Se Greta Thunberg ha commentato con un bla, bla, bla gli accordi raggiunti dai 197 Paesi
che hanno partecipato alla COP26 di Glasgow, un gruppo di studenti universitari della
Nuova Zelanda ha deciso di portare in causa il proprio ministro dell’Energia.
Secondo Phoebe Nikolaou, co-fondatrice di Students for Climate Solutions, la decisione di
rilasciare due nuovi permessi di esplorazione petrolifera nell’area di Taranaki sarebbe
incompatibile con gli obblighi che il Governo neozelandese ha preso con lo Zero Carbon
Act. Un documento che, tra l’altro, consente ai neozelandesi di chiedere al governo di
rendere conto delle azioni messe in atto per contrastare i cambiamenti climatici.
“La nostra attuale sicurezza energetica - ha dichiarato al riguardo James Shaw, ministro per
il Cambiamento climatico della Nuova Zelanda - dipende ancora dall’uso di combustibili fossili. Non è una buona cosa e non mi piace, ma prima di poterli metterli offline, dobbiamo disporre di energie rinnovabili”.
Sempre in Nuova Zelanda, l’Università di Waikato ha istituito la prima laurea al mondo sul
Climate Change; il corso, della durata triennale, combinerà la conoscenza scientifica con la
comprensione dei sistemi economici, sociali e politici.
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