Dopo l’elezione di Claudia Sheinbaum, prima Presidente donna nella storia del Paese, il Messico sta ultimando il proprio Piano energetico. Il governo messicano punta ad aumentare la quota di energia da fonte rinnovabile nel proprio mix, passando dall’attuale 22,5 per cento al 37,8 per cento al 2030.

In particolare, il fotovoltaico dovrà salire dal 5,2 all’8,3 per cento, l’energia da fonte eolica dal 5,8 al 12,9 per cento, l’idroelettrico dal 5,9 al 7,5 per cento e la geotermia dall’1 al 1,1 per cento. Fotovoltaico, eolico e idroelettrico insieme porteranno la produzione rinnovabile annua dagli attuali 80 TWh a 155,6 TWh. Biomasse, nucleare e cogenerazione contribuiranno per il 4,3 per cento.
Nel Piano continuerà comunque ad avere un ruolo fondamentale il gas naturale, che rappresenterà da qui al 2030 il 58,9 per cento della produzione di energia elettrica del Messico e permetterà di aumentare la capacità di generazione totale del Paese: da 356 TWh a 413 TWh. Non dovrebbe invece rimanere spazio per il carbone: la sua quota nella produzione di energia elettrica - 3,6 per cento - dovrà azzerarsi entro il 2030.
Per sfruttare al meglio la prevista maggiore produzione rinnovabile sono già stati pianificati per i prossimi sei anni 145 progetti per adeguare ed espandere l’infrastruttura di rete della Repubblica federale presidenziale centroamericana.
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