoltre, entro il 2030 si pone l’obiettivo di produrre il 90 per cento di elettricità da fonti green.
Un processo che, secondo il governo magiaro costerà oltre 50 miliardi di fiorini, pari a 150 miliardi di euro. Nel 2025, in linea con il nuovo Piano e con cinque anni di anticipo, sarà chiusa l’ultima centrale a carbone, a Matra. Operativo da più di 40 anni, l’impianto ha una capacità di 884 MW e fornisce circa il 15 per cento dell’elettricità del Paese. L’Ungheria entra così a far parte dei Paesi europei che hanno un Piano per l’eliminazione graduale del carbone. Con l’annuncio della chiusura di Matra, delle 324 centrali a carbone europee 157 sono state dismesse o ne è stato annunciato il pensionamento prima del 2030. Il governo ungherese punta ora a uno sviluppo del nucleare per raggiungere gli obiettivi del Green Deal.
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