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La Lituania ha fame di energia: nel 2021 mancano all’appello 1,9 TWh

Da quando sono state interrotte le importazioni dalla Bielorussia, per le controversie sulla centrale nucleare di Astravets, la Lituania ha visto farsi più evidenti i problemi per soddisfare la propria domanda energetica, fortemente dipendente dalle importazioni.

Secondo una recente analisi dell’Independent Commodity Intelligence Services (ICIS), il deficit di offerta ammonterà a 1,9 TWh nel 2021 e a 1,36 TWh nel 2022, ma sarà destinato a crescere nel 2025, quando la Lituania entrerà a far parte dell’area sincrona continentale insieme a Estonia e Lettonia. Ad oggi sono attivi i collegamenti con la Svezia, attraverso il cavo sottomarino NordBalt da 700 MW, con Polonia, Kaliningrad e Lettonia. Per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Green Deal europeo, il ministro dell’Energia Danius Kreivys ha sottolineato che la Lituania sta già pianificando di generare il 50 per cento della sua elettricità da fonti rinnovabili nel 2030; il cinque per cento in più rispetto a quanto previsto dal Piano nazionale per l’energia e il clima.

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