Quando si parla di sostenibilità viene immediato pensare al concetto di economia circolare, tanto idealmente declamato quanto anche, spesso, praticamente ostacolato. Ma economia circolare richiama a sua volta un altro tema, di cui non si può non tenere conto: quello dei rifiuti e di come utilizzarli.

Intervenendo in qualità di presidente di Fise Assoambiente (l’Associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali) al webinar organizzato da Althesys in occasione della presentazione del WAS Annual Report 2020, Chicco Testa ha sottolineato come, anche in Italia, il sistema di trattamento dei rifiuti si stia muovendo verso una dimensione industriale complessa. Una dimensione che presuppone anche una complessità tecnologica, con conseguenti importanti investimenti. “Purtroppo però - sottolinea Chicco Testa - vediamo che questa evoluzione del settore si riscontra solo nel nord del Paese. Nel centro-sud rimangono i soliti, grandi problemi. Diversi e autorevoli studi, realizzati tra gli altri dall’Università Bocconi e recentemente da Utilitalia, hanno messo in evidenza che c’è un grande fabbisogno impiantistico, soprattutto per quanto riguarda la frazione organica, senza parlare degli impianti di termocombustione”.
Anche la parte della raccolta del rifiuto sta diventando sempre più strutturata e complessa, e proprio il sistema della raccolta differenziata necessita più che mai di una organizzazione industriale. “C’è bisogno - ha continuato Testa - che si esca dall’ambito volontaristico, per andare verso una integrazione tra raccolta e smaltimento”.
“Serve una programmazione a livello nazionale, ma sembra non ci siano nel Governo grande idee su cosa fare, e come farlo. E non è una questione di soldi o finanziamenti. Quello che manca è la capacità di affrontare e risolvere il problema delle autorizzazioni, che spesso bloccano tutto”.
Resta, evidente, il problema del sud dove spesso mancano investimenti anche per resistenza da parte delle aziende stesse, a causa della complessità burocratica.
“Basta indecisionismo e demagogia – ha concluso il presidente di Fise Assoambiente – serve una regolazione che permetta di intraprendere i percorsi giusti. Come Associazione stiamo lavorando proprio per rivedere alcuni aspetti normativi, come l’incentivazione dei processi di riciclaggio e dei prodotti che nascono da seguito di questo processo. Purtroppo, però, la dimensione tecnologico-industriale del mondo dei rifiuti continua a rimanere assente nel dibattito nazionale”.
Leggi le proposte di FISE Assoambiente al Ministero dell'Ambiente.
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