Nel 2020 il comparto delle utility, nonostante l’impatto dalla crisi generata dalla pandemia, è stato uno dei settori più resilienti del sistema produttivo nazionale.
Non tutte le performance economico-finanziare si sono dimostrate positive, vista la frenata della produzione industriale che ha determinato un drastico calo della domanda di energia e dei servizi annessi. Secondo quanto emerge dallo studio 2020 sullo stato di salute
economica e finanziaria dei principali player energetici, per gli operatori italiani si stima
una sensibile contrazione dei ricavi aggregati, passati da 193,6 miliardi di euro del 2019 a 173,5 miliardi di euro del 2020, con una riduzione del 10,4 per cento. A incidere maggiormente sulla performance negativa è il cluster dei gruppi energetici (-12,2 per cento) mentre è molto più contenuto il calo per le multiutility (-2,1 per cento). Gli operatori di rete sono gli unici a presentare una crescita attesa dei ricavi (+4,8 per cento).
Questa la fotografia scattata dall’Osservatorio Utilities Agici - Accenture, giunto alla sua XXI
edizione. Ma che faccia avrà il futuro di un settore destinato a mutare già dal 2021?
I player italiani nei loro Piani strategici hanno programmato complessivamente investimenti pari a circa 65 miliardi di euro per il periodo 2021-2023 (in media 22 miliardi di euro l’anno, con una crescita di oltre il 40 per cento). Oltre che alle reti, a cui sarà destinata la maggior parte delle risorse pianificate, i progetti sono orientati allo sviluppo di business legati al trattamento dei rifiuti e al riciclo di materia in ottica di economia circolare, senza dimenticare la generazione da FER e la digitalizzazione. È anche in atto una revisione delle strategie di investimento e di gestione del portafoglio delle aziende dell’oil e del carbone, mentre tra gli elementi trainanti per la ripartenza emerge il crescente ruolo del gas naturale, dei sistemi di storage e dell’idrogeno a garanzia della stabilità e flessibilità del settore elettrico. Questo perché la maggior parte delle utility, sia italiane che europee, non intende lasciarsi sfuggire l’occasione di svolgere un ruolo centrale nel settore energetico, ossia quello di garantire la stabilità del sistema elettrico.
“Transizione energetica e sostenibilità sono le parole chiave che emergono dallo studio - ha dichiarato Claudio Arcudi, Responsabile Energy & Utilities di Accenture Italia - e accelerare su questi due temi significa accelerare la ripresa economica del Paese. È rilevante infatti che all’interno degli investimenti previsti dal PNRR, circa 70 miliardi siano destinati nell’ambito allargato della transizione energetica: ciclo idrico, idrogeno, mobilità sostenibile”.
Utility che possono quindi diventare a pieno titolo il motore della ripartenza economica,
creando ad esempio nuovi servizi digitali orientati alla sostenibilità e all’efficienza; un modo per coinvolgere la pubblica amministrazione e le piccole e medie imprese, sviluppandone allo stesso tempo la competitività.
“Per le PMI - sottolinea Claudio Arcudi - basti pensare a efficienza energetica, autoproduzione rinnovabile, mobilità sostenibile, ciclo idrico e ciclo rifiuti con rete di sensori digitali e soluzioni digitali per servizi gestionali, di pagamento e bancari. Per la PA si parte dai percorsi culturali intelligenti, dalla sicurezza del patrimonio culturale e illuminazione artistica, fino alle reti intelligenti per la logistica”.
Importante a riguardo anche il segnale che giunge da oltreconfine, dove gli investimenti
aggregati programmati dagli operatori europei per il periodo 2021-2023 ammontano a
oltre 174 miliardi di euro.
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