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Idroelettrico, la Bolivia torna a investire

Dopo l’elezione del nuovo Presidente Luis Arce Catacora, e il conseguente ripristino di un

sistema democratico nel Paese, si stanno riattivando anche alcuni progetti che

consentiranno alla Bolivia di aumentare la generazione di energia da fonti rinnovabili, che

secondo stime della International Energy Association (IEA) nel 2020 ha rappresentato un

quarto dell’elettricità prodotta.


Il governo ha infatti avviato il Piano elettrico al 2025, che prevede investimenti per 30 miliardi di dollari per aumentare la capacità elettrica e l’espansione della rete, in modo da dare accesso all’elettricità anche a quella parte di popolazione rurale - il 12 per cento circa - che ancora ne è sprovvista.

A riguardo, il ministro degli Idrocarburi e dell’energia Franklin Molina ha sottolineato che la

politica energetica della Bolivia si baserà su sette pilastri: sicurezza, sovranità, universalizzazione, integrazione ed efficienza energetica, industrializzazione e rafforzamento del settore, con investimenti che riguarderanno anche la produzione di diesel rinnovabile e idrogeno verde.

Tra i progetti riattivati, i principali riguardano il settore idroelettrico. In particolare, sono ripresi i lavori per la centrale idroelettrica di Ivirizu, nel dipartimento di Cochabamba, che genererà 290 MW, e quella di Miguillas, nel dipartimento di La Paz, con una capacità prevista di 204 MW. Il ministro Molina ha inoltre anticipato che l’elettricità in eccesso, grazie al previsto aumento della produzione energetica, sarà esportata verso altri Paesi del Sud America, in particolare l’Argentina, traducendosi in maggiori entrate e in un vantaggio economico per la Bolivia.

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