Si è già più volte detto – purtroppo – che la pandemia ha causato una forte diminuzione dei trasporti e delle attività commerciali, con un effetto diretto (questo, se si vuole, l’unico lato positivo) sulle emissioni di anidride carbonica, che sono diminuite a livello globale.
Non fa eccezione la Repubblica d’Irlanda dove in questo 2020, secondo la Sustainable Energy Authority of Ireland (SEAI), le emissioni di CO2 potrebbero diminuire fino al 12 per cento. I primi dati analizzati dalla SEAI indicano infatti un forte calo delle emissioni, in particolare quelle dovute a benzina e diesel.
Proprio l’uso di combustibili fossili nei settori non ETS, come i trasporti e le case, è la principale fonte di emissioni di gas serra in Irlanda, tanto che nel 2018 hanno rappresentato il 38 per cento di tutte le emissioni di gas a effetto serra nel Paese, mentre il consumo di energia ha rappresentato il 59 per cento. Nel frattempo, l’Irlanda ha messo in atto una graduale riduzione dell’uso del carbone per la generazione elettrica, calato del 70 per cento nel 2019, in gran parte legato alla diminuzione di capacità della centrale di Moneypoint.
“Ci aspettiamo di vedere un calo dei trasporti di circa il 25 per cento per il 2020 - ha detto Jim Scheer capo del dipartimento Dati e approfondimenti della SEAI, responsabile delle statistiche energetiche – ma è solo una stima iniziale”.
“Abbiamo anche fatto passi da gigante - ha continuato Jim Scheer - nell’uso delle FER, principalmente da fonte eolica, e si può fare ancora di più; l’Irlanda potrebbe infatti raggiungere entro il 2030 l’obiettivo del 70 per cento di rinnovabili nella produzione elettrica”.
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