Gli Stati Uniti, per la prima volta in 67 anni, a settembre 2019 sono diventati esportatori netti - su base mensile - di energia.
È solo uno degli aspetti che trova risalto nell’Annual Energy Outlook 2020 pubblicato dalla EIA (US Energy Information Administration).
L’analisi ha mostrato come il rallentamento dei consumi di energia, in un’economia USA sempre più efficiente dal punto di vista energetico, si è contrapposto all’aumento della produzione, in particolare di petrolio e gas naturale, comportando di conseguenza un aumento delle esportazioni. Le proiezioni prevedono che gli Stati Uniti dovrebbero continuare ad essere un esportatore netto di energia anche nei prossimi anni e fino al 2050.
“Riteniamo che le energie rinnovabili continueranno a essere la fonte di energia elettrica in più rapida crescita fino al 2050, anche grazie alla riduzione dei costi che le rendono economicamente competitive” ha osservato Linda Capuano, administrator dell’EIA, che si è detta anche convinta che “con il continuo sviluppo della tecnologia per la produzione nazionale di petrolio e gas naturale, gli Stati Uniti rimarranno un esportatore netto di energia per diverso tempo”.
Lo studio evidenzia come la quota della produzione di elettricità statunitense da fonti rinnovabili raddoppierà tra il 2019 e il 2050. A contribuire maggiormente a tale crescita sarà il solare, mentre la produzione di gas naturale manterrà la sua quota, con una diminuzione continua di carbone e nucleare.
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