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  • PRODUZIONE

Efficienza energetica, a lungo considerata solo un costo. Oggi è un’esigenza

Le imprese si trovano a dover affrontare una duplice sfida: oltre a quelle che la transizione energetica comporta, è anche necessario fare i conti con un cambiamento epocale della rete di trasmissione e di distribuzione.

La rete elettrica nazionale, pensata per distribuire l’energia da grandi centrali ai singoli punti di consumo, è chiamata ad adeguarsi opportunamente per gestire al meglio il massiccio ingresso rinnovabili nel sistema.

Le FER, soprattutto nella forma di generazione distribuita, hanno stravolto il paradigma energetico e se, da un lato, questo è stato un bene dal punto di vista della sostenibilità, dall’altro costituisce una sfida per chi gestisce la rete e un costo - spalmato sulla bolletta degli utenti - necessario a garantire sicurezza e affidabilità del servizio.


A questo quadro si aggiungono le tensioni geopolitiche e il costo della compensazione della CO2, che hanno portato a prezzi delle commodity a valori record, in alcuni momenti con aumenti del 500-700 per cento. In questo contesto Davide Caprino, Head of Business Development Energy Efficiency and Demand Response di Energy Team, racconta a Nuova Energia quali sono i costi - ma anche le opportunità! - per le aziende energivore e gasivore impegnate a gestire bollette sempre più salate.


“Il peso dell’approvvigionamento energetico diventa sempre più rilevante sul bilancio delle imprese e spinge ad accelerare il processo aziendale verso l’efficienza, fino a poco tempo fa affrontata, purtroppo, solo come un onere”.

Oggi la situazione è cambiata: le aziende hanno bisogno di interventi di efficienza energetica per affrontare l’aumento della produzione, senza rischiare di essere schiacciate dai costi energetici. Fare efficienza non solo abbassa il costo dell’energia sul prodotto finito, ma dà anche competitività nei confronti del consumatore finale, molto più sensibile che in passato al tema della sostenibilità.


Altro punto fondamentale è quello della gestione della potenza, per trasformare gli obblighi che possono sorgere, come può essere quello dell’Osservabilità e della relativa necessità di prevedere un Controllore Centrale di Impianto, in opportunità.

Il Controllore Centrale di Impianto (CCI) è un sistema di monitoraggio e controllo integrato che tutti i produttori con una capacità superiore a 1 MW dovranno installare entro la fine del 2023. ARERA, per sostenere i soggetti obbligati a questo adempimento, ha previsto l’erogazione di un contributo forfettario che aiuta a coprire i costi di adeguamento e che varia in base alle tempistiche: si va da un massimo di 10.000 euro se gli interventi saranno completati entro il 31 marzo 2023, fino ai 2.500 euro se si attende il 31 gennaio 2024.


Energy Team da oltre 25 anni progetta e gestisce sistemi di controllo carichi a livello industriale. Negli anni ’90 in caso di supero della potenza era prevista una penale; questo aveva spinto le aziende a dotarsi di un sistema di gestione per contenere i picchi. Quello a cui stiamo assistendo in questi mesi è quindi un vero e proprio ritorno al futuro.


“Il tema della flessibilità legato alla gestione della potenza è un aspetto spesso sottovalutato. Confidiamo che le aziende non attendano l’ultimo minuto, ma inizino fin da subito a cogliere l’opportunità di dotarsi di un oggetto intelligente che permetta loro di gestire i carichi”.

Un approfondimento sui temi Osservabilità e Controllore Centrale di Impianto è stato affrontato nel Podcast di Next Solutions nell’apposita sezione del sito.

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