Il 2020 ha rappresentato per le economie mondiali un anno di crisi. Probabilmente la più
importante del dopoguerra, con un calo delle produzioni, dei consumi e dei trasporti.
Calo che ha avuto come contraltare una diminuzione delle emissioni di CO 2 .
Un successo non cercato e tantomeno voluto. Con una (auspicata) ripresa economica e una
diminuzione delle restrizioni connesse alla pandemia, si prevede quindi un possibile nuovo
aumento delle emissioni climalteranti. Basato su queste due ipotesi, l’ultimo Short Term
Energy Outlook dell’EIA (US Energy Information Administration) prevede che negli Stati
Uniti, nel 2021 e 2022, le emissioni di CO 2 connesse all’energia riprenderanno a salire.
Dopo essere diminuite dell’11,1 per cento nel 2020, l’EIA stima che le emissioni totali di
anidride carbonica legate all’energia aumenteranno del 4,7 per cento nel 2021 e del 3,2
per cento nel 2022.
Anche con la prevista crescita nei prossimi due anni, le emissioni nel 2022 sarebbero
comunque inferiori del 3,9 per cento rispetto ai livelli del 2019. Quelle legate all’energia
sono ovviamente connesse anche al mix di combustibili usati; sempre nell’ultimo Short
Term Energy Outlook, l’EIA stima che il consumo globale di petrolio e combustibili liquidi
nel 2020 sia stato in media di 92,2 milioni di barili al giorno, in calo di 9 milioni di
barili/giorno rispetto al 2019. È prevista una crescita di 5,6 milioni di barili al giorno nel
2021 e 3,3 milioni di barili al giorno nel 2022.
Anche il carbone nel 2021 vedrà crescere la produzione del 12 per cento, a causa
dell’aumento (+41 per cento) dei prezzi del gas naturale che renderanno il carbone più
competitivo nel settore della generazione di energia elettrica. Produzione di carbone che
salirà, sempre secondo le stime della EIA, a 628 milioni di tonnellate nel 2022.
Comments