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RINNOVABILI

FER, dopo 17 anni si torna a costruire nuovi impianti in Slovacchia

Il nuovo Piano nazionale integrato per l’energia e il clima della Repubblica della Slovacchia prevede entro il 2030 la costruzione di nuovi impianti eolici per una capacità di 500 MW. Non sarebbe una notizia di particolare interesse se non fosse che l’ultimo – e unico – impianto eolico del Paese risale al 2003!

Ad aprile, infatti, dopo ben 17 anni, il Ministero dell’Economia slovacco ha annunciato nuove opportunità per la realizzazione di nuovi impianti eolici e fotovoltaici, per dare finalmente sviluppo alle fonti rinnovabili; programma non sostenuto dai precedenti governi.

“Questo - ha dichiarato Ján Karaba, direttore dell’Associazione slovacca dell’industria fotovoltaica e delle fonti di energia rinnovabile (SAPI) - è solo il primo passo per creare le condizioni per lo sviluppo del settore. È necessario, infatti, che la Slovacchia aggiorni la sua legislazione in materia e implementi una regolamentazione trasparente, per inviare segnali positivi ai potenziali investitori”.


In particolare, il governo dovrà cambiare l’impostazione della tassazione sull’elettricità prodotta dagli impianti, che non rende redditizio l’investimento in nuove centrali rinnovabili.

“I problemi dell’industria energetica slovacca - afferma Karaba - sono stati causati dai processi di autorizzazione. La loro inutile complessità e la loro lunga durata scoraggiano le aziende dall’investire e ostacolano lo sviluppo delle FER”.

Secondo OKTE (Organizátor Krátkodobého Trhu s Elektrinou), l’operatore slovacco del mercato elettrico a breve termine, nel 2020 più della metà dell’elettricità nel Paese è stata prodotta dalle centrali nucleari.

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