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ARERA, cercasi competenza e professionalità

  • CONSUMATORI
  • 7 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 8 set

La legge istitutiva delle autorità indipendenti compie 30 anni e l’ARERA - Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente si appresta a passare dal quarto al quinto collegio. La nomina del nuovo vertice - un presidente, primus inter pares, e quattro componenti - sta guadagnando spazio sulla stampa: diversi nomi si alternano e le indiscrezioni si rincorrono numerose. Accumunate da un incredibile elemento ricorrente.

ARERA
Credit: ImagoEconomica

La storia delle autorità indipendenti italiane - ad eccezione di Banca di Italia, nata a fine ‘800 e Consob e Isvap, istituite rispettivamente nel 1974 e nel 1982 - è relativamente recente: sono nate, infatti, negli anni Novanta del XX secolo e sono il frutto di quel fenomeno che lo storico Luciano Cafagna ha chiamato «la quarantena della politica».

 

È indubbio, infatti, che in Italia le autorità indipendenti siano riuscite ad affermarsi in conseguenza della profonda crisi che, proprio negli anni ‘90, ha colpito i maggiori partiti politici. È in questo particolare contesto istituzionale che si sono potute radicare formule organizzative estranee alla tradizione e non previste dalla Carta costituzionale.

 

In questi anni, se da un lato i partiti - ritornati quasi forti - hanno cercato anche con successo di erodere poteri alle autorità indipendenti, dall’altro l’Autorità più attempata, quella per l’energia elettrica e il gas (AEEG), con passare del tempo ha acquisito competenze su nuovi settori. Oggi, infatti, è diventata Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) inglobando nel proprio perimetro di azione acqua potabile, teleriscaldamento e teleraffrescamento, smaltimento dei rifiuti.

 

La legge istitutiva delle autorità indipendenti, la 481/95, quest’anno compie 30 anni e l’ARERA si appresta a passare dal quarto al quinto collegio. In questi giorni la nomina del nuovo vertice - un presidente, primus inter pares, e quattro componenti - sta guadagnando spazio sulla stampa.

 

Diversi nomi si alternano, con le indiscrezioni che si rincorrono numerose. Accumunate da un incredibile elemento ricorrente: la presenza tra i papabili di parlamentari in carica, con tanto di strategie e calcoli sul seggio che si liberebbe, in un’ideale soluzione win-win per il partito proponente.

 

Questo approccio, però - adottato a metà legislatura - oltre a essere, come dire, poco riguardoso dei cittadini che sono andati a votare, pare proprio confliggere con le norme. Quali garanzie di indipendenza può offrire un politico - un politico puro, non un tecnico - che, per necessità di partito, passi direttamente dal parlamento a una Autorità, che dalla politica dev’essere indipendente? «Le Autorità operano in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione» dice chiaramente la Legge.

 

Lo stesso iter di nomina, poi - decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro competente, questa volta Gilberto Pichetto Fratin a capo dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica - non pare facilmente conciliabile con lo status di parlamentare. Dopo la delibera firmata dal Presidente del Consiglio e prima dell’investitura del Capo dello Stato, è necessario infatti il parere favorevole, con maggioranza dei due terzi, dei membri delle Commissioni 8ª e 9ª del Senato e VIII e X della Camera, fatto che implica la necessità di accordarsi su figure condivise da maggioranza e minoranza.

 

Arduo ipotizzare che il legislatore abbia previsto che un parlamentare voti per sé stesso o si faccia votare da colleghi di partito per un incarico riservato a «persone dotate di alta e riconosciuta professionalità e competenza nel settore». Come da inequivoca formulazione dell’articolo 2, comma 8, della legge 481.

 

E non si capisce perché Giorgia Meloni prima e Sergio Mattarella, da ultimo, dovrebbero derogare all’indispensabile requisito di professionalità e competenza (a rigore, preclare) settoriali che dovranno possedere i nuovi componenti del collegio al vertice di ARERA.  


pcs e as

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