Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Federale è entrato in vigore in Messico il decreto che riforma la legge sull’industria elettrica.
Voluta dal presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, la nuova legge di fatto cancella la politica di privatizzazione promossa dall’ex presidente Enrique Peña Nieto.
Fino agli anni ’90 in Messico la produzione di elettricità era monopolio di Stato, quasi interamente nelle mani della Federal Electricity Commission (CFE). La riforma energetica del 2014 ha permesso l’ingresso di investitori privati nell’oil&gas e nella generazione elettrica, ha favorito la creazione di un mercato all’ingrosso dell’elettricità regolato da criteri ben precisi. Questo recente intervento legislativo ribalta la situazione: punta a centralizzare il controllo sull’energia e intende ridare a CFE un peso maggiore nella gestione del settore elettrico.
A giudizio di molti osservatori, con questo decreto si annullerebbe nei fatti una riforma energetica che ha contribuito tra l’altro a sviluppare le rinnovabili nel Paese e potrebbe rappresentare un ostacolo per le azioni che il Messico dovrà mettere in atto per contrastare il cambiamento climatico.
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