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  • IDROGENO

Verde o blu, l’idrogeno è passepartout!

Secondo il report di IRENA Hydrogen from renewable power: Technology outlook for the energy transition, oggi la produzione di idrogeno si basa per oltre il 95 per cento sui combustibili fossili, con il gas naturale che rappresenta la fonte principale.


© Solar Promotion GmbH

L’aumento della produzione di energia da rinnovabili, unito alla probabilità che una quota possa non essere sfruttata in pieno, apre la possibilità di produrre idrogeno verde, ricavato per elettrolisi usando le FER. Se pensiamo che al 2050 il fabbisogno annuale di idrogeno in Europa dovrebbe aumentare di quasi otto volte, passando dagli attuali 327 a 2.500 TWh, ecco che lo sviluppo della produzione di idrogeno verde riveste un’importanza determinante ai fini della transizione energetica. La Germania, secondo uno studio di Aurora Energy Research, rappresenta con oltre 70 TWh l’anno più di un quinto del consumo totale di idrogeno in Europa. Grazie alla strategia del governo federale, che prevede incentivi sia per la produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio che per la decarbonizzazione dell’industria, e alle crescenti capacità di impianti solari ed eolici, sta diventando uno dei mercati più interessanti - e interessati - per gli investimenti, specialmente nel cosiddetto idrogeno verde.


Durante ees Europe - il salone specialistico dedicato alle batterie e ai sistemi di accumulo energetico che si terrà all’interno di The smarter E Europe dal 21 al 23 luglio 2021 a Monaco di Baviera - aziende di tutto il mondo si incontreranno proprio per promuovere la produzione e l’uso sostenibile dell’idrogeno, per un sistema economico climaticamente neutro. Con partner quali l’associazione tedesca per l’idrogeno e le celle a combustibileDWV (Deutscher Wasserstoff- und Brennstoffzellen Verband), l’associazione europea Hydrogen Europe e l’associazione di categoria Eurogas, saranno presentate nuove tecnologie e servizi nei comparti dell’idrogeno, delle celle a combustibile e del power-to-gas.

“La combinazione di rinnovabili e idrogeno potrebbe presto diventare la nuova accoppiata vincente della transizione energetica - ha dichiarato Werner Diwald, presidente di DWV - non solo permettendo di migliorare il bilancio di CO2 del nostro sistema economico, ma anche creando centinaia di migliaia di posti di lavoro in Europa”.

Uno studio del Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy e della società di consulenza tedesca DIW Econ ha infatti evidenziato che se il 90 per cento dell’idrogeno necessario per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica fosse prodotto in Germania, nel 2050 sarebbe possibile realizzare più di 800.000 posti di lavoro aggiuntivi.

La produzione tramite elettrolisi prevista nella strategia nazionale tedesca porterà naturalmente a un aumento della domanda di elettricità; secondo lo studio di Aurora Energy Research occorrerà quindi entro il 2030 raddoppiare (o quasi) i 125 gigawatt di FER attualmente installati in Germania. Industria dell’idrogeno ed espansione delle rinnovabili devono quindi essere coordinate con attenzione, considerandole come parti di un unico “pacchetto”; solo così l’idrogeno potrà adempiere in modo ideale alla funzione di stoccaggio a lungo termine per le energie rinnovabili. Idrogeno che è sempre più considerato come una soluzione passepartout ai fini dell’intersettorialità, in quanto può essere utilizzato nei veicoli a celle a combustibile, nei processi industriali, nei sistemi di riscaldamento residenziale o per la riconversione in elettricità.

“Nel nuovo mondo dell’energia - afferma Markus Elsässer, CEO di Solar Promotion, la società che organizza The smarter E Europe - i settori elettricità, calore e mobilità saranno connessi in modo intelligente e in tale scenario il power-to-gas giocherà un ruolo decisivo”.
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