Il governo norvegese ha annunciato un investimento di 120 milioni di NOK (corone norvegesi), oltre 11 milioni di euro, in un nuovo centro di ricerca sull’energia eolica.
Il Paese scandinavo genera quasi il 98 per cento della sua elettricità dall’energia idroelettrica, ma questo soddisfa solo il 65 per cento del consumo energetico, che necessita quindi ancora di petrolio e gas. Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e soddisfare contemporaneamente anche la futura maggiore elettrificazione, è quindi necessario un ulteriore sviluppo delle FER; sviluppo che dovrà però essere ambientalmente sostenibile e anche economicamente vantaggioso, se pensiamo che le esportazioni di petrolio e gas contribuiscono per circa il 17 per cento al PIL nazionale.
Per soddisfare questo fabbisogno, una soluzione è rappresentata dallo sfruttamento dell’energia eolica; e fondamentale sarà, anche in questo caso, l’apporto della ricerca. Il ministro norvegese del petrolio e dell’energia, Tina Bru, ha recentemente annunciato un investimento di 120 milioni di NOK (11,3 milioni di euro) in un nuovo centro di ricerca sull’energia eolica, in particolare quella offshore.
NorthWind, questo il nome del centro di ricerca, sarà all’avanguardia e studierà come rendere l’energia eolica più economica, più efficiente e più sostenibile cercando di migliorare la tecnologia esistente e sviluppando nuove soluzioni per poter localizzare le turbine molte miglia al largo delle coste. Riunirà oltre 50 realtà, tra istituti di ricerca e partner industriali di tutto il mondo, e sarà guidato dall’istituto di ricerca SINTEF, con i partner NTNU (Norwegian University of Science and Technology), NINA (The Norwegian Institute for Nature Research), NGI (Norwegian Geotechnical Institute) e UiO (University of Oslo).
SINTEF, uno dei più grandi centri di ricerca indipendenti d’Europa è stata fondata nel 1950 dall’ex Norwegian Institute of Technology, che oggi fa parte di NTNU, mentre tra i partner internazionali troviamo Fraunhofer, University of Strathclyde, National Renewable Energy Laboratory (NREL) e North China Electric Power University.
“La rapida crescita dell’eolico offshore a livello internazionale - ha dichiarato Tina Bru - offre grandi opportunità per le imprese norvegesi. La ricerca e lo sviluppo sono fondamentali per garantire costi inferiori, minore impatto ambientale e migliori modelli operativi per tali progetti. Credo che un centro di ricerca a lungo termine con partner industriali, la comunità di ricerca e il governo contribuirà all’ulteriore sviluppo dell’energia eolica offshore in Norvegia”.
La ricerca si concentrerà infatti sullo sviluppo di una nuova industria per la Norvegia, compresa la diagnostica remota e i sistemi elettrici necessari per trasferire l’energia generata dall’oceano alla terraferma e alla rete elettrica, con un focus anche sulla riduzione dell’impatto ambientale dell’energia eolica in generale. NorthWind rappresenterà anche un importante trampolino di lancio per gli studenti, chiamati a diventare gli esperti di domani.
Finanziato dal governo norvegese attraverso il Research Council of Norway, il centro fa parte dei Research Centers for Environmentally Friendly Energy (FME), che lavorano sulla ricerca a lungo termine su rinnovabili, efficienza energetica, gestione della CO2 e scienze sociali, con una stretta collaborazione tra istituzioni e imprese.
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