Degli oltre 16 milioni di persone che abitano nello Zimbabwe solo il 32 per cento ha accesso all’elettricità; problema che il Paese condivide con la maggioranza degli Stati centrafricani.
Inoltre, secondo le stime della Banca mondiale, l’ex Rhodesia Meridionale contribuisce alle emissioni di gas climalteranti con circa 12.000 chilogrammi/anno di anidride carbonica.
Per migliorare la capacità elettrica e nel contempo contribuire allo sviluppo sostenibile, la principale compagnia energetica dello Zimbabwe, Zuva Petroleum, ha annunciato un progetto per l’installazione di 180 impianti fotovoltaici che dovrebbero diventare operativi entro la fine del 2021. L’elettricità generata sarà utilizzata non solo per alimentare le stazioni di servizio, i siti e i depositi di GPL ma, attraverso un sistema di net metering (scambio sul posto) almeno il 30 per cento di questa sarà convogliata in rete supportando così l’Agenda Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.
Da notare che a luglio 2020 sono iniziati anche i lavori per la costruzione di un impianto fotovoltaico da 32 MW a Colleen Bawn, nella provincia di Matabeleland South. Di questi, 16 MW saranno utilizzati per il funzionamento dell’impianto di clinker della Pretoria Portland Cement (PPC), mentre i restanti 16 MW saranno immessi nella rete elettrica nazionale.
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