Il nuovo impianto per il trattamento della frazione organica della raccolta differenziata dei rifiuti e per la produzione di biometano e compost è caratterizzato da tecnologie avanzate e dal rispetto per l’ambiente e il territorio. Per una vera economia circolare.
Il tempo, con sole caldo e cielo limpido, ha giocato dalla sua parte, è vero. Ma chi entra nel nuovo impianto di Legnano, al centro della iper-produttiva area dell’alto milanese, non pensa certo di essere all’interno di un impianto di trattamento della frazione organica della raccolta differenziata dei rifiuti per la produzione di biometano e compost.
Nulla anzi ha da invidiare a tante zone verdi delle nostre città, piccole o grandi che siano. Piante, fiori, serre e orti didattici fanno da cornice a un impianto che - oltre a essere un esempio virtuoso di partenariato pubblico-privato - dà valore aggiunto a tutto il territorio, in termini di benefici economici e ambientali.
Costruito in una ex area industriale e gestito da Asja su concessione di AMGA e ALA (Aemme Linea Ambiente), il complesso impiantistico consente il trattamento e la gestione completa del rifiuto ed è dotato di un sistema per la captazione e il trattamento delle emissioni odorigene e da uno per il controllo e monitoraggio costante dell’intero processo.
“È il migliore impianto che c’è nel nostro Paese - ha dichiarato Agostino Re Rebaudengo, presidente di Asja - e avrà sempre le porte aperte per insegnare ai nostri giovani cosa significa fare una corretta raccolta differenziata e cosa rappresenta per il territorio una realtà di questo tipo”.
Una volta operativo, l’impianto Asja di Legnano potrà trattare ogni anno 52.400 tonnellate di rifiuti, tra organici (40.000 tonnellate) e sfalci del verde pubblico (12.400 tonnellate) per una produzione di 4 milioni di m3/anno di biometano e 14.000 tonnellate di compost, un fertilizzante naturale. Il biometano, ad alta qualità ed efficienza, sarà immesso nella rete di trasporto Snam e potrà soddisfare il fabbisogno di 2.857 famiglie, con un risparmio di 3.280 tonnellate di petrolio ogni anno.
“I rifiuti - ha sottolineato Re Rebaudengo - non rappresentano un problema ma un’opportunità per soddisfare il nostro fabbisogno energetico. Purtroppo, il contributo offerto da impianti come questo è ancora troppo piccolo, serve una svolta per velocizzare l’iter amministrativo. Se non li realizziamo (il biometano è a impatto zero in termini di CO2) sarà impossibile raggiungere i target climatici che ci siamo prefissi”.
Senza dimenticare – ma se ne parla sempre e solo durante le emergenze - che produrre biometano consente di diminuire la nostra dipendenza dalle importazioni di gas naturale.
Impianto per la produzione di biometano e compost
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