La transizione ecologica è un processo che non riguarda semplicemente la generazione di energia. La lotta al climate change coinvolge tutto il sistema economico-produttivo. E, ovviamente, anche il mondo finanziario, dove fondi d’investimento, banche e assicurazioni
puntano sempre più su quelle società che mettono la sostenibilità al centro del loro modus operandi.
Un’attenzione, quella per la finanza verde, mostrata anche dall’Università scozzese di Aberdeen che, in linea con la prossima COP26 di Glasgow, ha deciso il disinvestimento dai
combustibili fossili. Il Direttivo dell’Università ha infatti approvato di escludere entro il 2025 dal suo portafoglio di investimenti – pari a ben 52,7 milioni di sterline (quasi 62 milioni di euro) le società di estrazione di combustibili fossili, per incoraggiare e sostenere la transizione verso una economia a basse emissioni di carbonio.
“Attualmente – dichiara l’Ateneo in una nota - non investiamo direttamente in nessuna società di combustibili fossili e le partecipazioni indirette in asset pool sono inferiori al 3 per cento del portafoglio totale. Mentre perseguiamo le opportunità alternative, ridurremo a zero tali partecipazioni in asset aggregati entro il 2025”.
Non solo; l’Università di Aberdeen ha anche annunciato che entro il 2025 almeno il 5 per cento del proprio portafoglio sarà investito, direttamente o attraverso fondi comuni, in aziende e settori che mirano esplicitamente a fornire un ritorno ambientale e sociale oltre che finanziario.
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