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POLITICA ENERGETICA

SuperEcobonus e città, un difficile incontro

Introdotto dal cosiddetto Decreto Rilancio (n° 34 del 19 maggio 2020), con il Superbonus 110% si è voluto incentivare i lavori per l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare.


Lo scorso 31 agosto ENEA ha rilasciato il report – che da settembre diventerà una consuetudine mensile – con i dati di utilizzo nazionale e regionale dell’incentivo con la “I” maiuscola, il Superbonus 110%.

Se il dato totale parla di quasi 5 miliardi e 700 milioni di euro di interventi ammessi a detrazione (di cui 3 miliardi e novecento milioni di euro per lavori già realizzati, pari al 68

per cento) con Lombardia, Lazio e Veneto in testa alla classifica, va sottolineato come sono state solo il 13 per cento (4.844 su 37.128) le asseverazioni condominiali presentate.

Di contro - al di là dell’importo dell’investimento medio, ovviamente maggiore per gli stabili condominiali - 19.072 sono state le asseverazioni di edifici unifamiliari (51,4 per cento) e 13.212 (35,6 per cento) quelle di edifici funzionalmente indipendenti. Un dato che sembra indicare come la misura non stia contribuendo a dare respiro alle zone densamente abitate, alle città, dove la presenza dei condomini raggiunge percentuali bulgare.


Certo, maggiori difficoltà - se non impossibilità - di intervento e difficoltà interpretative hanno contribuito alla minore presenza di richieste da parte dei caratteristici stabili cittadini, ma non va dimenticato che il nostro Paese, secondo il rapporto Istat Territorio 2020, è caratterizzato dalla presenza di 7.903 comuni, la maggior parte dei quali (il 69,6 per cento) di piccole o piccolissime dimensioni, caratterizzati quindi da edifici unifamiliari o comunque funzionalmente indipendenti.

Di contro, i Comuni che, in base al grado di urbanizzazione, sono classificati come Città o Zone densamente popolate rappresentano solamente il 3,2 per cento del totale. Così in Lombardia, la regione con la maggior densità abitativa e con grandi centri urbani, e dove si è registrato il maggior numero di asseverazioni (5.116, pari al 13,7 per cento del totale Italia), solo 724 sono relative a condomini, mentre 2.270 hanno riguardato edifici unifamiliari e 2.122 le cosiddette unità abitative funzionalmente indipendenti. Se questa misura – così tanto sbandierata – non ha (non può) produrre risultati nei grandi centri urbani, quale altra soluzione adottare per l’efficienza energetica degli edifici e il contrasto all’inquinamento?

In mix stat virtus...



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