A una settimana dall’entrata in vigore del decreto-legge 9 agosto 2022 n. 115, meglio noto come Aiuti-Bis, le associazioni di categoria italiane - Utilitalia, Elettricità Fututa, Energia Libera, Proxigas, Aiget, Assogas - hanno scritto alla Commissione europea per denunciare la sospensione, fino al 30 aprile 2023, delle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di energia e gas, anche se tale possibilità è prevista nei contratti già sottoscritti.
La misura, contenuta negli articoli 3 e 4 del decreto, mira a salvaguardare i consumatori. Nei fatti però, come denunciano le associazioni, rappresenta una minaccia per il mercato interno dell’energia e per i rivenditori che sono già in difficoltà a causa dell’altissima volatilità dei prezzi del gas naturale.
Nei prossimi mesi, infatti, se i prezzi dell’elettricità e del gas aumenteranno - e purtroppo i motivi non mancano - i fornitori non riusciranno a recuperare i maggiori costi, con conseguenze gravissime, fino il fallimento.
Ricordiamo che nei mesi scorsi era pressoché impossibile prevedere nell’entità e soprattutto nella durata gli attuali incrementi di costo e dunque è facilmente comprensibile come la gran parte dei contratti di fornitura sottoscritti da tempo - tanto più se a prezzo fisso - siano diventati antieconomici.
Del resto, in diverse comunicazioni, la Commissione ha chiarito come la fissazione di prezzi al dettaglio inferiori ai costi non possa essere considerata una soluzione coerente con i principi europei in materia di antitrust e di aiuti di stato, tanto nel lungo quanto nel breve termine.
Le associazioni sottolineano come la sospensione delle modifiche unilaterali avrà conseguenze negative anche sui nuovi contratti al dettaglio, spingendo i fornitori a proporre offerte di vendita direttamente agganciate al prezzo del mercato all’ingrosso (quello che si forma quotidianamente nella Borsa elettrica italiana). Trasferendo quindi tutta la volatilità di quest’ultimo, senza il ricorso a strumenti di copertura, anche su normalissimi, piccoli consumatori finali.
Al contrario, concludono le associazioni, il governo italiano dovrebbe continuare ad aiutare i consumatori bisognosi, oltre che con i bonus sociali, con la riduzione degli elementi fiscali e parafiscali e l’introduzione di misure per ridurre il costo del gas naturale importato.
a.s
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